La Fondazione Gramsci Emilia-Romagna presenta la mostra Giuseppe Dozza. L’archivio in mostra presso la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio – Ambulacro dei Legisti (Piazza Galvani, 1 – Bologna) in programma dal 19 dicembre 2024 al 1° marzo 2025.
Orari: lunedì venerdì 9-19; sabato 9-18. Domenica chiuso.
Una mostra per valorizzare l’Archivio di Giuseppe Dozza (1901-1974), partigiano, membro dell’Assemblea costituente e Sindaco di Bologna dal 1945 al 1966, nel 50° anniversario della morte. L’esposizione è organizzata in collaborazione con la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, con il patrocinio del Comune di Bologna e con il contributo della Regione Emilia-Romagna.
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L’ARCHIVIO
Nel 1974, dopo la morte di Giuseppe Dozza, sindaco della Liberazione e della ricostruzione di Bologna, le sue carte di lavoro e private vennero salvaguardate dalla Federazione di Bologna del Partito comunista italiano. Poco tempo dopo l’intero fondo fu affidato all’allora Istituto Gramsci Emilia-Romagna, ora Fondazione, che lo tutela e ne garantisce la pubblica consultazione.
GIUSEPPE DOZZA
Nato a Bologna il 29 novembre 1901, Giuseppe Dozza è stato tra i fondatori del Partito comunista d’Italia a Livorno nel 1921. Perseguitato dal fascismo, visse tra la Francia e l’Unione Sovietica fino al 1943, anno in cui tornò in Italia figurando tra i principali organizzatori della Resistenza in
Emilia-Romagna. Fu membro dell’Assemblea Costituente, occupandosi principalmente del rapporto tra Stato ed enti locali. Nominato sindaco di Bologna dal Comitato di Liberazione Nazionale al termine della guerra, e riconfermato dal voto popolare nelle elezioni del 1946, ricoprì tale carica ininterrottamente fino al 1966. La ricostruzione della città dalle macerie fisiche e sociali del conflitto fu il primo gravoso compito del neosindaco, in seguito artefice dello sviluppo dei servizi per la cittadinanza (a titolo di esempio si possono citare la rete degli asili comunali, l’investimento sul trasporto pubblico e il palazzo dello sport). Nel corso dei suoi mandati alimentò la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, processo culminato con l’istituzione, nel 1964, dei Consigli di quartiere, nati anche grazie all’intenso e proficuo confronto politico con il rappresentante democristiano Giuseppe Dossetti. Per ragioni di salute fu costretto a dimettersi da sindaco nel 1966, lasciando l’incarico a Guido Fanti.
LA MOSTRA
Oggi, nel 50° anniversario della scomparsa, la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna presenta un’esposizione di alcuni materiali conservati nel suo archivio, rappresentativi delle tematiche che maggiormente emergono dalle carte e dalla biografia stessa di Dozza: la militanza antifascista e l’esilio in Francia, l’attività politica e amministrativa, il rapporto con la cittadinanza, le relazioni affettive, la passione per la montagna.
La documentazione rappresenta soltanto una minima selezione del fondo che comprende complessivamente 57 faldoni di carte, manifesti, oggetti e 5 di stampe fotografiche.
La descrizione dell’archivio è stata pubblicata in Il Fondo Giuseppe Dozza, a cura di Virginia Sangiorgi e Paola Zagatti, con saggi di Luca Baldissara e Tiziano Ravagnani, nella collana E.R.B.A. della Regione Emilia-Romagna (1994).
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