Bilancio sociale 2021 2022

17 5. Ricerca e pubblicazioni Citando l’atto costitutivo della Fondazione, tra i nostri principali obiettivi oltre a l’organizzazione di corsi, convegni, pubblicazioni vi è come elemento fondamentale la promozione di ricerche. La Fondazione nasce quindi quale luogo di scambio tra culture e saperi, un punto di riferimento per l’aggregazione di gruppi di lavoro, un luogo in cui viene promossa la ricerca che coinvolge giovani studiosi e la nascita di gruppi di studio, spesso coordinati da docenti universitari come referenti. Le ricerche che si sono succedute nel tempo hanno spaziato in ambiti come quello storico, sociale, antropologico, delle relazioni internazionali, della storia culturale e dell’attualità; sempre privilegiando la collaborazione con altri enti di ricerca pubblici e privati, soprattutto l’università, e il dialogo tra i luoghi del sapere scientifico e la società civile. La finalità di unire l’utilità scientifica e sociale per la comunità di riferimento e allo stesso tempo gli obiettivi del gruppo di ricerca o del ricercatore ha consentito, tra l’altro, l’apertura di un dialogo con le amministrazioni e le istituzioni del territorio, un confronto attivo e proficuo. Alcune pubblicazioni del passato, frutto di ricerche, o atti di convegni organizzati dalla Fondazione Il Pci davanti alla sua storia: dal massimo consenso all’inizio del declino. Bologna 1976, a cura di Paolo Capuzzo (Roma, Viella, 2019). Frutto del lavoro del gruppo di studio e ricerca composto da giovani ricercatori sulla storia della cultura politica della sinistra italiana in età contemporanea, coordinato da Paolo Capuzzo e dal 2020 affiancato da Luca Baldissara nel coordinamento delle attività. Il gruppo di ricerca ha contribuito alla costituzione di una raccolta di testimonianze orali, che continua ad aumentare nel tempo, sulla storia italiana della seconda metà del Novecento. Giovani in lista d’attesa. Le giovani generazioni e il lavoro a Bologna. Realtà e aspettative, a cura di Matilde Callari Galli (Bologna, Pendragon, 2016). Frutto del lavoro del gruppo di studio e ricerca sulle Nuove povertà che dal 2014 ha focalizzato la sua ricerca sui giovani e sui processi di inserimento delle nuove generazioni nella vita attiva della città di Bologna. Tra il 2014 e il 2016 è stata svolta un’indagine empirica con l’obiettivo di individuare e descrivere le dinamiche lavorative dei giovani che abitano a Bologna: 70.000 persone tra i 18 e i 34 anni. La ricerca, svolta su un campione di mille giovani ha visto l’applicazione di un metodo innovativo e composito, che all’aspetto strettamente quantitativo ha unito un approfondimento di carattere qualitativo, con interviste in profondità, focus group, discussioni, colloqui brevi e focalizzati su temi specifici, espressioni di opinioni personali. La ricerca è stata coordinata da Matilde Callari Galli e condotta da un gruppo di studiosi e ricercatori attivo dal 2009 presso la Fondazione composto da diverse professionalità. Vedere la povertà. Una ricerca sui processi di impoverimento a Bologna, a cura di Matilde Callari Galli (Milano, Unicopli, 2013). Frutto di una ricerca empirica condotta tra il 2010 e il 2011 dal gruppo di ricerca sulle Nuove povertà. Il gruppo ha posto a base del proprio metodo di lavoro e di riflessione la convergenza di discipline appartenenti alle diverse scienze sociali ‐ antropologia, analisi statistica, sociologia, economia, linguistica ‐ ma affiancandole con le testimonianze di chi per lavoro, per vocazione o per propri vissuti è a contatto quotidiano con la povertà. La vita in rosso. Il Centro audiovisivi della Federazione del Pci di Bologna, a cura di Chiara Nicoletti (Roma, Carocci, 2009). Il volume analizza una particolare collezione di film e documentari, il Fondo Gramsci, il quale, in un periodo che va dalla fine degli anni Cinquanta alla fine degli anni Settanta, costituiva il Centro audiovisivi della Federazione del Pci di Bologna. La collezione, composta prevalentemente da documentari di carattere socio-politico e propagandistico, raccoglie audiovisivi realizzati sia a livello locale che nazionale, sia provenienti dall’estero. I saggi presenti mettono in luce i differenti punti di vista attraverso i quali può essere osservata questa collezione di audiovisivi. Una libertà di studio che dimostra come le immagini contenute nel Fondo Gramsci possano costituire un’importante fonte archivistica di ricerca per discipline differenti, un bacino di nuovi spunti di riflessione per affrontare con uno sguardo innovativo e originale la complessa storia dell’epoca.

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