Bilancio sociale 2021 2022

50 Indagine sul lavoro culturale Nel 2017 l’AICI con la collaborazione della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna promosse la prima indagine sul lavoro culturale negli istituti associati con l’intento di conoscere lo stato delle cose e di avviare una riflessione comune per valorizzare le competenze in campo, contemplando anche la verifica e l’innovazione degli aspetti contrattuali. Nel 2022, in coincidenza con l’VII Conferenza annuale di AICI che si è svolta a Napoli, è stato presentato l’aggiornamento dei dati del 2017, elaborati dopo una seconda indagine che in buona parte ha voluto ripercorrere i temi e i nodi problematici della precedente. In fase di progettazione della ricerca e poi del questionario si sono dovute fare scelte precise, limitando i temi da trattare e le domande, per non eccedere nella lunghezza e complessità di un questionario che anche così, seppur rivolto a un campione di rispondenti ristretto e potenzialmente ben disposto a un’attenta compilazione, è risultato certamente esigente dal punto di vista delle informazioni richieste. Alla luce di ciò, il riscontro alla richiesta di collaborazione rivolto ai soci AICI - e quindi in definitiva la rappresentatività dei rispondenti rispetto all’universo di riferimento - è stato molto più che soddisfacente. Proprio per la scarsa conoscenza numerica e quantitativa, delle dimensioni del lavoro negli istituti culturali, si è lavorato su domande perlopiù a risposta chiusa, che potessero restituire un quadro conoscitivo di base su cui innestare ogni altra riflessione e che fosse utile sia agli attori interni sia agli attori esterni per prendere consapevolezza dell’importanza, delle caratteristiche, dei punti di forza e di debolezza del settore anche in termini di risorse umane in esso impiegate. La ricerca si è collocata temporalmente in uno dei periodi recenti più delicati per la vita e la salute pubblica, e di riflesso anche per lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa ed economica: quello della pandemia Covid-19 e del “lockdown”. Nella costruzione del questionario se ne è tenuto conto e parte delle domande ha riguardato gli effetti di questa situazione. Si ipotizzava però che fosse troppo presto per rilevare gli effetti della crisi sul settore e i risultati emersi sembrano averlo confermato: mentre si sono registrate conseguenze sulle attività degli istituti culturali, infatti, le ricadute in termini economici ed occupazionali sembrano contenute. Gli effetti sono stati limitati dalle misure emergenziali di sostegno pubblico all’economia e all’occupazione. Sarà certamente interessante riaffrontare il tema a una maggiore distanza di tempo, per approfondire i cambiamenti che la pandemia ha innescato nell’attività degli istituti culturali, in termini di sostenibilità finanziaria ed occupazionale, certo, ma anche in relazione a identità, ruoli, finalità e modalità operative. Nel 2023 sono 154 i soci che aderiscono all’AICI. Il personale occupato tra lavoratori retribuiti (dipendenti, autonomi, occasionali), stagisti, tirocinanti, servizio civile e volontari supera senz’altro le 2.000 persone.

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