Bilancio sociale 2021 2022

7 Nota metodologica 2021-2022 Questo bilancio sociale copre due esercizi e in questo modo sintetizza e chiude un periodo - quello del Covid - drammatico per le persone e impegnativo per le organizzazioni, che hanno dovuto mettere alla prova le loro capacità di resistenza e di rinnovamento. Le poche riflessioni che seguono toccano dunque due specifici aspetti, entrambi riferiti al costrutto organizzativo e operativo della Fondazione: le modalità di rendicontazione (con le particolarità che meritano d’essere sottolineate) e un accenno alle modifiche e agli sviluppi indotti proprio dalla pandemia sulle organizzazioni, e segnatamente sulla Fondazione. Sotto il profilo metodologico non ci sono particolari novità da segnalare: i riferimenti principali sono quelli classici della rendicontazione sociale e di sostenibilità (in sostanza le indicazioni dei principali standard, come il GBS e il GRI), ma si è tenuto conto delle novità in materia, quali le Linee guida per la redazione del bilancio sociale (Adozione delle Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore, D.M. 04.07.2019). Per quanto la Fondazione non rientri nel novero degli ETS previsti dalla legge, si è ritenuto utile considerare gli spunti e gli indirizzi dottrinari presenti nel decreto. Si è inoltre tenuto conto del dibattito in corso sugli enti culturali e sulle loro prospettive, con le connesse ipotesi di comunicazione e rapporti con gli interlocutori. Per il lettore può essere però più interessante la messa in rilievo di alcuni aspetti specifici di questo bilancio che, in breve, possono essere indicati come un impegno di chiarezza sui caratteri economici e organizzativi dell’Ente. Così è per gli aspetti più direttamente economico-finanziari e per quelli riguardanti le performance delle attività caratteristiche (biblioteca, archivio, digitalizzazione, ecc.). Uno degli impegni che si tenta di perseguire con questo documento è infatti il “dare conto” del modo in cui le risorse sono state reperite e impiegate, cioè dell’efficienza che si è stati in grado di fornire al raggiungimento degli obiettivi istituzionali. Per questo ci si potrà rifare in particolare alla terza e quarta parte. Una breve considerazione invece sul senso (si potrebbe dire “storico”) di questo rendiconto che copre il biennio in cui si è dovuto fare i conti con la pandemia. Come si vede dalle pagine che seguono, in questo periodo le attività non si sono ridotte, ma si sono invece consolidate e in qualche caso perfino aumentate (si rimanda alla parte quarta). Potrebbe sembrare un dato in controtendenza, considerando che le attività culturali, al pari di quelle economiche, sono per loro natura sociali e relazionali e che proprio questi due aspetti sono stati più direttamente colpiti dalla pandemia. Il fatto è che socialità e relazioni possono tuttavia continuare a esistere se, al pari, esistono innovazione e consolidamento, se cioè i modi in cui le attività della Fondazione si realizzano si basano sulla consistenza e forza dei rapporti con i propri pubblici e sullo sforzo di innovare metodi, sistemi e dotazioni tecniche. Saranno per altro questi gli argomenti principali dei quali si darà conto nelle prossime edizioni, che sicuramente comporteranno ulteriori modifiche formali e di sostanza, rivolte comunque a dare conto delle relazioni tra attività compiute e finalità e missione dell’Ente. Mario Viviani

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