Una prima riflessione sul ruolo della grammatica in una media di primo grado: tra la mitica Maria Luisa Altieri Biagi e le dieci tesi del GISCEL: è un invito che ci fa un collega, e una promessa di proseguire la discussione
Ogni volta che organizzo, per la mia classe, una lezione di riflessione grammaticale, mi tornano alla mente le parole che Altieri Biagi scriveva in un libro del 1978, Didattica dell’Italiano: “l’importanza della riflessione linguistica risiede (…) nella sua capacità di attivare processi di pensiero”.
E, puntualmente, mi domando se i miei insegnanti, che ho avuto nel corso della scuola dell’obbligo, avessero letto o meno questo libro (o, almeno, qualcosa di simile)…direi proprio di no, altrimenti c’è da chiedersi come avrebbero mai potuto ipotizzare che lo studio della grammatica, così come da questi proposto (definizioni e minute classificazioni avallate da ricchi esempi tratti da illustri scrittori e, a seguire, il nostro addestramento pratico sulle regole introdotte attraverso esercizi di “meccanica applicazione”), potesse generare dei processi di pensiero, quando, di fatto, lo stesso riusciva a malapena a far ritenere nella memoria – e solo per un po’ di tempo! – le definizioni così acquisite.
E’ da ritenere che, verosimilmente, uno studio della grammatica organizzato in tal modo non si ponesse neanche la finalità di attivare dei processi metacognitivi.
Anche io, d’altronde, ho compreso fino in fondo la portata dell’insegnamento di Altieri Biagi solamente quando ho frequentato i corsi di didattica della lingua italiana presso la S.S.I.S. di Bologna.
Ho, così, conosciuto il GISCEL e le sue Dieci Tesi (un testo del 1975!…mi immalinconisce il pensiero che durante i diciassette anni che ho passato sui banchi da studente nessuno me ne avesse mai parlato…).
Secondo l’insegnamento dei ricercatori e degli insegnanti del GISCEL, la riflessione grammaticale si realizza, anziché fornendo agli studenti dei pacchetti di conoscenze già strutturati, cercando piuttosto di coinvolgerli nella costruzione delle loro conoscenze, mettendo in movimento – attraverso la metodologia della “scoperta” – le capacità di base, quali l’osservazione, la classificazione, il confronto, l’inclusione, la categorizzazione….
Riflessione grammaticale, quindi: più impegnativo per l’insegnante, certo, ma sicuramente più appagante, sia perché aumenta la motivazione degli allievi, sia perché tutto quello che è il risultato di una scoperta rimane di più e più a lungo nella memoria.
La riflessione grammaticale è un percorso di scoperta che deve partire da un problema linguistico per arrivare alla definizione di una regola. Il punto di partenza verrà presentato, quindi, sotto forma di un problema, magari coagulato in una domanda; si potrebbe, ad esempio, prendere lo spunto da un errore ricorrente nelle produzioni linguistiche dei ragazzi oppure da una regola già conosciuta ma restituita in forma dubitativa (ad esempio: “è vero che in italiano l’articolo precede sempre il nome?”) per poi stimolare i ragazzi a produrre esempi ed indurre loro ad interpretarli e manipolarli finchè non si perviene alla negoziazione (e, dunque, definizione) di una regola, definitiva solamente sino a quando non si siano trovati altri esempi o ragionamenti che possano smentirla in tutto o in parte.
Per esperienza diretta, questa volta da insegnante, posso riferire che i ragazzi si “accendono” subito durante le lezioni così organizzate e, incredibile a dirsi, il suono della campanella che segna la fine dell’ora arriva poi loro come un insolente segnale di disturbo.
Obiettivo finale ed ambizioso di questi percorsi di scoperta è accompagnare lo studente in quel processo di transizione che lo porterà a ritrovare e a riportare a livello consapevole – sotto forma di ipotesi descrittive ed esplicative della lingua italiana (piuttosto che come precetti che è imperativo seguire) – le regole interiorizzate e già in opera nelle loro menti, conseguendo, per dirla con Dewey, la formazione del “pensiero riflesso”.
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(Le dieci tesi per l’insegnamento della lingua al link:
http://www.societadilinguisticaitaliana.org/SLI_gen/dieci_tesi.htm :
il sito del GISCEL: http://www.giscel.org/ )