A Coccoglio, un paese del bresciano, l’amministrazione comunale ha lanciato un’ operazione, chiamata White Christmas, di verifica degli immigrati clandestini. (http://www.quibrescia.it/index.php?/content/view/15398/218/)
Un ennesimo episodio di quella mentalità razzista che si sta diffondendo in Italia e che, giustamente, suscita l’indignazione di Giancarla Codrignani .
Ditemi che non è vero che a Coccaglio ci sono donne nel governo di un Comune che ha “democraticamente” deliberato che la vecchia, tenera canzone White Christmas sia pretestuoso titolo per una campagna razzista affinché il Natale in quel miserabile paese sia “bianco” non per innocua neve, ma per bianchezza di pelle. Ditemi che c’è almeno un gruppo organizzato di donne che si è ribellato alla vergogna di negare agli stranieri di partecipare alla festa di commemorazione di un bimbo mediorientale che nasce, povero, in una stalla e deve subito fuggire dal suo paese perché perseguitato.
Mi ripugna, certo, pensare che non ci siano nemmeno uomini non complici, magari dei buoni cristiani o un parroco coerenti con se stessi; ma voglio specificamente parlare non di teorie femministe, ma di “cuori di donne”, di “viscere materne” e di tutta la retorica che da secoli ci viene propinata sul nostro genere.
Diciamo pure la vergogna del generale sfruttamento degli immigrati; ma nessuno può più ignorare che il colore della pelle è una contingenza, che se abbiamo bisogno di una trasfusione il solo impedimento è la qualità del sangue, che la stessa parola “razza” è un errore scientifico. Ed è vergogna maggiore che non si riconosca la comune origine di tutti da un grembo di donna, che ovunque prova le stesse pene e che nella durata del tempo soffre le stesse soddisfazioni o delusioni da figli che crescono bene o male non a causa delle madri; le quali, comunque, si sentono sempre in colpa.
Eppure ovunque, in questo dilagare di violenza contro chi è come eravamo noi pochi anni fa, quando andavamo nel mondo carichi di miseria, di ignoranza e di delinquenza da fame (in un secolo e mezzo di storia abbiamo prodotto più o meno trenta milioni di italiani sparsi nel mondo), manca un sussulto culturale di donne ribelli al pregiudizio xenofobo in nome della propria responsabilità di cittadine nonviolente. E proprio noi, non si sa come, abbiamo educato figli che negli stadi contestano il calciatore Balotelli e lo ritengono, lui, cittadino italiano, indegno di rappresentare il nostro paese nella nazionale perché non bianco di pelle.
Fa paura pensare ad un governo che per legge ha reso reato l’immigrazione clandestina – di per sé giuridicamente non diversa dal turismo – e alla cultura che sta producendo: l’amministrazione di Ceresara e quella di San Martino dell’Argine (Mn) hanno pubblicato un “bando” per invitare i cittadini a denunciare gli immigrati irregolari. I più giovani, ragazze e ragazzi, sappiano che è incominciato così, partendo gradualmente dal pregiudizio introiettato dai loro nonni e, ahimé, dalle loro nonne, l’antisemitismo nazista. Così infatti si delegittimarono i cittadini italiani di “razza” ebraica, così uomini e donne in Germania accettarono di veder fumare i camini.