L’Archivio del Partito comunista italiano, Federazione di Bologna 1943-1991 (con documenti dal 1905 al 1992), è conservato e consultabile presso la sede della Fondazione.
Si compone di 969 buste con all’interno 36 registri, 5.103 fascicoli e 88 volumi, insieme documentario di fonti per la storia di tutta l’attività del Pci bolognese nella seconda metà del ‘900, in relazione alla città e all’amministrazione locale.
La Federazione bolognese del Partito comunista italiano (Pci) si ricostituì ufficialmente tra il 20 e il 21 agosto 1943, quando in un appartamento di via Fondazza a Bologna si tenne la prima riunione del Comitato federale, l’organismo di direzione politica della Federazione. Molti dei dirigenti presenti all’incontro erano reduci dal carcere e dal confino di polizia e l’organizzazione comunista contava appena 1.500 iscritti, fino ad allora costretti alla
clandestinità.
Il Pci era nato a Livorno il 21 gennaio 1921, con l’iniziale denominazione di Partito comunista d’Italia (Pcd’I), a seguito della secessione dei massimalisti, esponenti dell’indirizzo rivoluzionario, dal Partito socialista italiano (Psi). Pochi giorni dopo, il 31 gennaio 1921, anche a Bologna, in ossequio ai deliberati del congresso livornese, i soci dell’Unione socialista bolognese, aderenti all’indirizzo Bombacci-Bordiga, avevano fondato una sezione comunista.
Tra i comunisti bolognesi più noti vi erano Enio Gnudi e Giuseppe Dozza , segretario della locale Federazione giovanile comunista d’Italia (Fgcd’I), sorta già il precedente 29 gennaio. Il 20 marzo presso il circolo Ca’ de Fiori dei ferrovieri nel quartiere della Bolognina fu convocato il primo congresso provinciale del Pcd’I. Tra il 1921 e il 1930 la Federazione bolognese celebrò quattro congressi: dopo quello costitutivo del 1921, il II congresso si svolse a Bologna il 29 gennaio 1922, mentre il III e il IV, tenuti entrambi in clandestinità, si svolsero rispettivamente nell’autunno del 1925 nell’abitazione bolognese di Bruno Monterumici e nel settembre 1930 in una casa in via Ferrarese a Bologna. Il V congresso della Federazione bolognese, il primo dopo la Liberazione, si svolse tra il 30 settembre e il 2 ottobre 1945 a Bologna, presso l’Arena del Sole e la Sala Farnese di Palazzo d’Accursio. In quella circostanza 500 delegati parteciparono in rappresentanza di circa 57mila iscritti. Ad aprire il congresso fu il sindaco di Bologna Giuseppe
Dozza. L’assise bolognese elesse 70 delegati al congresso nazionale, il V nella storia del Pci e il primo del “partito nuovo”, convocato a Roma per il 29 dicembre 1945.
Intanto il 10 gennaio 1949 era stata fondata a Bologna la Scuola nazionale di partito intitolata ad Anselmo Marabini, destinata a divenire il principale istituto per la formazione dei quadri politici dell’organizzazione a livello nazionale. Anche l’archivio della Scuola è depositato e consultabile presso il Gramsci.
Tra il 1945 e il 1991 la Federazione bolognese del Pci, che ebbe sede in via Barberia 4, celebrò 17 congressi provinciali. Il 3 febbraio 1991, a conclusione del XX congresso nazionale inaugurato a Rimini il precedente 31 gennaio, il Pci deliberò il proprio scioglimento, promuovendo contestualmente la costituzione del Partito democratico della sinistra (Pds).