Elementi di base della scrittura espressiva nella scuola media: un modo per accompagnare la crescita dei ragazzi, un formidabile metodo che dalle prime formulazioni (E. Bing, Ho nuotato fino alla riga, Feltrinelli 1997) continua ad essere propositivo.
Premessa
Sono un insegnante di scuola secondaria di primo grado, con poca esperienza d’insegnamento nella scuola media, perché, fino all’a.s. passato, ero nei ruoli della scuola elementare.
Un percorso che ritengo molto importante – sotto vari profili (didattico, pedagogico, motivazionale, della socializzazione…) – e che ho attivato nella mia classe prima (durerà sicuramente fino alla fine del primo quadrimestre e, con ogni probabilità, per tutto l’anno scolastico) è quello che abbiamo chiamato “laboratorio di scrittura espressiva” (la denominazione è stata, infatti, negoziata con i ragazzi).
E’ un laboratorio di scrittura strutturato sulla falsariga di quei modelli già teorizzati ed elaborati da Elisabeth Bing.
Ritengo molto motivante un’attività di questo genere, per averla sperimentata – con effetti eccezionalmente ed inaspettatamente positivi sulla mia “propensione” a scrivere – proprio sulla mia “pelle”, da studente, quando frequentavo i corsi della S.S.I.S. presso l’Università di Bologna.
Ho ritenuto proficuo iniziare tale percorso sin da subito, a settembre, con il precipuo intento di consentire ai ragazzi di conoscersi l’un l’altro, di entrare in condivisione di taluni “spaccati” di storia vissuta dai propri nuovi compagni (con i quali dovranno trascorrere assieme i prossimi tre anni, sui banchi della stessa classe) e, dunque, di agevolare i processi di socializzazione: questo tipo di attività, infatti, se attuata fin dai primi giorni di scuola, avrà senz’altro una ricaduta positiva sulla realizzazione di un gruppo di classe affiatato.
E’, inoltre, un’attività che induce a sollecitare e sviluppare tutte le abilità dell’italiano e che consente addirittura (anche attraverso elaborazioni metacognitive) una riflessione sulla lingua stessa, conformemente, peraltro, a quanto normato dalle Indicazioni per il curriculo.
Il laboratorio ha luogo solitamente il giovedì, dalle 11.00 alle 12.00.
Fasi
Nel corso del primo incontro, ho spiegato diffusamente ai ragazzi in cosa consiste l’attività, premurandomi di esplicitare loro che si tratta di un’attività di scrittura (ma non solo!), nello svolgimento della quale nessun ragazzo, in qualsivoglia momento dell’attività, verrà “giudicato” né dall’insegnante, né dagli altri ragazzi.
L’ora di laboratorio è articolata in più fasi, secondo quanto segue:
1) lettura ad alta voce, a cura dell’insegnante, di un testo (“testo-stimolo”), alla quale i ragazzi prestano la massima attenzione;
2) scrittura di un testo (è importante, in questa fase, assegnare un tempo massimo per l’esecuzione di questo): lo studente, muovendo dalla forma del “testo stimolo” appena letto ed attestandosi sulla stessa, produce un testo originale quanto al contenuto e, quindi, un testo che possa essere considerato “proprio del ragazzo”;
3) i ragazzi si avvicendano nella lettura, ad alta voce, dei propri elaborati, mentre il resto della classe rimane attenta all’ascolto;
4) eventuale commento dei testi da parte dell’insegnante, solamente in caso di errata esecuzione della consegna.
Il riscontro degli elevatissimi livelli motivazionali alla scrittura è sin troppo evidente: i ragazzi mi chiedono spesso di poter scrivere alla nostra maniera, anche nelle giornate deputate ad altre attività [forse anche perché alcuni esercizi di scrittura si prestano ad essere svolti – e, di fatto, sono stati svolti – fuori dell’aula scolastica (cortile, giardino, strada, ….].
Aggiungo: anche quei ragazzi – che solitamente hanno un approccio poco motivato alle altre discipline – dimostrano un interesse ed un coinvolgimento alle attività in questione di grande spessore.
Esempi di testi proposti finora
R. Barthes, Mi piace, non mi piace; E. Bing, Se fossi…; E. Bing, …un certo odor di bucato; E. Bing, Il nominato; E. Bing, Sento…; G. Perec, Miniricordi; R. Barthes, Anamnesi; J. L. Borges, L’aleph; M. Duras, Fotografia immaginaria; C. Govoni, Le cose che fanno la domenica; M. Aub, Delitti esemplari; J.J. Rousseau, da Le confessioni; R. Camus, Biografemi; N. Revelli, Piccole biografie portatili (da: Il mondo dei vinti); L. Romano, album fotografici (da: Romanzo di figure); W. Benjamin, da Infanzia berlinese.