Alessandro De Angelis
I comunisti e il partito. Dal “partito nuovo” alla svolta dell’89
Carocci, Roma 2002
€ 25
Indice
Prefazione di Mariuccia Salvati
Premessa
Introduzione
Parte prima
Il primato della politica e la forma partito
1. Gramsci, la teoria politica e il moderno Principe
1.1 L’egemonia e le sue forme
1.2 Gramsci, il “suo” tempo e la scienza storica della politica
2. Quando il partito era “nuovo”
2.1 Le Lezioni sul fascismo, i fronti popolari e la forma partito fascista
2.2 Il paradigma di Salerno: classe, nazione, partito
2.3 Democrazia organizzata e caso italiano
2.4 Il primato della politica e il “partito nuovo”
2.5 Gli Statuti e la via italiana (1945-46)
Parte seconda
Il PCI di Berlinguer tra “compromesso storico” e socialismo
3. Il “partito nuovo” e il possibile approdo al governo (1968-74)
3.1 La transizione tra due fasi (1956-68)
3.2 Il “compromesso storico”
3.3 Berlinguer e lo sbocco politico: una logica cumulativa
3.4 Il ritorno dell’uguale come tattica
4. Apocalittici e integrati: la sfida dei socialisti (1974-79)
4.1 Dalla liturgia comunista al confronto con “Mondoperaio”
4.2 Il Vangelo comunista: crisi, austerità, salvezza
4.3 Dal confronto con i socialisti all’arroccamento ideologico
4.4 Le divisioni interne
4.5 Togliatti non si tocca?
Parte terza
L’autoreferenzialità del partito e la lunga agonia
5. Il ritorno all’opposizione (1979-81)
5.1 La cultura politica del compromesso storico
5.2 Il ritorno all’opposizione
5.3 Il PCI tra identità e legittimazione: la cultura politica dei programmi
5.4 Annus horribilis: strategia del “compromesso”, tattica dell'”alternativa”?
5.5 Lo Statuto del XV Congresso
5.6 Il paradosso dell’alternativa ovvero l’autoferenzialità del partito
6. Crisi e fine del PCI negli anni Ottanta
6.1 La cultura politica dei quadri
6.2 Da Berlinguer a Natta
6.3 Il nuovo corso di Occhetto
6.4 1989: nomina sunt consequaentia rerum
Indice dei nomi
Scheda
Non una tradizionale storia del PCI, piuttosto una innovativa storia della cultura politica della élite comunista italiana vista attraverso la riflessione sul partito: Gramsci, Togliatti, il “partito nuovo”, il confronto con i socialisti, il “compromesso storico”, la svolta di Occhetto. Lo studio, attraverso una puntuale analisi delle fonti, si incardina sul concetto di forma partito e si confronta in maniera originale con temi su cui la storiografia sta iniziando a riflettere. In particolare si analizzano i principali aspetti della politica comunista degli anni Settanta in cui il PCI non colma il divario tra ideologia e scelte politiche reali. Le oscillazioni tattiche di Berlinguer tra lotta e governo, tra Ingrao e Amendola, tra identità e legittimazione evidenziano come l’apparato modellato su base classista e rigidità organizzativa detti le necessità alla politica e non viceversa. Per De Angelis le scelte di Berlinguer si traducono in una crisi irreversibile, legata all’ambiguità di una politica “conservatrice e rivoluzionaria” ma mai consapevolmente riformista e ad una forma partito disegnata per un’altra strategia.