“Oggi l’esule è colui che incarna meglio, modificandone il senso originario, l’ideale che Ugo di San Vittore così formulava nel XII secolo: ‹L’uomo che trova dolce la sua patria non è che un tenero principiante; colui per il quale ogni terra è come la propria è già un uomo forte; ma solo è perfetto colui per il quale tutto il mondo non è che un paese straniero› (io che sono un bulgaro che abita in Francia, prendo a prestito questa citazione da Edward Saïd, palestinese che vive negli Stati Uniti, il quele l’aveva trovata, a sua volta, in Erich Auerbach, tedesco esule in Turchia).”
(T. Todorov, “La conquista dell’America. Il problema dell’‹altro›”, Torino, Einaudi, 1992, pp. 302-303)