“L’amore come viene. Il disinteresse per la politica. Il lavoro con poca ambizione. Emozioni zero. Ritratto di una generazione incapace di volare.” Questo è il sottotitolo di un articolo pubblicato su “L’espresso” (n. 20, anno LII, 25 maggio 2006), che disegna il profilo dell’ultima generazione e che non si discosta molto da altre analoghe raffigurazioni.
Debbo dire che, mentre leggevo, provavo un certo fastidio: questi tentativi di semplificazione si scontrano sempre con la mia quotidiana esperienza d’incontro con giovani studenti. I quali mi appaiono davanti agli occhi in un’infinita varietà di modi d’essere e di sentire, che non tollera il tentativo di essere racchiusa in uno schema univoco. Questa constatazione, sebbene di natura empirica, mi conforta alquanto; non mi condanna come insegnante all’impotenza di fronte ad una descrizione che, come un’unica istantanea, fissa una realtà irrigidita in forme immodificabili.