Ricevo un messaggio da una degli studenti perduti: dice che legge le sogliole e diventa triste perché dietro c’è una vita di cui le non fa più parte, poi si riprende e scrive “ma noi saremo sogliolette per sempre”!
Queste sono le cose che fanno più bene, alzano il livello di endorfine come prendere il primo sole o mangiare cioccolata.
Poi però penso a Tzao che fa molte assenze, pensa di lasciare la scuola (mi sento meno solo a casa nella mia stanza che qui in classe), a Daniel che parla di mollare e mastico amaro: se gli sforzi per l’integrazione e l’inclusione a volte falliscono il meccanismo dell’esclusione non s’inceppa mai !
Io li bracco, gli parlo, ci fermiamo nei corridoi, ci salutiamo in centro, vanno bene nelle verifiche, ma mi sembra di vederli sbiadire inesorabilmente come in un film di Woody Allen: gli sforzi di uno, di due non bastano , troppo estranei i meccanismi scolastici, troppo lontani e incerti i risultati promessi a fronte di guadagni immediati e inclusione sociale in un gruppo, anche se deviante.
Chiedo aiuto ai compagni, spero nella forza della classe e poi mi ripeto che non posso fare tutto, che non sarebbe un mio fallimento…
15/04
Discutiamo di “Juno” prima dell’inizio delle lezioni: il gruppetto di quinta problematizza, qualcuna rimpiange il finale non abbastanza tranquillizzante, alle ragazze di terza è piaciuto di più, si sono ritrovate nei dubbi solitari, nei cambi d’umore.
Mi sembra di vedere nei due anni di differenza già un salto generazionale, un atteggiamento diverso. Le ragazze di quinta criticano il comportamento dei genitori, quelle di terza lo apprezzano.
Mentre le guardo discutere penso a quanto la politica che parla, urla di famiglia e nascite sia lontana da loro che sono le madri di domani, forse di oggi.
23/04
Partiamo in tre per la Germana, ultimo incontro del Comenius; vengono con me due ragazzi che hanno ospitato strati di tedeschi e polacchi nel meeting di Rimini: Andrea, capelli biondi sulle spalle, chitarrista gothic metal, e Michela, ballerina Hip Hop, riccioli scuri.
Parlano fitto in aereo e in treno, non vedono l’ora di ritrovare Robin, Dominik, Ebru (la semiturca), Anna e di essere nel cuore urbano, postindustriale dell’Europa.
24/04
La primavera qui comincia oggi, piccole foglie sui rami, timidi soli; conigli saltellano su un territorio ondulato sul quale gli eserciti hanno fatto avanti e indietro per metà del novecento: siamo ad un passo da Maastricht, nel mercato si vendono pacchi da 50 di tulipani, cialde belghe e rabarbaro.
L’Europa è davvero un miracolo vista da questo suolo intriso di sangue: questa è la città di Goebbels,.
25/04
Aquisgrana!! Il trono di Carlo Magno, il lampadario donato al Duomo da Barbarossa, i caffè all’aperto, le pasticcerie che profumano di zenzero, la fontana mobile…Robin e Andrea sembrano fratelli.
Robin è premuroso e gentile, ha vissuto a Chicago e parla un inglese naturale e fluido: Andrea mi dice “lui si che con l’inglese la manda!”.
26/04
Andrea e Michela seguono le lezioni e capitano nel giorno della visita al consultorio: si va accompagnati dall’insegnante in orario, poi ci si divide e si seguono incontri separati.
Mi raccontano di molta attenzione, qualche risatina imbarazzata…Michela chiude sconsolata “Noi prof. impariamo facendo”.
Conigli brucano tranquilli nelle aiuole spartitraffico.