Un editore di prestigio pubblica il breve testo di un celebre studioso inglese, del 1930, seguita dal commento di uno specialista italiano: solo cinque euro e mezzo per alcune decine di pagine, di sobria e accurata costruzione grafica.
Tutto nel libriccino fa pensare che per l’Italia si tratti di un inedito – il raffinato ripescaggio di un testo mai tradotto. E ad ammantare l’aura del colto ritrovamento contribuisce anche l’uso accorto delle citazioni: solo da testi inglesi o francesi, o senza riferimenti bibliografici. Della frase ripresa da una lettera non è neanche citata una fonte a stampa – forse lo specialista trascrive dal suo archivio personale?
In realtà il testo del 1930 era stato tradotto e pubblicato da almeno due editori. Anche la lettera era stata già tradotta, e così altri testi citati o evocati nel commento – pubblicati più volte, anche da due o tre editori.
Niente di esplicitamente scorretto, intendiamoci. Il testo inglese è presentato in una nuova traduzione. Da nessuna parte si scrive che si tratta di un inedito, né si disconoscono traduzioni esistenti. Solo si gioca con le parole e le citazioni, si copre e si vela, si omette, e si finisce solo per ammiccare.
Tanta inutile disonestà dispiace. L’elegante libriccino rivela un malvezzo editoriale di cui non si vede proprio la ragione: una forma di trascuratezza travestita da snobistico understatement, che rivela scarso rispetto per il lettore.
Forse anche per il colto editore potrebbe valere quel che nel 1930 scriveva, e sia pure per tutt’altro contesto, il nostro studioso: “(L’editoria) Dovrebbe essere un problema da specialisti, come la cura dei denti. Se gli (editori) riuscissero a farsi considerare gente umile, di competenza specifica, sul piano dei dentisti, sarebbe meraviglioso.”
John Maynard Keynes, “Possibilità economiche per i nostri nipoti”,
seguito da
Guido Rossi, “Possibilità economiche per i nostri nipoti?”
Milano, Adelphi, 2009, pp. 52, € 5,50.
Quasi tutti i testi di Keynes citati da Guido Rossi, compreso il saggio tradotto per intero, erano stati pubblicati in italiano in varie raccolte di scritti:
“Come uscire dalla crisi”, a cura di Pieluigi Sabbatini, Laterza, Roma-Bari, 2004 (1983);
“Esortazioni e profezie”, Il Saggiatore, Milano, 1994 (1968);
“La fine del laissez-faire e altri saggi”, Bollati Boringhieri, Torino, 1991.
La bellissima lettera era stata inviata nel 1933 da Keynes al presidente Roosevelt, e pubblicata la prima volta nel “New York Times” – “Caro Presidente, Voi siete diventato il vessillo di tutti coloro che in ogni paese cercano di correggere i mali della nostra condizione per mezzo di esperimenti ragionati…” (“Come uscire dalla crisi”, p. 107).
L’invito a prendere spunto dall’umiltà dei dentisti era rivolto da Keynes all’economia e agli economisti; ma si trattava dell’Inghilterra degli anni Trenta – forse nell’Italia d’oggi si stenterebbe ad associare un dentista all’idea di umiltà.