Questo è il resoconto del convegno tenutosi a Verona che abbiamo ricevuto perché venisse divulgato. Lo facciamo con piacere perché il funzionamento delle scuole di specializzazione per l’Insegnamento secondario era stato sospeso dall’ineffabile Ministro dell’istruzione e nel limbo, che ancora perdura, vi è una commissione che lavora nell’ombra…
Un articolo del professor Scaglioni che contiene una riflessione più approfondita sulla formazione degli insegnanti è consultabile al seguente indirizzo:
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=17284
Come mettere d’accordo maggioranza e opposizione; come ragionare insieme tra politici, insegnanti, docenti universitari e della scuola, genitori e studenti. Questo è avvenuto venerdì pomeriggio al Liceo Montanari di Verona alla tavola rotonda “Insegnanti che sappiano insegnare”, organizzato dall’ANFIS (Associazione Nazionale dei Formatori Insegnanti Supervisori) e dalla SSIS Veneto (Scuola di Specializzazione interateneo per l’Insegnamento Secondario).
Dalla Senatrice Mariapia Garavaglia (Commissione Istruzione del Senato) sono arrivate critiche al progetto di riforma della formazione iniziale degli insegnanti, nato da una commissione formata da soli docenti universitari. Attualmente la formazione dei docenti delle scuole medie e superiori è affidata alle SSIS (Scuole di specializzazione, post laurea, biennali), mentre nel progetto in discussione la formazione degli insegnanti per medie e superiori è nella sostanza separata e ridotta ad un solo anno. Questo progetto, inoltre, “per come si sta realizzando, tradisce la metodologia della SSIS senza presentarne una precisa”.
“Formazione insegnanti significa qualità della formazione alla cittadinanza. Non è facile cominciare a fare gli insegnanti; l’inizio fornisce l’imprinting”. “L’insegnante che sa insegnare è formativo per i cittadini”.
Che sia stato un errore cancellare la SSIS è opinione anche di Morena Martini, assessore Scuola e Formazione della provincia di Vicenza, P.d.L.. Che propone una revisione in positivo delle prime bozze di regolamento e sottolinea il valore di una formazione di qualità e la necessità di un efficace raccordo tra Scuola e Università, anche attraverso l’utilizzo di figure professionali qualificate e competenti, come i SVT.
Giudizio negativo sul regolamento della commissione Israel è espresso anche dal prof. Mario Longo, preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Verona: negativo perché “confuso incompleto e velleitario e non è emendabile, secondo le dichiarazioni dello stesso Israel”. Anche perché nasce da un equilibrio forzoso tra accademici, e non dalle reali esigenze della scuola.
Il prof. Luciano Carazzolo, preside del Liceo Galilei e Presidente del Collegio dei Presidi delle scuole superiori di Verona, sostiene che c’è stato un “dibattito spropositato sul 5 in condotta; lo schema di regolamento sulla formazione degli insegnanti, invece, non lo conosce nessuno”, fatto veramente grave vista l’incidenza che queste norme avranno sulla scuola.
Che sia quanto mai opportuno tenere aperto il dibattito e trovare adeguate ed efficaci soluzioni è opinione espressa anche dal prof. Calogero Carità, preside del Liceo Montanari.
La prof.ssa Paola Dongili, dell’Università di Verona e vicedirettore della SSIS Veneto, ribadisce la bontà dell’esperienza della SSIS che ora viene cancellata. Riprende una nota affermazione dell’umanista Comenius per cui “insegnare è l’arte di insegnare tutto a tutti”. E l’arte, come ci insegnano illustri esempi, non è mai improvvisazione. Occorre inoltre avere strumenti per motivare gli studenti.
È seguito un dibattito che ha coinvolto genitori (presente anche Chiara Crivelli consigliere nazionale A.Ge – Associazione italiana Genitori), studenti e docenti, da cui è emersa la necessità di un sistema di formazione degli insegnanti come ricercatori didattici, come comunicatori, come formatori a loro volta. In questa direzione l’ANFIS, assicura il Presidente dell’associazione prof. Riccardo Scaglioni, che ha moderato l’incontro, si farà carico di proporre modifiche al regolamento, in modo che si salvi l’esperienza positiva delle SSIS.
Insegnanti che sappiano insegnare danno maggiore credito alla categoria, danno anche una possibilità di crescita all’intera società italiana.
In conclusione, da parte degli intervenuti c’è stato accordo sul valutare criticamente il progetto che è in corso di definizione; ma si chiede anche, a tutti coloro che possono essere ascoltati dal Ministro, che si attivino per fare in modo che le prossime generazioni di insegnanti che si formeranno siano davvero capaci di insegnare.