Si chiude, si chiude, un’altra volta è quasi finita, anzi è finita, non c’è altro tempo.
Parliamo dell’estate che verrà, mi raccontano dei lavori che hanno trovato, di quelli che cercano ancora: cercavano da bagnina e faranno le commesse in un mercatone, al chiuso tutto il giorno, solo un giorno libero alla settimana; volevano ridurre l’impegno perché l’anno scorso è stata troppo dura e invece faranno anche due lavori perché servono soldi..
A Davide invece andrà meglio: farà l’animatore in parrocchia, l’anno scorso in un magazzino è stato un massacro, è arrivato a settembre distrutto e sua madre mi ha detto che si sente ancora in colpa.
Jessica tornerà nello stesso albergo, ma sarà più agguerrita, si difenderà meglio.
Monica racconta che lo scorso anno in una tabaccheria nei primi giorni i padroni le insegnavano come non fare gli scontrini, cosa dire in caso di controlli… un bel corso estivo di etica applicata! Lei mi guarda con occhi dolenti, lì non ci torna più.
Questi sono i miei ragazzi, per molti di loro le estati non sono viaggi, libri, noia per pensare.. un po’ è la situazione di molte famiglie, un po’ è la riviera.
Sono in pochi quelli come Giovanni: “Io non faccio niente prof!”
11/6/09
Ho usato gli ultimi giorni anche per introdurre i libri per l’estate: abbiamo letto gli incipit, li ho incoraggiati.. ogni volta aggiungo un po’ più di aiuto nella paura che non ce la facciano, che mollino alla prima difficoltà.
Poi oggi mi arrivano due mail: Giovanni ha apprezzato la “freddezza e la razionalità” in “Se questo è un uomo”, Monica ha letto “I Malavoglia” in due giorni, mi chiede altri titoli “perché Kafka l’ho letto questo inverno”.
Anche io a volte non ho abbastanza fiducia.