Ieri come oggi?
- La propaganda fascista contro l’esercito americano nella seconda guerra mondiale – Italia ieri
- il Manifesto per l’espulsione degli stranieri criminali – Svizzera oggi
(Manifesto del “Nucleo Propaganda”, 1944, Biblioteca Civica di Biella, da L’offesa della Razza).
Il tema della violenza sessuale contro le donne ad opera di individui di un altra “razza” si ritrova spesso nella propaganda razzista perché si presta a fornire un contenuto emotivo forte da utilizzare contro “l’altro da sé”.
Il manifesto raffigura un soldato statunitense, che per la propaganda fascista costituiva l’invasore straniero venuto a occupare la terra italiana. Ciò veniva raffigurato come il tentativo di stupro da parte di un militare nero in preda ad un irrefrenabile desiderio erotico rappresentato dagli sconvolti lineamenti del volto e dalle mani ad artiglio. Nel manifesto si richiama lo spettatore alla difesa della nazione utilizzando l’universo simbolico della propria famiglia messa in pericolo dall’invasore.
Svizzera oggi
Nuova campagna-choc per espulsione stranieri criminali
Promossa dall’ultradestra, il voto fissato per il 28 novembre
ROMA, 5 ottobre;- L’estrema destra populista svizzera (Udc) riparte all’attacco contro gli stranieri e promuove un’ennesima campagna pubblicitaria fatta di manifesti scioccanti a sostegno della propria iniziativa popolare: l’obiettivo è revocare il diritto di soggiorno agli stranieri che abbiano commesso determinati reati, automaticamente e indipendentemente dalla gravità del reato. Il referendum è fissato per il 28 novembre prossimo. Il parlamento elvetico ha elaborato un controprogetto, che sarà ugualmente sottoposto al voto, che si fonda su un elenco limitato di reati: il criterio decisivo per la revoca del diritto di soggiorno è la gravità del reato specifico. (APCOM)
Per illustrare il “sì” alla propria iniziativa il partito di Christoph Blocher riprende la famosa immagine della pecora nera, largamente presente sulle strade svizzere durante le ultime elezioni federali (ed evidentemente vincente, dato l’eccellente risultato del partito).
Per illustrare il “no” al controprogetto del Parlamento, i manifesti dell’Udc puntano sugli effetti forti: sul viso di un uomo muscoloso e barbuto appare una striscia nera con la scritta: “Ivan S., stupratore e presto svizzero?”; la stessa formula viene declinata con “Faruk B., assassino”, “Ismir K., parassita sociale” e “Detlef F., pedofilo”.
Una riflessione
Lunedì 15 novembre 2010 Pia, Lucia ed io, Giovanna, siamo andate a Lugano per la presentazione di Antonia, Capelli editore – Mendrisio, un romanzo di Maria Rosaria Valentini, la cui lettura ci aveva riscaldato il cuore e aiutate a capire un mondo non certo facile, compreso il tema dell’emigrazione, la seconda corrente migratoria, che ha coinvolto molti italiani del Sud a partire dagli anni ’50 del secolo scorso.
Quale choc vedere il manifesto ripreso sopra: “Ivan S., Stupratore e quanto prima svizzero”, campeggiare in una via centrale della linda e ritenuta civile Lugano.
Come persone a conoscenza della storia del nostro paese, l’Italia, ci siamo sentite ferite dalla violenza di quel manifesto.
Non vorremmo che i cittadini svizzeri accettassero, senza reagire, quella manifestazione di puro razzismo, xenofobia.
Una breve parentesi per allontanarci da quella immagine, una per tutte: qualche sprazzo di luce nelle pagine della nostra amica Maria Rosaria.
Nei suoi racconti, racchiusi in un libro prezioso “di armadilli e charango…” incontreremo personaggi come Galeazzo, il suo pioppo e le sue storie di fame, sofferenze, morti, guerra, assurdo…, la ragazza della camicia di fustagno, la morte, sfacciata e puntuale, che falcia i genitori e lei, sedicenne, che seguirà con amore i sui cinque fratelli, il più piccolo di soli due anni: era il dicembre del 1943… E poi tanti altri, uomini e donne, che hanno vissuto, direttamente o attraverso i loro familiari, esperienze tragiche. Sono ebrei, armeni, cileni, africani…che guerre, dittature, genocidi hanno colpito.
Molti di questi personaggi, tali nelle pagine, ma veri al momento di raccontare le loro storie, sono arrivati in Svizzera o hanno abitato in questo paese, così vicino al nostro. In tutti si ritrova una grande umanità che nasce dalla sofferenza.
Ecco, Maria Rosaria dà vita, con un linguaggio profondo, toccante, lucido, vibrante, a queste storie e la Storia vive, resta dentro, non la si dimentica.
E noi che leggiamo, ascoltiamo siamo così partecipi di un passato da non dimenticare…
Per questi sentimenti di accoglienza, di sguardo pietoso sugli altri vorremmo non aver mai visto quel manifesto così simile a quello con cui si apre questo testo.
Ma se il compito di liberarci dei pregiudizi è arduo, se gli stereotipi sono molto diffusi, anche perché in assenza di strumenti di conoscenza adeguati, se inoltre sono in molti a non sentire minimamente il bisogno di migliorare le loro conoscenze, che ritengono in genere soddisfacenti, non per questo si deve rinunciare ad affrontarlo per più ragioni:
- Non è ragionevole pensare che in futuro si tornerà alla società omogenea e conclusa in se stessa in cui sono cresciuti i nostri nonni
- Anche se riuscissimo a fermare l’immigrazione nei nostri paesi, la Svizzera come l’Italia, (e non si vede come, visto che nessuno al mondo ce l’ha fatta), le società svizzera e italiana sono già cambiate e, in questa realtà, tutti devono impegnarsi per giungere a un superamento di ogni forma di esclusione, razzismo. Certo l’idea che, nonostante le tante diversità che ci caratterizzano, abbiamo uguali diritti, non si afferma facilmente. Ma se di fronte a un mondo dai mille volti noi ci lasciamo schiacciare dalle paure, non riusciremo mai a trovare soluzioni per stare meglio, tutti…
- Rimuovere il problema non è certo la soluzione, perché, per quanto si possano temporaneamente chiudere gli occhi, è impensabile pensare che ci si possa difendere da una complessità disorientante, negandola: prima o poi dovremo aprire gli occhi e affrontarla perché in essa siamo immersi tutti.
A tutti spetta il compito di trovare regole di convivenza.
Due consigli di lettura
Guido Barbujani, Pietro Cheli, Sono razzista ma sto cercando di smettere , Editori Laterza 2008
Enzo Bianchi, L’altro siamo noi, Giulio Einaudi Editore 2010
ma questo nn è razismo è solo un modo per difentderci dal invasione
Ma voi avete mai sentito parlare degli stupri di massa nel Lazio e nella Toscana da parte dei “goumiers” marocchini? Non ho capito una cosa: ma voi solo perchè uno è straniero (a maggior ragione se è africano) ha il diritto di stuprare?