Palazzo Roverella Rovigo dal 22 febbraio al 22 giugno 2014
Nelle prime edizioni della Biennale di Venezia, (nata alla fine del1800), l’arte nordica -svizzera, scandinava, baltica, scozzese e tedesca – era diventata protagonista, perché esprimeva le ‘moderne’ sensibilità culturali, oltre l’arte accademica internazionale e in opposizione all’impressionismo, in nome di nuove visioni artistiche rivolte alle idee, ai sentimenti più profondi, alla forte ascendenza dei miti, ai sogni, agli incubi; ai molteplici sensi della vita, esprimibili con intrecci tra arti e scienze (Wagner, Freud, Mahler, Strindberg, Nietzsche).
Vittorio Pica (Segretario generale della Biennale, critico italiano e internazionale del 1895) fu il primo a e segnalare
“come gli artisti italiani, pittori, veneti o lombardi… vecchi e giovani, fossero presi da una sorta di ossessione nordica”
Questa nuova interpretazione della vita e dell’arte, fra fine ‘800 e inizio ‘900, è oggi presentata da Giandomenico Romanelli e Alessia Vedova nella grande mostra di Palazzo Roverella, grazie ad un percorso suddiviso in diverse sezioni: Centauri, Tritoni, Sirene dalle Alpi alla Laguna (dove prorompono figure mitiche piene di vita); Dal Simbolo alla Natura ( resa con colori freddi , o capaci di urlare : Garbari – Munch-Ugo Valeri. Gamme di blu fantastiche, per opere meditative paesaggio primavera e l’estate di Zwinscher.Gente del Nord, marinai, popolane, ragazzi. La Poesia del Silenzio nordico. Distese innevate, fiordi , cieli turchesi o plumbei, spiagge deserte. Il Paesaggio dell’Anima: il Tempo e le Stagioni interpretazioni simboliste italiane (Fragiacomo, Bezzi, Sartorelli); Le Maschere e i Volti: ritratti spontanei o sofisticati. Venere senza Pelliccia: la seduzione èdonna/serpente; Virtuosismi in nero: la grafica di alto livello. La mostra prende il via dal racconto delle prime Biennali fino al trionfo del Simbolismo, alle Secessioni di Monaco, Vienna, Darmstadt , sempre seguita da fervida accoglienza da parte degli artisti dei territori ‘di frontiera’dal Trentino al Friuli.
L’introduzione celebra il momento ‘svizzero’ della cultura tedesca – dai drammatici paesaggi di Böcklin e Hodler, ai miti arcaici , ai misteri della notte e del sogno. Si procede tra evocazioni nella mitteleuropa fino alle interpretazioni simboliste della vita e dell’anima Klimt, Klinger e von Stuck( grandi viennesi- tedeschi) – Klimt usa l’oro dei mosaici e i colori delle murrine veneziane, Max Klinger dipinge centauri e nereidi che giocano festosi fra le onde; tre donne nel vigneto in concerto di ispirazione rinascimentale, quindi trame grafiche dalla suspence invidiabile: il guanto. Per von Stuck i simboli seducono la mente–o la mente esprime in lusinghe visibili i suoi desideri.
Torna inquieta e silenziosa la natura nordica di Akseli Gallen Kallela. L’eroe nazionale della Finlandia , ispirato delle tradizionali leggende del Kalevada, (poema epico nazionale basato sulla tradizione dei racconti popolari, spesso ambientati nelle distese innevate, spiagge, fiordi) . Accanto il suggestivo mondo dei marinai Peter Ancher e di Von Bartles: Il commiato del Pescatore intimistico e la splendida lieta Lattaia di Dortdrecht. Nel mondo popolare ci sonogirotondi sotto la luna di ragazze festose, crocchi di donne al tombolo. Improvviso lo sguardo si volge agli interni domestici di Carl Larsson vivaci, dai colori squillanti, ma si resta rapiti dalla poetica silenziosa di Vilhelm Hammershøi che dipinge spazi – proiezioni di sentimenti intimi. Maschere e ritratti ci inseriscono in indagini più profonde, in racconti psichici dalle molteplici e contraddittorie valenze : ritratto con fiori bianchi diZwinscher, signora in blu di Putz . Intrigante la sezioneVenere senza Pelliccia, dove sono esposti nudi di provocante sensualità di Franz Von Stuck che suggerisce la presenza di un Lucifero moderno, attratto dal gusto del Peccato, da lascive danze del corteo di primavera, da balli e scherzi di ninfe e centauri. Anche in Vanitas di Putz la passione è femmina, ma diventa incubo come nelle torbide atmosfere seduttive di testi letterari del periodo. Sua anche unamodella al tavolo che versa con grazia il tè, assolutamente disinibita Altre donne, come ninfe, sono in serena armonia con la natura nel ruscello (Zorn). Nel Risveglio di primaveradi Alfons Sieber è palese il dialogo con Segantini.
La sezione Virtuosismi in nero, celebra la ricchezza degli inchiostri, delle incisioni in cicli narrativi ispirati dalla tradizione medievale e cinquecentesca, fino a soluzioni nuove, cariche di pathos e mistero. Knopff offre la dimensione esoterica, Munch si propone profeta dell’ incomunicabilità con urna, chiaro di luna, vanità. AlbertoMartini traccia incubi grafici che mescolano visioni rindondanti di classicità pagana e/o sprofondano in abissi mistici.
Fra gli italiani in mostra si procede da De Carolis, auroratra cielo e sogno a De Maria – il”pittore delle lune” amato da D’Annunzio’ La luna sulle tavole di un’osteria ci rende partecipi di un’intensa malinconia, come fossimo presenti con lui ad ammirare uno scorcio notturno… qualche anno dopo, investito dalla tragedia esprime diversi livelli d’angoscia: la morte a la guerra, anticipata da l’apocalittica la luna incontra la terra . Tito ci rasserena con Le belle bagnanti,dove esalta il corpo femminile e pagine d’amore in cui rende la complicità femminile ricca di vitalità, come parte integrante della natura, con una festosa primavera incampagna, poi celebrerà il potente fascino delle letenebre.
Laurenti con Le foglie cadenti e Wolf Ferrari, con il tramonto, l’isola misteriosa, lago con cipressi, betulle, ci immergono in altre maliconie. In visione antica figure femminili velate danzano sul prato, ispirate da Botticelli.Previati usa ondate di colore per figure imaginifiche, Casorati esprime sentimenti sottovoce, Morelli offre immagini eleganti. Giorgio de Chirico è affascinato da ninfe e satiri, come in Centauri; per passare a tratti angosciati, Fortunyaccoglierà visioni wagneriane per costumi e scenografie,Sartorio è affascinato dalla pittura dei Preraffaeliti: fa danzare figure femminili, canta le dune e il Tevere.
Siamo grati al prof. Romanelli, curatore della mostra, per l’offerta di uno spaccato coerente, fra la novità nordica e il cambiamento dell’arte in l’italia . Gli stessi Boklin,Klimt, Alma-Tadema erano stati nei primi approcci. Influenzati dall’arte bizantina, medioevale, rinascimentale italiana per trasformarsi a loro volta in fonti d’ispirazioni per gli artisti italiani loro contemporanei. Per ammirare opere grandiose di Tito, Sartorio e Previati bisognerà raggiungere anche la mostra sul Liberty, al San Domenico- di Forlì. Fortuny ci consente un’attesa più prolungata, ma ci aspetta a Palazzo in Venezia.
Immagini su www.studioesseci.net