Pittori visionari all’alba del secolo breve
Rovigo, Palazzo Roverella, 14 febbraio – 14 giugno 2015
Dall’impostazione offertaci nella mostra al Mar di Ravenna, il bel paese, apriamo una finestra verso la mittel-europa nello stesso periodo storico, con prospettive all’orizzonte verso l’arte franco-belga, tedesca, e lituana. memori de l’ossessione nordica dello scorso anno, sempre a Palazzo Roverella, ci viene offerta l’occasione di approfondire una modernità vitale e drammatica, popolata da angeli e demoni. Collocata sempre negli ultimi due decenni dell’Ottocento e del primo Novecento.
Preludio alla Grande Guerra, in letteratura, poesia e arti figurative si agitava una pressante ricerca di nuovo, come se il vecchio mondo fosse giunto ad un capolinea. L’arte libera fantasie e creatività, con i caratteri di un radicale anti-conformismo, il fascino del noir e della trasgressione (inno a Satana di Carducci, le anticipazioni nere di Edgard Allan Poe, i fiori del male di Baudelaire). Nuovi orizzonti scientifici appaiono illimitati , ma pericolosi, l’umanità , composta da sedotti e seduttori, è fragile, si agita sulla scena del continente. La nascita delle metropoli, le rivoluzioni industriali, le nuove tensioni sociali sono percepite fortemente dagli artisti, che dalle stesse influenzati, le traducono in segni e forme. Questo mondo è rappresentato a piene mani, ne la mostra di palazzo Roverella, divisa in sezioni, che sfogliano sfumando pagine inquiete e vitali.
Si apre SOTTO IL SEGNO DI LUCIFERO: Come se si tornasse ad un medio evo, dei secoli bui, e ci si trovasse sull’orlo di un precipizio: angosce , disagi, atmosfere da incubo, ombre cupe e misteriose, figure portatrici di morte, bagliori di luce, diventano materia dell’arte nuova e radice della modernità.
Gustave Moreau utilizza ancora miti e figure classiche, Salomé danza, conturbante in veli trasparenti, Edipo sedotto-seduce la Sfinge, le Arpie concretizzano incubi di fine secolo. Un grande Odilon Redon rinnova radicalmente lo stile, diventando emblema del nuovo, essenziale, ambiguo,nei disegni per le Fleur du mal di Beaudelair, e per le Tentazioni di Sant’Antonio di Flaubert . Ancora più originale l’ interpretazione di Max Klinger nelle sue creazioni, racconta di Eva e di mostri. Come lui, allievo di Böcklin , Franz von Stuck, raggiunge alti livelli qualitativi, ne il peccato : simboleggiato da una donna-serpente, lucifero, dagli occhi di brace, ombra furtiva e pensosa, fino a un Cristo Portacroce vero Ecce Homo !
- LUOGHI DELL’ILLUMINAZIONE E ZIGGURAT DELL’ANIMA. In questi anni si ampliano ricerca e scoperte della e sulla psiche, della coscienza e dell’inconscio. Gli artisti, in dialogo con filosofi e scienziati, cercano nuove forme di espressività, nuovi linguaggi volti a raccontare l’ immersione e l’adesione ai palpiti emotivi profondi, alle illuminazioni sapienti, fra pratiche di occultismo e scienze arcane. Recuperando modelli dei grandi mistici medievali, che citano numerose celebri ‘discese’ agli inferi e ‘innalzamenti’ all’empireo, fra tutti Dante, cui molti si ispirano. Potenti e suggestive le tele di Mirko Racki dedicate ai demoni infernali e all’ abbacinante Paolo e Francesca.
- Diefenbach, rivive l’esperienza di ‘illuminazione’ dello spirito teosofico in Capri: la grotta di Venere, Porto antico. Il mondo internazionale dei grandi letterati e musicisti, è fonte di ispirazione pittorica visionaria, tra un cristianesimo primitivo, e spiritualità mistiche ( fonderà una comunità di seguaci che precederà la stessa esperienza rosa+croce di Monte Verità).
È un terreno complesso, quello attraversato dall’arte del periodo, vi si affollano ANGELI E DEMONI- sez. 3, vi si affacciano creature ambigue, messaggeri di rivelazioni , sono frutto di SOGNI, INCUBI, VISIONI, tra sotterraneo e ultraterreno. Gli angeli della tradizione occidentale e orientale e i demoni prima e dopo la ‘caduta’, assolvono un ruolo importante, in lotta tra un mondo decadente e il sorgere della modernità. Angeli dalle grandi ali su paesaggi idilliaci nelle tele dai colori tenui, del grande lituano Mikalojus Konstantinas Čiurlionis; disegnano tracce musicali, poi si trasformano repentinamente in Babilonie , e tornano sonate del sole di pura luce: un angelo pensoso e sognante osserva una città dai ponti d’oro,tutto è rigoglioso e luminescente, accanto angeli in paradiso è una primavera dalle mille sfumature pastello, come le città in acquarello delicato. In fantasia scende la notte, l’angelo dalle ali spiegate è simile ad un pipistrello in un’atmosfera sospesa, accanto alle rovine di babele…Sempre fiabesco e musicale Čiurlionis. Un Angelo mesto percorre la via verso l’eternità procedendo da un verde rigoglioso alla notte plumbea, nella visione di Gabriel Jurkić. Improvvise balzano figure femminili sorridenti da gusci di lumache in Metamorfosi di Leo Putz . Sono incubi dannati e blasfemi in Felicien Rops le notti degli eccessi. Accanto le acquaforti, acquatinta di Max Klinger, con forme esatte , geniali, in cui si alternano neri profondi e colpi di luce, per drammi e ironie, ( provienti in molta parte dalla collezione di Paola Giovanardi Rossi , raccolta affidata alla fondazione Carisbo, che speriamo rivedere a Bologna):opus VII una vita: dal teatro ai vicoli, dal tradimento al fango,al declino. Sogni, seduzioni cadute,la sofferenza di Cristo, il ritorno dal nulla; eva e un primo, un secondo, un terzo futuro.
Molti ‘artisti sentono,e profetizzano, l’avvicinarsi del baratro, IL TRIONFO DELLE TENEBRE. VERSO L’OLOCAUSTO MONDIALE 4. l’ombra della notte avanza e come figura diabolica dalle ali enormi trionfa sull’umanità di un Crocefisso, con un sorriso sarcastico. Testimoniano la profondità geniale del suo sguardo Sascha Schneider , in dipendenza un mostro oscuro che tiene in catene una figura affranta. Un vento potente , soffia in una tromba dorata, il grido di guerra sulla terra infuocata. Mirko Racki celebra sempre Dante ne la città di Dite, o sull’Acheronte. Bela Csikos Sessia offre diverse scene dell’Apocalisse che lasciano affiorare visioni e mostri sconosciuti, disastri incombenti e figure di morte. Anche le manifestazioni dell’amore -fisico o spirituale- assumono le sembianze di fantasmi.
Dopo tuoni e lampi succederà l’esplosione della catastrofe universale, annunciata da un immenso angelo che suona la tromba di un giudizio epocale, anche nelle sulfuree ‘cartoline’ di Alberto Martini: la terza danza macabra europea è popolata da figure agghiaccianti, la lotta per l’amore di violenze e stregonerie,la diavolessa esce morbida e voluttuosa dall’ombra e diventa tre ninfe festose nei notturni.
Ispirerà il bosco di biancaneve di disneyana memoria, Mario de Maria nel mulino del diavolo e Valeri racconta l’angoscia generata dall’invidia.
Le potenzialità appena intraviste del progresso sono soggiogate dalle istanze del potere, del sistema economico, sfruttamenti e schiavitù sugli uomini e sui popoli non lasciano scampo. e da un evo profondo ci anticipano il presente: un mostro in agguato o la falce della morte.
Dall’immediato dopoguerra ALTRE METAMORFOSI 5, vedono la ripresa di atmosfere simboliste e insieme l’affermazione di sensibilità nuove, attente alla realtà, alla creazione di inediti immaginarie a fragili visioni fantastiche.Lo stesso Alberto Martini piega la sua precedente vena satirica e ‘nera’ verso esiti ricchi di ironia, riesce a sorridere gratificando tre sorelle. Artisti Italiani frequentatori di Monaco e ammiratori dei maestri tedeschi largamente presenti alle Biennali di Venezia , raggiungono risultati pregevoli come in Guido Cadorin, e Bortolo Sacchi e Astolfo De Maria.
In spazi e tempi in cui Marc Chagall, tratta un soggetto caro agli artisti prima della guerra, quello dei ‘peccati capitali’ . In mostra è presente la serie completa delle 14+1 litografie sul tema, sono le sue figurine galleggianti , in ironici colpi di penna trasfigurati in etici colpi di frusta. Astolfo de Maria è presente con uno spettrale signor Cesati di brescia, cadaverico, ma in piedi.
Il filo rosso della modernità riprende con nuovo vigore negli anni venti e trenta con LUCI(FERO) TRA I GRATTACIELI 6. –tema emblematico nei generi e nelle tecniche tradizionali: dal cinema espressionista tedesco e poi americano del periodo, al fumetto. La città è la compiuta realizzazione concreta delle prefigurazioni di pensatori e sociologi degli anni precedenti (come Benjamin).
La metropoli diventa, protagonista e palcoscenico della nuova cultura. Ed è New York regina di questo mondo, palcoscenico dell’immaginario popolare e colto: diafana, tenebrosa, turchese,nei disegni e nelle tele che Gennaro Favai realizza in occasione del suo viaggio a New York nel 1930. Rappresentano in maniera geniale il volto della metropoli americana. È la città della luce, del progresso, dell’industria, del futuro sognato. Favai giunge ad un un dinamismo elettrico e luminoso, una sintesi visionaria straniante. Favai l’interprete perfetto di una stagione: a lui il logo della mostra.
Ricollego la sua luce a quella del lituano Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, visto nelle prime sale,sono questi gli aspetti più gratificanti per i visitatori, in un oggi molto simile a quel periodo di transizione, sentiamo il bisogno di campiture luminose e delicate per acquietare le angosce presenti, magari con la magia marine di W. Diefenbach.
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