Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis
Ferrara, Castello Estense
Dal 31 gennaio 2015
Il Castello che ha ospitato la Signoria degli Este per secoli, (v. sito www.castelloestense.it e la puntata gli Este in- Signorie-raistoria-.it) diventando l’ARCHITETTURA simbolo della città, fa da cornice alle opere di Giovanni Boldini e Filippo de Pisis. Quindi per completare il percorso Boldini- lo spettacolo della modernità, da San Domenico di Forlì dobbiamo fare tappa anche a Ferrara, infatti ( vedi l’ intervista a Mazzocca), è stato concepito come suo pendant. Potremo ammirare opere Selezionate dalle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari oggi in restauro, per riparare i danni provocati dal terremoto del 2012 che ha colpito in Ferrara diverse sue istituzioni culturali.
E’ un allestimento semi-temporaneo, ma gradevole da godere fino a che le opere non tornino nelle riaperte Gallerie . I musei ferraresi conservano, infatti, il più ricco fondo dei due artisti: olii, pastelli e acquerelli, studi e annotazioni corrispondenze.
Si attraversa in piena solarità le sale fastosamente decorate con grottesche, stemmi, affreschi, nei soffitti o alle pareti dell’appartamento di rappresentanza, decorazioni che si possono ammirare sia a testa in su che attraverso ampi specchi a ciò abilitati negli angoli del pavimento, siamo al piano nobile del Castello Estense, a sua volta restaurato. Mi è spontaneo congratularmi con quanti oggi lo rendono accessibile! e ulteriormente piacevole inoltrasi fra le creazioni di Boldini.
L’esposizione si sviluppa nelle sale del Governo, della Devoluzione, dei Paesaggi e delle Geografie, con dipinti, opere su carta e documenti appartenuti a Boldini,. Fra le prime opere, nate nella Firenze dei Macchiaioli, Le sorelle Lascaraky, già rese con sorprendente immediatezza; poi la produzione nella Parigi degli impressionisti, in cui riesce ad evocare le atmosfere della Ville Lumière – in Notturno a Montmartre e nella Cantante mondana ripresa da una angolatura originale, a braccia aperte, in una esibizione nervosa da palcoscenico. Seguono il Ritratto del piccolo Subercaseaux, colto in un movimento improvviso, sta per scendere dal divano e sgrana due fantastici occhi scuri; poi la signora in spumeggiante abito bianco, circondata da riflessi argentei come fosse un Fuoco d’artificio; la Passeggiata al Bois de Boulogne: i coniugi Lydig sembrano sorpresi all’improvviso da un flash fotografico, brillano i visi sorridenti di entrambi e i pochi dettagli bianchi su abbigliamenti scurissimi.
L’opera più affascinante è la Signora in rosa- Olivia Concha si è appena appoggiata sul divano e già si protende in avanti per alzarsi, vibra l’abito grazie a riflessi cangianti dal rosa pallido al fucsia. Sancisce la conferma della abilità di Boldini nella ritrattistica di donne eleganti, ardite, frementi, per le quali è stato celebrato in Europa e oltreoceano.
Ecco i volti delle protagoniste della Belle Époque, tracciati da mano e matita esperta da Madame Lydig alla Contessa de Orsay, alla principessa Eulalia, la contessa de Leusse, a Olivia de Subercaseaux . Sorprende Donna in nero che guarda il pastello della signora emiliana Concha, originale resa di una figura femminile di fronte al suo doppio: forte contrasto fra il bianco sul quadro e il nero della visitatrice, probabilmente la stessa del ritratto! Non mancano gli amici,di tanto innovatore: Degas, Menzel e Whistler, Rodenbach, Banti.
Ma Boldini in questa occasione è ancor meno solo, nei celebri “Camerini del Principe”, solitamente non aperti al pubblico, dopo una successione di locali misteriosi si accede ad altri illuminati, è la seconda parte dell’allestimento, dedicata a De Pisis, altro talento ferrarese attivo anche sul palcoscenico parigino, sensibile, capace di una poetica moderna e a noi più vicina.
Grazie all’attività della Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e Franca Malabotta, abbiamo preziose testimonianze del periodo giovanile, da Natura morta col martin pescatore
a Le cipolle di Socrate, rivelatore della riflessione di De Pisis sulla pittura metafisica. Seguono i capolavori del periodo parigino di un lirismo affascinante: tratti scuri delineano, come piccole cifre, architetture bianche e danno loro vitalità, altri angoli sono avvolti in un velo di malinconica umidità, da Strada di Parigi , alla Cupole, ad altro Viale di Parigi. Accanto le nature morte marine, esprimono un bisogno di respirare salsedine per sopravvivere, e non perire improvvisamente, come Il gladiolo fulminato.
Dopo l’esperienza della Ville Lumière e le sue emozioni la produzione successiva al rientro in Italia, è venata dia profonde malinconie, come il Ritratto di Allegro e i commoventi capolavori La rosa nella bottiglia e Natura morta con calamaio – le immagini sono rese da brevi tratti essenziali, quasi sul punto di scomparire. Ma riverbera ancora luce ne il cortile dalla finestra dello studio di via Rugabella, memore della splendida composizione i grandi fiori di casa Massimo. …come a gridare datemi il sole!
Un progetto suggestivo è diventato realtà. Un progetto di promozione integrata del patrimonio culturale e ambientale della Regione Emilia-Romagna grazie agli interventi finanziati attraverso i fondi europei POR FESR tra il 2007 e il 2013 da vita a L’arte per l’arte diventando occasione di lieta partecipazione per il pubblico. Quindi grazie!
Orari di apertura
Dal 31 gennaio al 31 maggio e dal 1 settembre al 30 settembre: aperto tutti i giorni, 9.30 – 17.30
Dal 1 giugno al 30 giugno: aperto tutti i giorni, 9.30 – 13.30 / 15.00 – 19.00
Dal 1 luglio al 31 agosto: chiuso il lunedì, 9.30 – 13.30 / 15.00 – 19.00
Dal 1 ottobre al 31 dicembre: chiuso il lunedì, 9.30 – 17.30
(la biglietteria chiude 45 minuti prima)
Giorni di chiusura: 25 dicembre, i lunedì non festivi nei mesi di luglio, agosto, ottobre, novembre e dicembre
Informazioni
tel. 0532 299233
castello.estense@provincia.fe.it