Nell’ambito del campo estivo “Le3A”, operante da cinque anni a Ferrara, Anna Bellini, responsabile del progetto complessivo, ha tenuto un corso di poesia con i piccoli ospiti. Un’atmosfera di tutoraggio, di sereno accudimento, ha prodotto il clima ideale per un approccio profondo al fare poesia.
In genere la poesia, anche nella scuola, è oggetto di contraddizioni e di ambiguità. Appartenente da sempre al registro “alto” e “nobile” della lingua,viene presa e abbandonata, si recitano le poesie, si “spiegano” le poesie, ma non si Fa poesia perchè è cosa da “poeti”, così come non si Fa arte, perchè è cosa da “artisti”.
E’chiaro che non voglio celebrare la nascita di alcun poeta in erba, nè si utilizza la poesia come semplice gioco o tecnica verbale.Nè sacra, nè profana: la poesia è semplicemente umana. Attraverso di essa si possono perseguire obiettivi generali educativi e specificamente linguistici: simbolizzazione, analisi semantica e sintattica, creatività, che altri linguaggi non consentono.
La poesia non nasce dal nulla, dal genio o dall’ispirazione: è possibile un lavoro, un percorso intorno ad essa. Abbbiamo lavorato su Silenzio e Rumore, sull’Ascolto di sè, delle proprie emozioni, del proprio sentire. Qualsiasi espressione, corporea, verbale o grafica, nasce da uno sfondo che è paesaggio interiore ben individuato, senza il quale c’è con-fusione continua tra dentro e fuori, tra me e l’altro.
Un processo di individuazione dei propri gesti, delle proprie immagini, delle proprie parole, dove il legame è sempre stato l’espressività corporea, luogo dove ogni parola trova il suo limite di verità e quindi il suo significato.
Sono state lette molte poesie, è un momento importante in cui si recupera un rapporto autentico con il testo, con la sua parola, dove si ascolta profondamente.
Nessuna spiegazione, nessuna immagine precostruita di cosa è o deve essere la poesia. Poi la composizione e la correzione.
Non si dà poesia “spontaneamente”, emergono stereotipi, ma soprattutto è necessario imparare a togliere tutte le parole che “non parlano”….e questo lo si fa insieme, è un lavoro di vera e propria limatura. La lettura e la conversazione porta ad una comunicazione sentita con gli altri e ad un grande arricchimento: si FA cultura.
Fare poesia per il bambino è prolungare se stesso, il suo io-corpo, nella parola. E’ lasciare una traccia di sè attraverso la parola, è pensiero profondo.
Si aiuta il bambino a “pensare”. Non si tratta di dare una tecnica, è il contenuto che struttura il suo discorso, in una crescita simile a quella organica, dove la forma è data dalle linee di forza, di energia, dal loro svolgersi nello spazio e nel tempo.
Il mio angelo è
molto bello
i suoi capelli
sono come i miei
è buono
e non fa del male a nessuno.
Ha le ali
ricolme di conchiglie
ed è tanto bello (Marta)
La luna cade dal cielo
un bambino la
prende in mano
e la posa sulla
fronte della
mamma.(Leonardo)
Il tempo e la nebbia
illuminano i cristalli di fuoco
mentre il sole si riflette
nelle onde del mare. (Giulio)
Nella notte
l’arcobaleno colorato
mi tocca leggero
la fronte e le stelle dorate risplendono. (Pietro P.)
Guardando gli specchi
mentre la sera scorre
nel buio della notte,
vedo la brina
di primavera. (Pietro B)
Il tempo
guarda la pioggia che
scroscia leggera
mentre il gufo
ascolta la musica
sulla montagna dipinta
di giallo. (Michele)
Anna Bellini è un’insegnante che appartiene al Movimento di Cooperazione Educativa (M.C. E) e ne ha fondato il gruppo territoriale ferrarese.
Il campo estivo “Le3A” è nato dall’incontro nella scuola pubblica tra Anna e un gruppo di genitori che richiedevano un’attenta modalità di cura e ascolto verso i propri figli. Tre sono i principi ispiratori del Campo “Le3A” : Accogliere, Ascoltare, Amare, da cui l’esigenza di avere un numero chiuso di iscritti in un tale rapporto educatore-bambino da sviluppare una buona relazione d’ascolto, presupposto fondamentale del “farsi” delle varie attività.
L’esperienza è narrata nel suo complesso nel blog: http://le3a.blogspot.com