Nel 2021 ricorre il centenario della nascita del Partito Comunista Italiano. Per riflettere su tale avvenimento fondamentale nella storia politico-culturale italiana del Novecento, la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna prevede una fitta serie di attività dedicate alla ricerca, allo studio, alla riflessione ed al dibattito intorno alla storia del Pci, con particolare – benché non esclusiva – attenzione alla esperienza dell’Emilia-Romagna.
Sono in programma lezioni, seminari ed eventi pubblici di approfondimento; una mostra fotografica, in collaborazione con la Biblioteca Universitaria e con il Dipartimento delle arti dell’Università di Bologna; un ciclo di proiezioni di film e documentari con la collaborazione della Fondazione Cineteca di Bologna. Già avviata da alcuni mesi, è inoltre in corso una ricerca sull’esperienza del comunismo nella dimensione regionale che si concluderà con la pubblicazione di una raccolta di saggi.
Il coordinamento scientifico è a cura di Paolo Capuzzo e Luca Baldissara.
Qui la presentazione del programma
Il primo appuntamento di questo calendario è in programma per giovedì 21 gennaio 2021, giorno in cui si ricorda la fine del XVII Congresso del Partito Socialista Italiano che si tenne dal 15 al 21 gennaio 1921 al Teatro Carlo Goldoni di Livorno, e che determinò la nascita del Partito Comunista Italiano.
Per l’occasione presentiamo tre proposte di approfondimento in collaborazione con Archivio Zeta e la Cineteca di Bologna, che saranno tutte presentate il 21 gennaio. Si tratta di:
ANTONIO GRAMSCI E IL PCdI
A partire dalla ore 10 – Una lezione a cura di Francesca Antonini, ricercatrice e studiosa del pensiero gramsciano dell’Università Georg-August di Göttingen. Francesca Antonini ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Pavia nel 2015 con una tesi sulle categorie del cesarismo e del bonapartismo nel pensiero di Antonio Gramsci. Prima di entrare a far parte del Lichtenberg-Kolleg, ha ottenuto una borsa di studio post-dottorato presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino (2017-2018) ed è stata ricercatrice post-dottorato presso l’École Normale Supérieure di Lione (2018-2019). Dal 2016 a oggi collabora anche con la Fondazione Gramsci Onlus di Roma, lavorando alla nuova edizione critica dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci.
Introduce la lezione Luca Baldissara.
VENTUNO VENTUNO VENTUNO
Leggere Gramsci a cento anni dalla nascita del Partito Comunista
Video a cura di Archivio Zeta
Ore 18 première sul canale Youtube della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna
In occasione del centenario della nascita del Partito Comunista Italiano abbiamo deciso di riflettere su questo avvenimento fondamentale della storia politico-culturale italiana del Novecento realizzando, in collaborazione con la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, un video costituito da letture, documenti d’archivio e articoli originali. Abbiamo scelto, insieme a Luca Baldissara e a Siriana Suprani, di concentrarci sulla scrittura gramsciana: otto editoriali straordinari di Antonio Gramsci scritti tra il 1917 e il 1921 per Il Grido del popolo, L’Ordine Nuovo e L’Avanti! e un brano del 1932 tratto dai Quaderni del carcere.
La massa di parole è un fiume in piena di idee, pensieri, lampi: dalle riflessioni filosofiche e poetiche sulla maschera e il volto, alle parole d’ordine per l’azione rivoluzionaria, dalle 21 tesi della III Internazionale al sarcasmo sull’irresponsabilità dei comunisti, dall’attesa per il 21 gennaio 1921 al Teatro Goldoni di Livorno alle conseguenze politiche e umane.
Dal corpo a corpo con la scrittura di Gramsci emergono la drammaticità della frattura tra i due partiti, la concitazione del dibattito politico, l’intensità delle emozioni, la complessità
della situazione nazionale con il fascismo e la sua violenza dilagante.
Non si tratta di un materiale didascalico sul Congresso di Livorno del 1921 ma di una immersione esclusiva/ossessiva negli articoli che per linguaggio, ritmo e tono esprimono la lucidità del pensiero e la capacità di analisi di Gramsci.
Il video è stato girato interamente negli spazi della Fondazione Gramsci di Bologna.
I testi che costituiscono la drammaturgia sono tratti da:
- Il Grido del Popolo, 24 novembre 1917
- L’Ordine Nuovo, 24-31 gennaio 1920, I, n.35. Sotto la rubrica La settimana politica, Primo: rinnovare il Partito
- L’Ordine Nuovo, 13 gennaio 1921, Il Congresso di Livorno
- L’Ordine Nuovo, 5 marzo 1921, Sindacati e consigli
- L’Ordine Nuovo, 2 marzo 1921, La parola d’ordine
- L’Ordine Nuovo, 17 luglio 1921, Il carnefice e la vittima
- L’Ordine Nuovo, 23 luglio 1921, Insurrezione di popolo
- Avanti! Anno XXI, n 14, 14 gennaio 1917, cronache torinesi nella rubrica Sotto la Mole, La Maschera e il volto
- Quaderno 8 (XXVIII)
UOMINI E VOCI DEL CONGRESSO SOCIALISTA DI LIVORNO
Dal 18 gennaio sarà online su su Il Cinema Ritrovato | Fuori Sala, il nuovo progetto della Cineteca di Bologna, UOMINI E VOCI DEL CONGRESSO SOCIALISTA DI LIVORNO. Uno straordinario documento d’epoca (1921) della durata di 30 minuti, oggi restaurato e conservato presso la Cineteca di Bologna.
Il documentario è presentato dal regista livornese Paolo Virzì, dal professor Paolo Capuzzo, direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Bologna, e dal direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli.
“Uomini e voci del Congresso socialista di Livorno è un sorprendente documento filmato del XVII Congresso nazionale del Partito Socialista”, racconta Farinelli. “Il film in due bobine, girato in 35mm, della durata di 30 minuti, non ha indicazioni né sulla produzione, né su chi lo abbia diretto e non ebbe mai un visto di censura. Pur essendo un documentario, è un vero esperimento perché cerca di offrire il ventaglio delle molte posizioni e delle importanti personalità che animavano quelle tumultuose, turbolente ma anche gioiose giornate, pur non avendo a disposizione il sonoro, ma solo didascalie, e una pellicola poco sensibile, che rendeva quasi impossibili le riprese all’interno del teatro. Anche se, molto probabilmente il film giunto a noi è incompleto, quello che possiamo vedere non può non sorprenderci. Sfilano davanti ai nostri occhi i rappresentanti dell’Internazionale socialista, Turati e Terracini, Bordiga e Bombacci, Argentina Altobelli e Francesco Misiano, che scappato in Urss diede vita alla casa di produzione Mezrapom, per un decennio, lo studio più innovativo del cinema sovietico. Trai tanti protagonisti, non c’è una voce che prende il sopravvento e in una sorta di par condicio rispettosa dei delicati equilibri, ogni oratore ha a disposizione una sola didascalia, per esporre le sue tesi. Per sintetizzare i lavori del congresso, spesso l’autore fa ricorso al linguaggio simbolico delle immagini (come il mare in tempesta o parti animate) e il racconto di quelle giornate che dovevano decidere il futuro dell’Italia, si chiude, senza chiarire gli esiti del Congresso e l’avvenuta scissione, su una bandiera rossa e sulla speranza di un futuro radioso. Alle elezioni del 16 novembre del 1919 il Partito Socialista era stato il partito più votato, con il 32% dei voti e 156 seggi, a quelle del 15 maggio ottenne il 24% dei voti e 123 seggi, il Partito Comunista d’Italia il 4% e 15 parlamentari. Il vento era girato, la marcia su Roma era, ormai, alle porte”.
Gramsci, uomo universale!