È difficile valutare tanti aspetti importanti dell’attività scolastica – gli apprendimenti, le prestazioni, le competenze, o anche l’efficacia e gli obiettivi di un progetto. Una valutazione credibile – ci insegnano i sacri testi – rende necessario “misurare” questi aspetti. Ma questo non è sempre possibile. Ci sono misurazioni accettabili, e utili; e ce ne sono altre, tante, che sono inutili feticci di un’inesistente oggettività.
Questo lo sanno tutti, e tutti lo dicono; e tutti, poi, lo dimentichiamo.
Prevale la logica insidiosa del “tuttavia”, solo apparentemente realistica, pronta a piegare le grossolane approssimazioni dei risultati quantitativi all’esigenza ansiosa di giungere comunque a certezze e conclusioni – certo, questi dati sono inaffidabili e parziali; e “tuttavia” ci forniscono un’indicazione, un appiglio, un riferimento.
Forse qualche volta dovremmo avere il coraggio di dirlo a chiare lettere – signori, questi numeri servono a ben poco, forse a niente. Perché non liberarci di tanta zavorra?