Un senso di delusione indefinito coglie sovente gli insegnanti nei confronti di uno studioso, di cui pure si riconosce il valore, chiamato a parlare della scuola senza che abbia conoscenze od esperienze approfondite di tale realtà.
Lo studioso ritiene di poter parlare della scuola, e precisamente sul suo dover essere, senza che per farlo siano necessarie competenze specifiche.
E gli insegnanti si aspettano sempre, chissà perché, che una persona colta e preparata, non importa in quali campi, sia in grado di discutere di questi temi in modo competente, illuminante ed originale.
Non si riconosce, in definitiva, che l’educazione richiede, per essere affrontata, un sapere specifico.
È un atteggiamento preconcetto dal quale gli insegnanti, per primi, debbono liberarsi. In tal modo potranno accogliere questi contributi con la consapevolezza che proprio loro, e non altri, sono qualificati a rielaborarli in una prospettiva educativa e didattica.