“L’Ocse boccia la scuola italiana. Stando ai numerosi dati contenuti nel rapporto dal titolo Education at a glance 2006 (uno sguardo sull’Istruzione 2006) il sistema di istruzione nazionale risulta troppo costoso se paragonato agli scarsi risultati che riesce a produrre.”
La scuola italiana sembra venir bocciata in maniera irrevocabile, senza la possibilità di presentare ricorso a qualche tribunale per chiedere una revoca di tale valutazione
L’articolo elenca, con il supporto di dati e tabelle, tutti i mali della scuola e dell’università: i laureati e diplomati sono pochi, gli studenti delle superiori ottengono risultati sconfortanti in matematica e nella comprensione dei testi; gli insegnanti sono troppi, troppo vecchi e mal pagati.
Inutile continuare: siamo sempre agli ultimi posti nella classifica.
Dopo averlo letto non è certo di gran conforto dirsi: “Tanto i dati sono aggiornati solo al 2004!”; oppure ricordare la storiella sul valore delle statistiche: quella sui polli per intenderci.
Non vale neppure inventarsi obiezioni difensive del tipo: “Nei dati relativi a Finlandia, Giappone e Corea del Sud, i Paesi migliori nelle competenze del processo di apprendimento, c’è una percentuale di suicidi molto elevata a testimonianza di un disagio giovanile diffuso […] Questi dati ci devono far riflettere: la nostra scuola non rinuncia all’umanizzazione della nuova generazione” (2)
Un’affermazione di questo genere sembra essere una variante della massima: “Meglio un asino vivo che un dottore morto”.
Io, invece, ho quasi subito pensato: “Come sarebbe bello e significativo che un giornale, almeno una volta, non fornisse solo uno stringato resoconto, ma, magari nelle pagine dedicate alla cultura, riservasse un ampio servizio alla lettura dei dati, ad un’analisi approfondita che individuasse le ragioni di una situazione siffatta!”
Inutile sperarlo: queste siano cose che riguardano solo gli esperti e le riviste specializzate, al lettore comune basta la notizia!
L’articolo sul rapporto Ocse è stato pubblicato su “la Repubblica”, 25 settembre 2006; ora all’indirizzo:
http://www.repubblica.it/2006/03/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuolastatistiche/rapporto-ocse/rapporto-ocse.html
Le “obiezioni difensive” sono tratte da un commento del ministro Fioroni sui dati Ocse:
http://www.repubblica.it/2006/03/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuolastatistiche/fioroni-scuola-ingiusta/fioroni-scuola-ingiusta.html