Si parla tanto di motivazione alla lettura e si esibiscono indagine statistiche nelle quali gli italiani appaiono un popolo di non lettori. Arduo individuare soluzioni al problema e noi non ne abbiamo.
Un’amica da noi sollecitata, ci risponde con queste parole: “Sto sì leggendo con maggiore intensità, ma leggo raramente libri di recentissima pubblicazione. Ho un tal bagaglio di letture da recuperare che mi piace attingere qua e là, sull’onda di una curiosità del tutto personale.”
Ad esse si accompagna una testimonianza sul senso del leggere e sulla serenità che se ne può trarre.
Primi di settembre al mare. Sono gli ultimi giorni di vacanza, i più belli, il sole scalda senza bruciare. C’è poca gente in spiaggia e si sente il rumore del mare: tempo ideale per terminare di leggere. No, non tutti i libri raccolti nel fondo valigia, non esageriamo, ma almeno quello iniziato e poi un racconto breve che farà compagnia durante il viaggio di ritorno.
C’è una luce calda che dà alle pagine un riflesso d’ambra e, quando lo sguardo si alza per un attimo di pausa, si vedono altri libri aperti, che nascondono il volto dei loro lettori. Seduti all’ombra o distesi al sole, immersi nella lettura, distanti.
E’ una concentrazione leggera, che non impedisce di dare un’occhiata ai loro figli, ingegneri di castelli di sabbia, ma persistente.
E io mi scopro a cercar di decifrare il titolo dei volumi, magari capovolti e scritti in tedesco o in inglese, che mi sono più vicini. Il ritorno alle mie pagine è accompagnato dalla sensazione di essere in biblioteca. Una biblioteca mutevole, dove il vento non resta chiuso fuori, ma sovente ci pensa lui a voltar pagina.
Cosa sto leggendo? Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern. Come, mai letto prima? No, come tanti, tantissimi altri libri che occorre assolutamente leggere. La cosa bella di questo ritardo è che il testo sembra in mia attesa e la vecchia edizione di Sala Borsa dà il giusto tono al ritrovamento. Le pagine sono segnate a matita, ormai sbiadita, e mi riconosco in molti dei passi che sono piaciuti al meticoloso lettore che mi ha preceduto.
Non c’è fretta e rileggere il passo più intenso, più bello è possibile e necessario.
Arrivo ad immaginare una nebulosa sala di lettura che percorre tutti i luoghi in cui d’estate, in vacanza per un giorno o per un mese, abbiamo voglia di aprire un libro. Dagli elenchi interminabili suggeriti negli ultimi giorni di scuola agli increduli studenti, all’acquisto sfaccendato del volume in edicola, al libro ritrovato sullo scaffale, acquistato e mai aperto.
Essere in vacanza fa di questi scherzi, per fortuna mancano poche ore al rientro in città.