Il sottotitolo precisa che trattasi di una rivista trimestrale on-line “di racconti, studi, pensieri e stupori letterari”, è curata da Enrico De Vivo e Gianluca Virgilio ed ha ormai cinque anni di vita.
“Lo zibaldone, almeno nell’uso che ne stiamo facendo noi nella scia leopardiana, è uno strumento potentissimo e senza attualità, che si presta ottimamente, per la sua intima natura mnemonica e misteriosa, a mostrare la via – intrecciata a quella degli altri – che ciascuno di noi percorre vivendo. Uno zibaldone non è un’eruzione gratuita di scrittura, ma il frutto meditato di una vita che si fa scrivendo, opera di chi pensa scrivendo. Lo zibaldone mostra l’ordine delle menti che scrivono, non l’ordine fatto dai pezzi messi a caso dentro un contenitore, ‘consumati’ solo per il piacere di trasgredire o di fare spettacolo – e nemmeno l’ordine precotto dei tecnicismi o virtuosismi letterari.”
Attraverso le parole di Enrico De Vivo, dette in occasione del primo anniversario della rivista , si può cominciare ad intravedere il senso attraverso il quale è stata e viene costruita, numero dopo numero.
Ricchissima e piena di stimoli a leggere per il piacere di leggere, facendosi irretire e coinvolgere ad esempio, cito a caso dall’ultimo numero, da Via Municipio di Stefania Conte o da Altri 25 aprile di Andrea Zanzotto o da Borghesi in gelatina di Leo Longanesi o, ancora, da Fellini e il maschio italiano di Gianni Celati.