Da qualche tempo, alla sera, mi capita di leggere gli ultimi aggiornamenti di qualche blog, e dare un’occhiata alla versione on line di un paio di giornali. È un rito; qualcosa di simile al vecchio rito laico della lettura del quotidiano. Può accadere allora che la visita serale alla rete sostituisca del tutto la lettura del quotidiano – che del resto stava diventando sempre più frettolosa e superficiale.
Per chi voglia provarci di persona, può essere utile partire dal Wittgenstein di Luca Sofri (da qualche parte, nelle prime pagine, sarà spiegata la ragione dello strano nome): ogni giorno nuovi “post”, lo stile scorrevole che si addice a un blog, ricchezza e varietà di segnalazioni e qualche spunto illuminante. Sarebbe già molto: si può aggiungere un bell’assortimento di link, in maggioranza a siti e blog americani (ma anche italiani), anche questi aggiornati con buona frequenza. Grande attenzione alla musica e, tra gli altri, un tema ricorrente, di notevole interesse: “Notizie che non lo erano”, ovvero una analisi di notizie riportate dai quotidiani, che a saper leggere si rivelano subito infondate o fuorvianti (sono presi di mira in particolare titoli e occhielli, che spesso contraddicono i testi stessi degli articoli). Una particolarità: a differenza di molti altri blog, non c’è spazio per i commenti, tranne che in pochi casi eccezionali (non è una grande perdita).
Dal Wittgenstein è quasi inevitabile accedere a una rete di blog italiani, che spesso rimandano l’uno all’altro. A scriverli sono quasi tutti autori maschi, relativamente giovani e comunque sotto i cinquanta anni: ad esempio Francesco Costa (ventiquattrenne, catanese di Roma), Massimo Mantellini (il più elegante), Giuseppe Civati (militante), Marco Simoni (da Londra, tra i miei preferiti, ma pigro negli aggiornamenti), Ivan Scafarotto (l’unico nome un po’ noto al di fuori della Rete, a parte Sofri).
È una scelta limitata, e ciascuno potrà divertirsi a fare le proprie scoperte, magari nel modo erratico e svagato che accompagna fatalmente le incursioni nella rete. Ed è anche una scelta molto parziale: quasi tutti questi blog sono schierati a sinistra, e in genere i loro autori sostengono attivamente il partito democratico – ovviamente con gli accenti critici che ciascuno potrà immaginare. Ma può essere comunque un buon punto di partenza per una semplice domanda: ma in un blog che cosa si può trovare di meglio, o di diverso, rispetto ai giornali?
Una maggiore freschezza, certo; uno stile più agile, anche se non sempre accurato e talvolta punteggiato da errori fastidiosi (sarà soltanto per la rapidità di scrittura?); l’apertura immediata a testi e fonti internazionali, grazie a link e segnalazioni molto varie. E poi, la novità più importante: una critica delle notizie e delle fonti, che nei quotidiani italiani si è perduta da molto tempo. È stata esemplare in questo senso la vicenda dei presunti rapimenti di bambini da parte di donne zingare: notizie del tutto false, riportate con scalpore da molti quotidiani, di cui subito è stata mostrata l’infondatezza nei blog citati sopra – solo di recente una ricerca documentata ha costretto alcuni quotidiani (solo alcuni!) ad ammettere il proprio errore. Questo è a mio avviso il punto più interessante: a volte il mondo volatile di Internet, ripetutamente accusato di scarsa affidabilità, si rivela più serio e accurato della autorevole carta stampata.
Ma non voglio certo trarre alcuna conclusione generale: solo una riflessione volante, magari un po’ effimera, da verificare direttamente sulle fonti – roba da blog, insomma.
http://www.wittgenstein.it
http://www.francescocosta.net
http://www.mantellini.it
http://www.civati.it
http://marcosimoni.wordpress.com
http://www.ivanscalfarotto.it
La ricerca di Alberto Prunetti sui presunti rapimenti di bambini è stata pubblicata in origine in un altro blog:
http://www.carmillaonline.com/archives/2007/12/002478.html