Compito in classe,
le teste chine, oggi
nessuno ha scordato
gli occhiali da vista.
I muscoli tesi di M.,
non vuole sfigurare;
l’aria intenta e sicura di C.,
le sue risposte tutte giuste;
S. non cede, stavolta
almeno un sei, giuro;
lo sguardo sperduto di B.,
l’ennesima disfatta?
Stavolta ho studiato.
Lo so. Ricognizione aerea.
Dall’altro capo dell’aula,
col dito alzato E. mi richiama,
ma si sbaglia, dice mamma.
Ridiamo. Di nuovo silenzio.
A qualcuno chiedo piano
Come va? Fa cenno col capo
che sì, tutto bene.
Le labbra socchiuse
alleggeriscono il petto
di un grazie, prof. Di nuovo
si avverte soltanto
il ronzio dei pensieri.
Cinquanta minuti,
e non c’è mosca che osi
interromperci.