Su un tema scottante sul quale già Rita Chiappini aveva relazionato, ecco ora, a seguito di un convegno sul tema, tenuto ad Urbino, l’abstract dell’intervento del prof. Marcello Dei.
Lo presentiamo diviso in due parti per questioni di spazio delle tabelle.
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Il progetto di ricerca della Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino “Copiare in classe” ha rivolto l’attenzione prima agli studenti del triennio della secondaria superiore (1) e successivamente agli alunni della scuola secondaria di primo grado e della V elementare (2) .
I risultati dell’indagine sugli studenti del triennio della superiore hanno individuato alcune caratteristiche fondamentali del fenomeno e cioè che gli adolescenti copiare è un comportamento:
- molto diffuso (due studenti su tre dichiarano di copiare spesso o qualche volta);
- derubricato dal novero dei divieti (l’85% degli studenti pensa che copiare il compito in classe sia poco o per niente condannabile);
- banalizzato, un gesto di routine, sostanzialmente privo di pathos.
Per diverse tra loro per vari aspetti, entrambe le indagini analizzano con la stessa metodologia alcuni argomenti cruciali: (1) la frequenza del fenomeno, (2) le emozioni e i sentimenti che gli alunni provano dopo aver copiato, (3) il giudizio sul copiare, (4) la rappresentazione della “parte lesa” dal copiare.
Presentiamo di seguito alcuni risultati riguardanti gli alunni della media ponendoli a confronto con i dati relativi agli studenti della secondaria superiore. Si può osservare così che cosa persiste e che cosa cambia nel percorso tra la media e il triennio della superiore, che è come dire: che cosa accade quando, accomunati nell’esperienza della vita scolastica, i bambini diventano adolescenti.
1. La frequenza
Gli alunni della media inferiore e della V elementare (d’ora in poi ALUNNI) copiano “spesso” nel 4,7% dei casi, “qualche volta” nel 29,1%, “raramente” nel 40% e “mai” nel 26%. Abituali o saltuari i copiatori assommano al 30,7% del campione. In confronto gli studenti del triennio della superiore (d’ora in poi STUDENTI) copiano più del doppio (63,9%).
La pratica di copiare cresce nel corso della scuola media, man mano che si passa da una classe alla successiva. I virtuosi che non hanno mai copiato sono il 38% in I^, il 22% in II^, il 13% in III^.
2. I sentimenti
Prestiamo attenzione alle sensazioni e ai sentimenti che i copiatori provano una volta che l’imbroglio è andato a buon fine. Il “Senso di colpa” ottiene la frequenza più alta (26,2%) seguito da “sollievo” (22,9%), “soddisfazione per la furbizia” (8,9%), “senso di inferiorità”(6,2%), “gioia” (4,1%), “fierezza” (1, 5%). Copiare è, insomma, un’esperienza gravida di emozioni gradevoli (40,5%) o sgradevoli (32,4%). Pochi alunni (8, 9%) vivono la cosa con indifferenza.
Passando da una classe alla successiva i sensi di inferiorità e di colpa diminuiscono a vantaggio della gioia, della soddisfazione per la furbizia e del sollievo – insomma: delle sensazioni gradevoli – e dell’indifferenza. La stessa tendenza si palesa nel confronto con gli studenti. Lo slittamento delle emozioni e dei sentimenti è evidente. Per gli alunni il bilancio delle emozioni post copiatura è più severo che per gli studenti. I primi provano di più il senso di colpa (26,2% contro 12,2%) e di meno la gioia (4,1% contro 10,0%), la soddisfazione per la furbizia (11% contro 21,9%), la fierezza (1,5 % contro 3,1%). Il senso di inferiorità è pari. Ma il dato più rilevante è il diverso spessore della patina di apatia con la quale gli adolescenti ricoprono la copiatura, l’“indifferenza” passa dall’8,9% degli alunni al 36,5% degli studenti.
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1) Entrambe le indagini sono state svolte con l’impiego di un questionario somministrato ad un campione nazionale di allievi e compilato in classe sotto la sorveglianza dell’insegnante. Comprende domande a scelta multipla, domande aperte a risposta univoca e domande aperte. La compilazione richiedeva dai 20 ai 30 minuti. Il rapporto di ricerca readatto da Marcello Dei sta in, Devianza e fair play tra i banchi di scuola. La socializzazione del compito in classe, “Studi di sociologia”, n.4, 2007, 1-31.
2) Il rapporto di ricerca a cura di Marcello Dei uscirà sulla rivista “Sociologia del diritto” sotto il titolo, La devianza dei piccoli. Pratiche e rappresentazioni del copiare in classe tra gli alunni della scuola secondaria di primo grado e della V elementare. La ricerca è stata cofinanziata dal “Fondo Maria Vittoria Gualandi”.
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