Questa è una lettera pubblicata su “la Repubblica” il 27 marzo 2009. Non è frutto di una disperazione rinunciataria, ma esprime, ci sembra, un sentimento condiviso da molti insegnanti che, pure, non rinunciano a lottare.
Caro Augias, il mio è un necrologio per la scuola che è morta: nell’ abbandono dei suoi edifici, nel grigiore delle pareti delle sue aule, nel tanfo delle sue palestre, nel fetore dei suoi gabinetti. È morta di amarezza, nello squallore delle sue sale dei docenti. Di rancore, nella disillusione dei suoi docenti, nella marginalità del loro ruolo, nell’ usura dei loro abiti, nell’ indigenza, nell’ insulto alle loro persone. Morta di vergogna, nella mancanza di carta igienica, nella povertà dei suoi strumenti, nel decadimento delle sue suppellettili. Di noia, nell’ inutilità delle sue riunioni, nell’ astrusa insulsaggine dei corsi di aggiornamento. Di disgusto, nell’ ipocrisia dei suoi ministri, nell’ arroganza dei potenti, nella volgarità della cultura dominante. Morta di invidia, nel confronto con le scuole dei paesi civili. Di indifferenza, nell’ incuria dell’ opinione pubblica, nell’ ignavia degli intellettuali, nel disinteresse dell’ informazione. La scuola italiana è morta di rimpianto, nella disillusione per i sogni di chi, almeno per un giorno, ci aveva creduto.
L’autrice collabora ad un sito: http://www.energie-nuove.com/ del circolo territoriale “ Energie nuove” del Partito democratico di Napoli
Vi potrete trovare anche, un articolo del marito, Ernesto Paolozzi pubblicato su “la Repubblica-Napoli” del 14.03.2009 dal titolo :” Alla scuola è rimasto solo il grembiulino?”, al seguente indirizzo:
http://www.energie-nuove.com/visualizza_blog_singolo.php?id_blog=855&primo_livello=menu&id_livello=855