Le impressioni di una persona che non è direttamente coinvolta, come insegnante o genitore, nelle attuali vicende della scuola. Avverte, anzi avverte molto bene, l’atmosfera opaca e inquieta che si sta creando al suo interno.
In tutta Italia in questi giorni c’è un gran fermento attorno alle scuole. Un fermento che si vede e si sente da quanto è “fisico”. Genitori ed insegnati che si incontrano e parlano di figli e alunni, di regolamenti, commi, sufficienze, carenze di informazioni e carenze di apprendimento e profitto. Tutto per trovare la “quadra” ad una riforma che di riforma ha poco essendo le riforme, per loro stessa definizione, un insieme progettuale che proietta verso il futuro l’intero mondo scolastico. La riforma di Mary Star Gelmini (così è stata ribattezzata da Luciana Litizzetto) porta indietro insegnanti, alunni, genitori didattica e metodo. A mio avviso ha trasformato gli insegnanti in burocrati amministrativi che, presi da esauste sedute interpretative della legge e conseguenti regolamenti di attuazione, arrivano davanti ai loro ragazzi con poco entusiasmo. Mi è capitato di parlare con insegnanti di elementari e medie; mi hanno commosso perchè mi raccontano della loro voglia di piangere sui progetti che ora vanno vagliati attentamente (anche dal punto di vista economico) per non incorrere nel disappunto o nelle ire di presidi e genitori. Sembra che già all’interno della scuola ci siano contrasti su come vivere e sentire o solo interpretare il cambiamento. Coloro che mettevano l’anima e la salute in un insegnamento che era anche di vita sociale ora metteranno meno anima e staranno più attenti alla salute?