Proponiamo due interventi di Andrea Leccese autore del libro “Torniamo alla Costituzione” ed. Infinito, 2009, che ha vinto il Premio Borsellino 2009
Torniamo allo Statuto Albertino!
Si tratta di un editoriale pubblicato sul quotidiano on line “Articolo 21”: http://www.articolo21.org/ , che ribadisce il principio dell’uguaglianza di fronte alla legge.
Se non si può fare di meglio, perlomeno torniamo allo Statuto Albertino! La metafora di Plutarco per cui “le leggi sono come le ragnatele” rispecchia sempre di più la realtà attuale: esse imbrigliano i deboli e i poveri, mentre vengono spezzate dai potenti e dai ricchi. L’eguale soggezione alla legge di tutti i cittadini una chimera, e niente più. Nella triste realtà, i cittadini non sono affatto uguali davanti alla legge, perché è evidente che la nostra società si divide sempre più nettamente in due categorie umane: quella dei ricchi di denaro che possono truffare, evadere il fisco, corrompere e riciclare denaro sporco liberamente e senza tema di punizione; e, dall’altra parte, quella dei poveri cristi che meritano la lapidazione anche per i furti di banane. Insomma, la legge, nella triste realtà del Belpaese, non è uguale per tutti. Questo significa che siamo tornati indietro almeno di due secoli, perché si calpesta il principio di “eguaglianza formale”, cioè un principio fondamentale dello Statuto Albertino (1848) e dello Stato liberale dell’Ottocento. L’art. 24 dello statuto concesso da Carlo Alberto di Savoia così recitava: «Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo e grado, sono uguali dinanzi alla legge». Dunque, se vogliamo vivere in un paese più civile, cerchiamo almeno di attuare le regole dello Stato liberale ottocentesco. Se invece proprio non ci accontentiamo, allora dobbiamo tentare di applicare la Carta Costituzionale vigente, per la quale il principio di eguaglianza non è solo formale, ma sostanziale. Se applicheremo fino in fondo la Costituzione, avremo la possibilità di vivere in una società decente, nella quale non solo la legge sarà uguale per tutti, ma sarà anche vietata ogni forma di discriminazione e a tutti i cittadini sarà assicurata una vita dignitosa.
La Costituzione, una “carta politica”?
Una lettera scritta da Andrea Leccese e pubblicata sul sito della rivista MicroMega (http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-costituzione-una-carta-politica/) per ribattere ad un attacco, in realtà alquanto virulento, di Ernesto Galli della Loggia, comparso sul Corriere della Sera, dal titolo: “Scuola Così la democrazia diventa catechismo”. (http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/08/Scuola_Cosi_democrazia_diventa_catechismo_co_9_091108058.shtml)
Gentile Direttore,
ho letto stamane, con grave sgomento, l’articolo a firma di Ernesto Galli Della Loggia, con cui si critica aspramente l’introduzione dell’insegnamento della materia “Cittadinanza e Costituzione”. Si definisce “agghiacciante” l’idea di insegnare la norma fondamentale dello Stato nelle scuole! Insomma, c’è da restare basiti. In ragione di argomentazioni particolarmente profonde, il giornalista, nella sostanza, sferra il solito spudorato attacco alla Carta Costituzionale.
I principi fondamentali contenuti nelle carte costituzionali si cambiano in occasione di eventi epocali, come la fine di una guerra, una rivoluzione o la fine di un regime totalitario. Altrimenti, potremmo avere una costituzione per ogni legislatura! Questo concetto elementare si impara all’Università, durante le prime lezioni di “diritto costituzionale”. Le altre norme costituzionali, invece, si cambiano in Parlamento, con speciali procedure. Ma questa distinzione basilare sembra sfuggire al raffinato costituzionalista e pedagogista Galli della Loggia, per il quale la Carta Costituzionale sarebbe “una carta politica, politicamente discutibile”, sic et simpliciter.
A proposito dell’insegnamento della Costituzione nella scuola, sarebbe utile pubblicare, oltre al prezioso intervento del Galli della Loggia, anche l’Ordine del giorno presentato in Assemblea Costituente dagli Onorevoli Moro, Franceschini, Ferrarese e Sartor nella seduta dell’11 dicembre 1947, approvato all’unanimità, con vivi, generali applausi:
«L’Assemblea Costituente esprime il voto che la nuova Carta Costituzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado, al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano».
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NOTA
Nell’articolo, Galli della Loggia fa un esplicito e critico riferimento al “Documento d’indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” (http://www.pubblica.istruzione.it/ministro/comunicati/2009_miur/040309.shtml), che contiene le linee guida per questo nuovo insegnamento, previsto per un’ora alla settimana in tutte le scuole di ogni ordine e grado.