A cosa servono le poesie?
I bambini soltanto sanno quel che cercano.
(Antoine de Saint-Exupéry)
Capire l’età di lettura di un volume per l’infanzia è un compito arduo. Esistono libri da leggere, per bambini che non sanno ancora leggere. Ma che sanno ascoltare. Poi esistono libri da leggere per bambini che sanno leggere, le chiamano storie per piccoli che con licenza anche agli adulti è permesso sfogliare. L’infanzia, però, se tutto va bene, inizia in una precisa data e si mantiene in corso d’opera praticamente sempre. Perciò, in definitiva, ci sono cose senza età. C’è un libro che lo dimostra. Si chiama Poesie della notte.
L’ha scritto Vivian Lamarque (la penna “irriverente” che rovesciò Cappuccetto Rosso in La bambina che mangiava i lupi, Mursia, 1998), mentre la sua mente vagava sui Notturni di Chopin.
Così si smascherava in un’intervista del 1992: “Per me è invece del tutto naturale scrivere poesie e fiabe. L’infanzia, che dal 1946 ho tuttora IN CORSO, mi detta le une e le altre”. Versi d’autore adagiati su illustrazioni di Sophie Fatus (meravigliosa collana Carte in tavola, Fatatrac): alberi bottoncino, tetti fiorati, gatti vigili alle finestre. La fiaba, la filastrocca, come la poesia, esorcizzano in qualche modo le più profonde inquietudini e, le inquietudini, l’età proprio non ce l’hanno. Piccole poesie promettenti buoni sogni, luce di stelle e amicizie lunari a dichiarare che quel che il buio porta in sé di spaventoso e angosciante altri non è, a guardar bene, che il mondo addormentato. Un cielo di mille-e-uno cuscini, che ti guarda fisso, forse si è innamorato? Basta solo prender confidenza e chiacchierare con la luna, tutto diviene meno spaventoso e superabile. Mentre l’ombra leggera dell’infanzia esce dalla cameretta, le autrici vogliono forse dire ai lettori in erba che i cambiamenti sono moti naturali e che le cose dipendono sempre da come le si guarda. Quel che si rischia di imparare è che in certi casi l’anzianità proprio non conta, non certo in termini di intensità emotiva, al più, “crescere” peggiora di gran lunga la percezione del mondo… Per ogni stella che nasce, per ogni buio che scende, c’è sempre un bambino pronto a regalare la propria pila alla luna, se necessario. Poesie lavoratrici indefesse al servizio dei sogni infantili, scopo dichiarato: renderli d’oro. In fondo la notte è solo il giorno vestito da sera.