(a cura di Maria Rosa Pantè)
Le molte forme dell’amore, in Alda Merini
Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi ne sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.
In me l’anima c’era della meretrice
della santa della sanguinaria dell’ipocrita.
Molti diedero al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto una isterica
L’amore coniugale, di Bianca Maria Frabotta
Mio marito ha un cuore generoso
come quel dio che dona il primo verso.
La notte a sé non tira le coperte
sul petto non mi pungono i suoi peli
e al risveglio vorrebbe unirsi al coro
anonimo che sole e fame assillano.
Mio marito diffida delle ore oscure
e al suo cospetto io mi vergogno.
E anche di vergognarmi mi vergogno.
Mio marito diffida delle cose oscure.
Così, per amor suo, io cambierò stile
e per lui terrò in serbo cose chiare.
L’amore per la figlia in Saffo
Ho una bella bambina.
La sua figura è come i fiori
d’oro: è l’amore mio, si chiama
Cléide.
Se mi date la Lidia intera non la do,
se mi date l’amabile… io non la do.
Riconoscere l’altrui bisogno d’amore, in Paola Lazzarini
Dopo venti chilometri
percorsi in un anfratto del motore
incolume, ora si fida
struscia il musetto nero…
Di quanto amore sia affamato
ogni essere vivente è segno
il micio sottratto all’abbandono
in un cantiere d’autostrada.
Amore per il sacro, amore per la madre, in Maria Rosa Menzio
Madre nostra che sei
nella terra e nei fiori
venga il tuo
regno
di ninfa sole luna pioggia attesa
perdonatemi madre
perché ho peccato
peccato di rinunce o di troppa precisione
né ricordo altre vite
di contorni sfumati
di parole cedute o barattate
non ho creduto
che tutto ciò che abita
scorre nel vento
muta silente
eppur non muore.
L’amore sensuale, in Donatella Bisutti
Abbiamo fatto l’amore nella luce della luna
nella luce della luna ho avvolto la mia mano
intorno al tuo sesso
l’ho sentito lievitare come il pane
indurirsi come un coltello
tagliarmi le dita.
Al mattino la luna era ancora piena
e gonfia sopra il mare.
L’amore per il padre, di Maria Rosa Panté
Papà zucchero e miele
Papà paese dei balocchi
Papà anima del mondo
Papà luce dei miei occhi
chiave del mio intelletto
Papà inchiodato al letto
come un Cristo Gesù
invecchiato, come un San Pietro.
Papà mia bellezza:
occhi bruni di mare e di terra,
occhi chiusi, orbite
già use a vedere la morte
o l’abbaglio di Dio.
Papà sorriso raro e impreveduto
Papà pioggia benedetta
Papà sole gioioso
Papà pigolìo di boschi
Papà storia della mia storia
Papà radice delle mie radici
Papà ossuto, papà morente
Papà buono e gentile
Papà esempio e tenerezza
Papà mia carezza.
Papà pronto alla partenza
Papà forte, austero, veloce
Papà nella caserma
nell’orto, nella casa.
Papà padre e madre,
figlio e fratello,
in tutto anima della mia anima.
Papà dormi sereno
ché la fatica si fa fioca.
Papà d’oro e d’argento
Papà mio tesoro,
mani grandi e forti:
anche adesso, proprio adesso.
Papà pronto alla partenza
Senza ritorno.
Senza ritorno.
Senza ritorno in questa terra.
L’amore è vita, in Jolanda Insana
crolla il balcone con tutti i gelsomini
e le ghirlande di cipolle
ma io non sono parente stretta della morte
e non voglio baciare chi se ne va.