6 Marzo 2010
In prima, non so come ci imbattiamo nei Punti Cardinali: collochiamo il mare (che è a due passi da noi), l’Appennino, il Sud Ovest risulta alla porta della classe..risatine, breve silenzio e poi Manuela capisce in ritardo e urla “AH!”. Alzo gli occhi e Paolo mi spiega: “Due neuroni hanno fatto contatto e ha capito, prof. ..Delle volte è quasi un dolore!”
9/3
In Belgio per il meeting Comenius: lasciamo Rimini sotto la minaccia della neve, arriviamo a Bruges con un cielo di vetro , sferzati dal vento ghiacciato che dal mare del Nord non ha incontrato ostacoli.
Serata di benvenuto a scuola , ragazzi belgi biondi e impettiti offrono cioccolate calde e panini, gli ospiti stanno ammucchiati tra loro come pecore dantesche formando strane geometrie, gli insegnanti combattono la stanchezza cercando di sorridere.
10/3
Sul piazzale della stazione aspettiamo la distribuzione delle bici a noleggio in un vento da Anna Karenina; Paolo e Daniel sono pronti -:”prof. Io e lui non siamo belli e dannati come Rimbaud?””Non siete né belli né dannati”rispondo “Allora siamo semplici poeti”. Se non fosse così freddo la soddisfazione mi farebbe ubriacare.
11/3
Ypres è un paese di cimiteri inglesi.. nel vento sferzante guardiamo le lapidi con i simboli delle nazionalità , delle religioni: la foglia d’acero per il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda, la Scozia, la Stella di Davide, la Croce, la Mezzaluna.
Ci sono tre italiani emigrati che sono venuti qui a morire, ci sono i Gurka mandati a fronteggiare le offensive più dure..i nomi, le età (17, 18, 19 anni, l’età dei miei ) i simboli, i giardinieri silenziosi fanno venire il magone, i due Sikh del gruppo inglese mettono una mano sulla tomba di uno dei loro .
Ci spostiamo su Collina 60, persa e riconquistata 7 volte in 4 anni : il terreno è cosparso di buche , crateri, resti di trincee e bunker: qui niente, né un cespuglio, né un albero né un muro ha più di 92 anni, i pastori per delimitare i campi utilizzano residui ferrosi che trovano rivoltando le zolle, ogni tanto qualcuno finisce all’ospedale a causa di un proiettile a gas tornato alla luce.
Questo è stato il mattatoio della civilissima Europa, qui Hitler ha fatto il suo apprendistato.
Alle 20, gelati fino alle ossa, con le teste nei berretti imbottiti appena comprati, ci ammassiamo sotto l’arco del memoriale dei 500 000 nomi senza corpo, soldati dei quali nulla più è stato recuperato, vaporizzati dall’odio e dalla tecnologia.
Ogni sera da allora, una tromba dei pompieri suona, e Ypres ricorda quei morti venuti da lontano per difendere il Belgio..è il Last Post; stasera , come quasi sempre, c’è una ressa di ragazzi, gruppi che ridono e si spintonano.
Quando la cerimonia comincia 6 giovani canadesi, pallidi e dignitosi nelle uniformi della scuola, portano una corona di fiori, dei piccoli crocefissi di legno..un attimo di silenzio e poi tutto il gruppo, con i giganti più grandi alle spalle dei più piccoli, intona l’inno del Canada.
Come è lontano da qui, e quanto sarà sembrato lontano allora a quei soldati appena arrivati dalle pianure sterminate, dai boschi senza fine, questo paese piccolissimo, stretto tra potenze digrignanti…
13/3
Ultima sera, bowling: giocando ecco che cominciano a sciogliersi; anche lavorando al progetto con gli audiovisivi si erano capiti e mescolati,i ragazzi devono “fare” assieme, a loro non basta stare. Stefania scambia l’indirizzo coi due Sikh, dopo andranno tutti a ballare, peccato per i Turchi che sono dovuti partire..
Guardandoli ora pensiamo che avrebbero avuto bisogno di altri 5 giorni.