Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones
28 febbraio – 6 giugno 2010
Il progetto della mostra dedicato a “I Preraffaelliti e il sogno italiano. Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones”, (curato da Colin Harrison, Christopher Newall, Claudio Spadoni), in programma nelle sale del Mar di Ravenna dal 28 febbraio al 6 giugno 2010, e poi dal 15 settembre al 5 dicembre 2010 presso l’Ashmolean Museum di Oxford (da dove molte opere provengono), indaga e propone alla nostra attenzione il ruolo artistico e culturale che l’Italia ebbe per il movimento chiamato “Preraffaellita”.
Poiché si tratta tra l’altro della prima mostra organizzata in Italia sul movimento, nasce una spontanea gratitudine a chi l’ha realizzata. Il fascino delle opere si sposa con il coinvolgimento emozionale, intellettuale, si intreccia con l’impegno etico, con la visione economica, politica, storica del nostro Risorgimento.
Nato in Inghilterra nella seconda metà del XIX secolo si impose come risposta all’accademismo ufficiale, per il recupero di un’arte spontanea e ispirata alla natura, identificata con l’arte dei pittori del passato italiano, antecedente a Raffaello.
L’Italia con la sua arte, il suo paesaggio, la sua letteratura e la sua storia, raccontata dai nostri profughi politici (da Foscolo a Pellico, da Mazzini e Garibaldi) e dagli amanti della terra italiana, fu il punto centrale della loro ispirazione: essi cercarono di guidare la riforma della pittura inglese partendo dalla cultura italiana, individuavano in Dante la massima espressione di qualità morali, creative, intellettive e persino politiche.
Tra i membri fondatori della Confraternita ci fu Dante Gabriel Rossetti: figlio di un esule italiano, che trovò una delle sue principali fonti di ispirazione negli scritti di Dante, e realizzò una magnifica serie di acquerelli e dipinti volti a illustrare alcuni episodi chiave della Divina Commedia.
Anche Burne-Jones realizzò opere tratte da soggetti legati alla letteratura italiana.
Dal 1850 l’attenzione dei preraffaelliti si volse anche ai dipinti del sedicesimo secolo e in particolare a quelli veneziani e romani, rinascimentali, con un atto sincero di riconoscimento al divenire continuo nell’arte per i movimenti come nei percorsi individuali.
John Ruskin appoggiò, fin dall’inizio, il gruppo con analisi e tesi critiche e fu l’ispiratore di artisti che in quel periodo visitarono l’Italia per studiare attentamente la natura e le opere d’arte a beneficio del pubblico inglese. Un certo numero di pittori e disegnatori lavorò direttamente per Ruskin, per documentare edifici e dipinti che lo studioso credeva in pericolo o per restauri incauti o per l’incuria del tempo. Tra questi c’erano G.P. Boyce, J.W. Inchbold e J. Brett, poi J.W. Bunney, F. Randall e A. Burgess, che realizzarono disegni per gli studenti di Oxford e le cui opere vediamo esposte.
La mostra si articola in sale tematiche: scorriamone alcune.
Opere d’arte dal XIV al XVI secolo
Si passa da tre diverse tempere su tavola, di anonimi ferraresi del XV secolo, “L’Arcangelo Gabriele”, “La Vergine Annunciata”, “La Madonna in trono con il Bambino” , per arrivare alla “Natività”, del Beato Angelico, che esprime una naturale intimità famigliare con una valorizzazione originale di San Giuseppe, solidamente in primo piano, mentre una corona di angeli blu notte danza sul tetto della capanna; segue la “Preghiera nell’orto”, fratture interiori espresse da una rappresentazione spezzata , tensione e dolore colti ne de la distanza e nell’abbandono degli apostoli nel momento più struggente di raccoglimento urlante di Cristo fra gli ulivi.
Altra “Annunciazione”, dalla Bottega di Gentile da Fabriano, una Madonna sorpresa ed altera ed un angelo ancora svolazzante; ad essi fa da contrappunto l’“Annunciazione”della risposta. Lorenzo Costa ci presenta “San Giovanni Evangelista”, con lo sguardo smarrito ed i movimenti delicati propri di un mistico. Ancora più perfetto l’equilibrio scenografico in “Gesù Bambino tra la Madonna e San Giuseppe, adorato dai pastori” di Pietro Vannucci (Perugino), la luminosità si espande eterea dal bambino al paesaggio del Trasimeno, nell’amata campagna umbra, con la quieta devozione dei genitori e dei pastori.
Dante
Amato come poeta primitivo fu l’ ispiratore di diverse opere pittoriche, scultoree e grafiche dedicate ai suoi personaggi, in primis a Paolo e Francesca.
Appassionato e vibrante già negli studi su carta per lo Studio per Paolo e Francesca da Rimini, di Dante Gabriel Rossetti, nell’opera finale la luce sullo sfondo corona il loro slancio emotivo che si trasforma in abbraccio indissolubile, Dante si accosta a Virgilio e piangono, piange faville l’inferno ; imperfetto in alcuni dettagli ma adorabile per la grazia delle figure femminili Visione di Dante. Rachele e Lia. Beatrice ad un ricevimento di nozze nega il suo saluto a Dante: gioco di verdi negli abiti delle fanciulle, contro il rosso talare di Dante, una bimba lo consola offrendogli un fiore.
Arte e letteratura si incontrano in un gioco di rimandi, Dante che disegna un angelo nel primo anniversario della morte di Beatrice, Fra Angelico mentre dipinge, cupo in penna marrone e acquerello scuro su carta, Giotto mentre dipinge Dante, acquerello su la transitorietà della fama: arte, amicizia ed amore in un’unica tavola., sul retro versi danteschi, ancora l’intersezione tra arti e realtà , metafora della visione della vita.
Seguono opere su carta di Edward Burne-Jones, dedicate alla diatribe tra guelfi e ghibellini.
John Ruskin e l’Italia
Troviamo qui riproduzioni di Ruskin di sculture ed architetture italiane, con l’intento di salvaguardare l’Italia dal rischio di scempi provocati da uno sviluppo economico caotico.
John Ruskin:” Il lato sud di San Marco, Venezia dalla Loggia del Palazzo del Doge” ; “Parte della facciata della distrutta chiesa di San Michele a Lucca”, matita e acquerello su carta, “Studio per il Generale Chiaroscuro dal sarcofago e baldacchino di Mastino II della Scala a Verona”, il sogno si fa più evanescente”Studio della tomba di Can Grande della Scala a Verona”, giochi di chiaro scuro per guglie, porticati, inferiate rese con tratti decisi come lampi negli acquarelli.
Affascinato da Verona e Venezia poi dal “Il Battistero di Firenze: studio della parte superiore del compartimento di destra sulla facciata sud ovest”, raccontato con precisione geometrica, da “Il duomo di San Martino a Lucca”, l’acquarello trasforma l’imponenza in luogo di accogliente preghiera, “Tomba di Ilaria del Carretto nel Duomo di San Martino di Lucca”, frutto di una lunga fatica, ne rese una figura…amletica, probabilmente il tocco del volto nella copia dell’opera fu di William Gershom Collingwood autore di“Testa della scultura di Ilaria del Carretto nella tomba scolpita da Jacopo della Quercia”acquerello dal fascino delicato che richiede una certa riverenza in chi osserva.
Una delle interpretazioni più significative per John Ruskin, Copia della “Crocifissione” di Tintoretto, Trascinato nel mare maggiore delle scuole pittoriche venete, rende con sapienza di linguaggio pittorico, la potenza centrifuga del Cristo che provoca il movimento impetuoso dei corpi circostanti.
La novella “scuola etrusca”
Pittori ispirati dal patriota-pittore italiano Giovanni Costa credevano nel diritto all’indipendenza dell’Italia ed espressero la loro ammirazione per il nostro paese con commoventi vedute paesaggistiche e convincenti profili di personaggi locali. In Donne che rubano legna sul litorale vicino ad Ardea, in una serata di Libeccio, Giovanni Costa, affronta un lavoro impegnativo, sviluppa un tema di denuncia sociale reso attraverso lo scorcio scenografico di dettagli drammatici della vita contadina nella campagna marittima. Prosegue il suo messaggio stilistico proprio dei macchiaioli in
Dormono di giorno per pescare di notte: lunghe ombre si allungano intorno alla barca, la luce vespertina accarezza le onde, cala la sera; in Giornata di Scirocco, sempre un paesaggio reale, grigio, immerso in un cielo violaceo per esprimere la caparbietà dei lavoratori in primo piano tra stoppie arse dal sole.
L’estetismo nutrito dal Rinascimento
Dai soggetti preraffaelliti a un’ispirazione vitale e ricca di fascino sensuale.
Frederic Leighton, “Acme e Settimio”, non ancora passionale il bacio di lei coperta di solo veli verso il viso freddo di lui, ma poi prorompe il “Dolce far niente” di William Holman Hunt: vestita da matrona la dama si abbandona sullo schienale come se la Madonna di Raffaello si fosse sciolta i capelli e indurita il volto, uno scialle rosa intenso ravviva tutte le tonalità marroni dei panneggi.
Torna Dante Gabriel Rossetti: con “Aurelia (L’amante di Fazio)”,con lo sguardo perso nel vuoto mentre si disfa le trecce, sensuale ed altera, capelli rossi fulvi in uno sfondo barocco londinese, altra amante più più pensosa “La Donna della Finestra”: poi l’autore si spinge verso il simbolismo con “Dantis Amor”, una figura centrale, con capelli ed ali color rame, fra stelle e raggi di luce mette in comunicazione il sole” Cristo “con la luna “Beatrice”, al tempo stesso si pone in mezzo alla loro relazione, la concettualità è mitigata dall’uso degli spazi e dei colori.“La ghirlandata”, particolare in fotografia ingrandita, la morte della prestatrice ha bloccato il trasferimento alla mostra dell’opera. A conferma della visione di Rossetti, la realtà passa e la fama è precaria, la bellezza del portamento, la delicatezza del viso aperto, i capelli fulvi, la ghirlanda di rose sull’arpa assurgono a una poesia ancora più alta e meditativa delle precedenti. Il fatto stesso che ci sia sfuggito l’originale lo rende “ grande assente “e al tempo stessa metafora della precarietà della vita, tema richiamato a più riprese dai pittori.
Il mosaico di San Paolo dentro le Mura, Roma
Il culmine dell’interesse e dell’espressività religiosa dei Preraffaelliti in Italia si può vedere nei mosaici della Chiesa Americana di Roma, San Paolo dentro le Mura, realizzati da Burne-Jones alla fine del 1880. La mostra include cartoni e disegni preparatori per questo progetto, ed un video illuminante.
Edward Burne-Jones,
“L’albero della vita (cartone preparatorio per il mosaico di San Paolo dentro le Mura”, Roma), un rovo a più rami, dove Cristo si eleva a braccia aperte, le figure ai lati si slanciano, verso di Lui hanno perso la sensualità a favore di una tenerezza dai vari rimandi iconografici.
“Cristo in trono Sulla Gerusalemme Celeste”, posto fra Angeli, portatori ciascuno di un di diverso messaggio spirituale. « L’Arcangelo Michele ha scudo lancia elmo; Studio per l’Annunciazione, stilizzati su fondali di zaffiro o del tramonto aranciato “Uriel”, “ Arcangelo del Sole”, e “Gabriele, Angelo dell’Annunciazione”, azzurro verde in totale armonia di luce.
Alla base del trono scendono quattro fiumi, sulle pareti scorrono santi e profeti, di fronte decorazioni di vergini che suonano incoronate da fiori mentre diverse matrone seguono Maria o la Maddalena, angeli lievi sollevano le nubi diventate tendaggi.
“Tre disegni preparatori per l’affresco “Cristo in trono nella Gerusalemme celeste”, irradiano fermezza “I padri della Chiesa”; siamo invitati ad andare a Roma per vedere l’originale.
Siamo passati da un accorato invito a memorizzare il fascino delle culture passate, colta l’armonia dell’arte e della natura in Italia, a immagini di creatività nuove, volte a diventare anche visioni religiose e/o fantastiche, per condurci alla contemplazione.
Un messaggio stimolante per la sensibilità contemporanea da raccogliere ed approfondire.