Al sito: “Costruire i nuovi Licei”, http://nuovilicei.indire.it/ sono state pubblicate le indicazioni per materia ed è stato aperto il dibattito sui nuovi programmi “Gelmini” dei licei.
Il dibattito sta aperto per trenta giorni (dal 23/03/2010 al 22/04/2010) e la Commissione nominata dal Ministro che ha validato la presente stesura valuterà i pareri espressi ai fini della redazione definitiva delle Indicazioni nazionali.
Il dibattito è molto ampio e ricco. Qui segnaliamo il profilo sulla lingua e letteratura italiana,
http://nuovilicei.indire.it/content/index.php?action=riforma&id_m=9549&id_cnt=9622
che consta al momento di una novantina di interventi. L’occasione è data dall’invio a “Voci” da parte di Guido Armellini della propria nota, che fa riferimento a quella precedente di Adriano Colombo, leggibile a questo link:
http://nuovilicei.indire.it/content/index.php?action=riforma&id_m=9549&id_cnt=9622&page=17#msg
Naturalmente è importantissimo che per ogni disciplina i docenti intervengano sul sito “I nuovi Licei”, comunicandolo, se vogliono, anche a noi per diffondere le opinioni.
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Aggiungo alle argomentazioni di Adriano Colombo, che condivido, due ulteriori motivi di dissenso dal “Profilo” di letteratura.
- Primo biennio: studenti assenti.
Non c’è alcun punto delle Indicazioni da cui traspaia il sospetto che le ragazze e i ragazzi che frequentano oggi i licei siano esseri umani dotati di interessi, curiosità, domande, orizzonti d’attesa propri. Identici ai loro antenati ginnasiali di settant’anni fa, i quattordici-sedicenni di oggi non chiederebbero di meglio, per acquisire “familiarità con la letteratura” ed “apprezzarne… il valore estetico”, che leggere l’Iliade, l’Odissea, L’Eneide, le tragedie greche e I promessi sposi, con un’incongrua appendice conclusiva di testi delle letteratura italiana delle origini. Si tratta certamente di opere di indiscusso valore letterario e storico-culturale, ma sorprende che, di fronte al campo sterminato di testi offerto dalle letterature di ogni luogo e tempo, si imponga un repertorio di letture così vincolante e remoto, a ragazzi che stanno attraversando l’età delle libere esplorazioni e delle scoperte, nella quale si gioca una scommessa risolutiva sul loro rapporto con la lettura. Nonostante il cenno iniziale all’”autonoma curiosità intellettuale” come fondamento della lettura, le indicazioni non sembrano considerare gli studenti come soggetti dell’apprendimento, dotati di un proprio immaginario col quale la scuola può instaurare un dialogo aperto, ma come contenitori vuoti da riempire di un sapere precostituito. Sorge il dubbio che, per gli autori del Profilo, ci sia una netta cesura fra la lettura come campo dell’esperienza umana, e la disciplina scolastica “letteratura”, intesa sostanzialmente come “storia della” letteratura, fatta di autori canonici da apprezzare obbligatoriamente e di nozioni precostituite da imparare e ripetere.
- Triennio: quantità vs. qualità.
Questa impressione è avvalorata dalle indicazioni relative ai tre anni conclusivi. Il profilo prevede che gli studenti leggano “opere (o porzioni significative di opere)” di ben ventisei autori (tredici nell’ultimo anno!) che in questo stesso forum sono stati definiti “imprescindibili”, più “altri autori a scelta” della lirica post-ermetica e “dalla stagione neorealistica ad oggi”. E’ consigliata inoltra la lettura dei dialettali e di “pagine della migliore prosa saggistica e memorialistica del Novecento”. In più, nelle premesse, viene prescritta l’attenzione all’“estesa produzione in latino”,”allo sviluppo parallelo delle arti visive e musicali, della drammaturgia e del cinema”, al “contestuale dibattito culturale”, alle “principali letterature straniere”. Una simile mole di contenuti obbligherebbe insegnanti e studenti ad un’improba lotta contro il tempo, ed escluderebbe quella possibilità di riflessione, di analisi, di dibattito senza la quale non si può parlare di un’autentica attività interpretativa: la sola che consenta ai giovani lettori di mettere in campo la propria intelligenza e la propria immaginazione nel dialogo con i testi. Gli autori del Profilo sembrano ignorare che la riflessione sviluppatasi negli ultimi decenni sull’insegnamento letterario ha più volte sottolineato la necessità di un “indebolimento” del canone, inteso come campo di scelta e non come percorso obbligato: condizione indispensabile, tra l’altro, per poter uscire da un’asfittica concezione “identitaria” della letteratura e offrire uno spazio congruo ad opere e autori stranieri.