Mario Castoldi, Qualità vs povertà, “Scuola e didattica” , n. 2 – 1 settembre 2010
Il rientro dalle vacanze segna l’inizio del nuovo anno scolastico e nel primo numero di settembre di “Scuola e didattica” (Editrice La Scuola, Brescia) Mario Castoldi traccia le linee fondamentali che caratterizzeranno l’impegno della rivista per l’anno scolastico che va a cominciare. Lo scritto delinea in maniera essenziale i punti di criticità del sistema scolastico del nostro paese e, analizzando la condizione attuale dell’istruzione in Italia, indica una serie di contraddizioni fra il dire e il fare, fra i proclami e le roboanti dichiarazioni di politici e amministratori e la dura realtà. Dicotomie alle quali la rivista riserverà la propria attenzione.
Dopo aver introdotto il suo intervento alludendo al passaggio, in atto nei paesi ricchi, da una logica additiva (caratterizzata dal segno +: + risorse,+ insegnanti, + tempo scuola, + discipline) ad una logica evolutiva in tema di gestione dei sistemi scolastici, l’autore lamenta il perpetrarsi, nel nostro paese, di pratiche assistenzialistiche almeno fino ad un momento che segna un vero e proprio punto di svolta, rappresentato dall’attuale governo. Il quale, dall’estate del 2008, ha invertito “la tendenza: dal segno + al segno -, dalla logica additiva alla logica sottrattiva. Meno risorse economiche, meno docenti, meno tempo scuola, meno personale scolastico, meno supplenze (…).” Poco più avanti l’autore esprime due sentenze inappellabili, l’una sull’operato del governo, l’altra sullo stato di salute dell’istruzione pubblica: “Incapaci di riqualificare il sistema si punta a smantellarlo, a sottrargli la linfa vitale ….” e ancora, “L’immagine che offre il nostro sistema scolastico è quella di una scuola povera, agonizzante, che sta in piedi solo per l’impegno di singole persone (…).”
La sua denuncia punta il dito sulle metodiche populiste che caratterizzano il governo della scuola ai suoi diversi livelli: “Ciò che non si può sopportare, però, è l’ipocrisia dei politici e dei dirigenti che governano l’amministrazione scolastica i quali continuano a infarcire le loro dichiarazioni e i loro documenti con proclami sulla qualità della scuola, sulla funzione strategica dell’istruzione, sull’innalzamento del capitale umano e similari. Si tratta di una comunicazione falsa e mistificante, che finge di non vedere lo stato di abbandono in cui versa la scuola, magari puntando a scaricarne la responsabilità sui docenti fannulloni o sull’onda lunga del Sessantotto. Chiamiamo le cose con il loro nome: abbandoniamo la mistica della qualità e riconosciamo lo stato di povertà in cui versa la scuola; non cambierà la sostanza, ma almeno non ci sentiremo presi in giro!”
L’editoriale della rivista chiude con una dichiarazione d’intenti di assoluto interesse: “Nel corso dell’annata scolastica che si avvia vorremmo utilizzare questo spazio per svelare alcune delle contraddizioni che caratterizzano il governo del nostro sistema scolastico, per discutere le antinomie fra messaggio e medium: didattica laboratoriale vs riduzione delle risorse, riqualidicazione professionale vs assenza di politiche formative, orientamento al merito vs mancanza di incentivi, continuità verticale vs separazione dei percorsi formativi, attenzione al processo vs enfasi sulla prestazione, approccio per competenze vs primato della misurazione, istanza di personalizzazione vs valutazione standardizzata, sfida della complessità vs parcellizzazione delle cattedre, flessibilità progettuale vs rigidità organizzative. Sono contraddizioni che svelano distanze imbarazzanti tra intenti programmatici e prassi gestionali, tra retorica della scuola ideale e abbandono della scuola reale. In una parola tra qualità e povertà.”