Prorogata fino al 13 marzo 2011, a Milano, Palazzo della Ragione
In quest’occasione vi propongo un viaggio imprevedibile: nell’era della riproducibilità digitale dell’opera d’arte. Il capoluogo lombardo rende omaggio a Caravaggio con un evento omnicomprensivo delle sue opere, a più di mezzo secolo di distanza dalla celebre rassegna milanese dedicata a Caravaggio nel 1951, a cura di Roberto Longhi.
Occasione originale e provocatoria, ripetibile in altre sedi e proveniente da altri spazi espositivi. Niente profumo di oli, nessuna tela vista e rivista con stupore ma proiezioni a grandezza naturale. I quadri, riprodotti in digitale con tecnologie d’avanguardia ad altissima definizione, nel rigoroso rispetto della dimensioni (alcuni enormi, da parete), dei colori e della luce originale, si trovano riuniti realizzando un sogno a lungo coltivato da studiosi, critici e appassionati educatori.
Nella bellezza austera del Palazzo della Ragione, giustamente valorizzato, a due passi da piazza Duomo, in ampi saloni sotto le volte di altissimi soffitti, sono raccolti e presentati sessantacinque capolavori – l’intero corpus delle opere di Michelangelo Merisi, – riprodotte ad altissima definizione e disposti lungo un itinerario cronologico, di volta in volta intrigante e poi tenebroso e poi quieto. I performer nei panni del grande maestro ci parlano del suo mondo attraverso aneddoti di vita vissuta e racconti sulle opere, scanditi in tre fasi temporali: gli esordi, la maturità, il periodo precedente la prematura scomparsa.
Opere vicine e confrontabili su temi simili anche se prodotti in tempo diversi…consentono che si analizzino i dettagli e i rimandi, non da Parigi a San Pietroburgo, da New York a Princeton, da Dublino a Vienna, da Roma a Napoli, Firenze, Siracusa: no, sono oggi fruibili in uno stesso luogo. L’esposizione supera limiti di spazio e frazioni di tempo, consente di seguire passo dopo passo le tappe dalla sua opera lungo sua vita burrascosa.
Realizzata dalla Rai in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, speriamo prosegua il suo viaggio nella provincia italiana, perché gli auspici non svaniscano proprio ora.
“L’arte antica ha bisogno di futuro e questo Caravaggio virtuale ha qualcosa di molto reale: la possibilità di conoscere la bellezza dell’arte attraverso la tecnologia, con il sorprendente risultato di riuscire a vedere tutte le opere di Caravaggio in un unico spazio scenico”. (Massimiliano Finazzer Flory -Assessore alla Cultura-MI)
PERCHÉ UNA MOSTRA IMPOSSIBILE
“L’idea delle Mostre impossibili – suggerisce Renato Parascandolo, ideatore del progetto, nasce dalla considerazione che nell’epoca contemporanea la riproduzione deve essere tutelata e valorizzata quanto l’originale: una diffusione di massa delle opere d’arte, garantita dalle riproduzioni, risponde a un’istanza di democrazia culturale quale venne formulata da Walter Benjamin e André Malraux. La mostra rende accessibile a un pubblico vastissimo la fruizione di opere d’arte; impiegando tecniche digitali d’avanguardia, è stato possibile realizzare riproduzioni di altissima definizione in scala 1 : 1, di ciascun affresco, dipinto o pala d’altare, ponendo lo spettatore virtualmente di fronte all’opera d’arte originale”
“Le “mostre impossibili” consentono un’approfondita conoscenza delle opere e un accostamento, per confronto, di opere che sono normalmente lontanissime fra loro. Soprattutto, questa nuova
Generazione di riproduzioni d’arte, ad altissima definizione e a grandezza naturale,consente un approccio agli originali che gli originali stessi, nelle condizioni in cui normalmente si trovano, sia nei musei sia nelle sedi proprie, non consentono. Per questo considero geniale il progetto delle “mostre impossibili” ideato e sviluppato, con perseveranza e rigore, da Renato Parascandolo” (Ferdinando Bologna)
GLI ELEMENTI INNOVATIVI
a) Innanzi tutto un sistema di comunicazione innovativo e altamente didattico, che coinvolge e rende partecipe il visitatore-spettatore in modo attivo, con un’esperienza visiva e auditiva a tutto tondo.
b) Omnicomprensiva rispetto a qualsiasi altra esposizione, anche perché, a causa dei costi proibitivi di allestimento e della crescente difficoltà di ottenere dai musei il prestito delle opere d’arte, una mostra di tutti i dipinti del Caravaggio era e resta impossibile in assoluto.
c) Inoltre, la riproduzione digitale dei dipinti consente di prolungarne la memoria al di là dell’usura e degli eventi, di trasmetterne ai posteri una testimonianza attendibile e, soprattutto, rende possibile una più esauriente e analitica “leggibilità” delle opere stesse, consentendo di percepire aspetti cromatici e luministici – l’essenza della pittura caravaggesca.
d) Stimola alla visione degli originali con occhi più consapevoli.
Arricchisce il valore didattico del progetto, il sito internet della mostra www.caravaggio.rai.it. In questa sorta di catalogo virtuale è possibile, tra l’altro: entrare nei più minuti dettagli delle opere fino a scorgerne la trama della tela; si aggiungono le sequenze più significative dello spettacolo teatrale che Dario Fo ha realizzato espressamente per la “Mostra impossibile”; le testimonianze sul Caravaggio dei suoi contemporanei. Completano il percorso video di film storici, documentari e spettacoli a tema, conservati nelle Teche Rai.
Incredibile a dirsi i tecnici della Rai hanno messo a punto una tecnica di riproduzione – basata su supporti trasparenti retro illuminati – che ha consentito di ottenere risultati straordinari, apprezzati anche da autorevoli storici dell’arte.
Giovane con un canestro di frutti, la spavalderia di un collo slanciato come fosse del Parmigianino, ricci scuri e folti che verrebbe voglia di spettinare, porge un cesto di frutta fresca, ma sembra pronto a offrire si’ bella testa.
Il Bacchino ammalato, livido per la sofferenza, mentre è trionfante tra coppe di vino e grappoli d’uva Bacco, pacioso,con una vaga aria di ambiguità da Firenze (Galleria degli Uffizi).
Concerto di giovani, lo stesso modello ruota in diverse versioni, vari profili e sfumature dell’incarnato dal rosato naturale al pallido, all’abbronzato.
Ragazzo morso da un ramarro, in due versioni , una più calda, una più potente, entrambe scolpite dal terrore del volto contratto, furente più con se stesso che con il ramarro.
San Francesco confortato dall’angelo dopo aver ricevuto le stimmate, (in originale a Rimini in questo periodo), un abbandono totale quasi un sereno compianto.
Riposo durante la fuga in Egitto, opera di una bellezza straordinaria, equilibrio sconvolgente, quasi erotico l’angelo che canta e suona, mentre Giuseppe ascolta e sostiene lo spartito, dolcemente affranti Maria e il bimbo riposano abbracciati: vola la veste dell’angelo e ali scure fermano il momento grave, rendono immobili i personaggi. Si percepisce un’energia potente che acquieta. Una luce più mite offre colori caldi su madre e bambino … sfumature di colori che ricompaiono alla fine del percorso visivo, avvalorate da nuove visioni caravaggesche.
La dolcezza di Maria si conferma in Maddalena, raccolta con le mani a cullare un bimbo immaginario.
Provocazione laica e ironica La Buona Ventura, in due copie: il giovane ricco, in abiti vistosi è abbindolato da un’avvenente giovanissima chiromante che guardandolo teneramente negli occhi gli sfila l’anello: grazia e tenerezza lo rendono un gesto giocoso.
Diversa l’allegoria del gioco ne I bari luci e colori smaglianti trucchi, operazioni di soppiatto con occhi e mani leste smorfie, pallori, dettagli significativi capelli piumati e guanti bucati.
Giovane che suona il liuto, con vaso di fiori e frutti, da San Pietroburgo – Ermitage. Giovane che suona il liuto, una malinconia soffusa negli occhi del giovane, nel pallore del viso, nell’eleganza del peplo, tra una natura morta che parla di musiche passate: nel primo il cesto di fiori attenua con dettagli primaverili la vena di nostalgia che si espande invece oltre il buio con tonalità più autunnali …suona per sé e ricorda o immagina. Una cura dei dettagli tanto meticolosa da stendere veri testi musicali sulle pagine dei pentagrammi.
Testa di Medusa, urlo, rabbia, paura, terrore, nel viso corrugato, negli occhi roteanti, ferocia delle serpi che vibrano attorcigliandosi sul capo mozzato posto su un vero scudo.
Cena in Emmaus, un contadino bergamasco compie gesti sacri nel vetro riflettente uno spiraglio di luce, dietro la frutta appena raccolta, accanto a figure con tratti e personalità diverse: l’ oste, lo storpio, il vecchio popolano, apostoli terreni o compagni di viaggio increduli?
Canestra di frutta, su un fondo giallo polvere la frutta lentamente appassisce. La vita scorre verso la fine, all’inizio fresca ora intristita suggerisce il passaggio dalla vitalità al decadimento.
Giuditta e Oloferne, occhi tristi e profondi nascondono l’ultimo dubbio, mentre la giovane donna energica, splendida, compie il gesto estremo che si è imposta, davanti a una megera e a un fondale rosso cupo.
Santa Caterina d’Alessandria, una donna attiva, astuta, riflessiva, vestita con cura anche se accanto a un carro, più che una martire si pone come un simbolo laico?
Lo scorcio di luce dall’alto non dipana il mistero di Marta e Maddalena davanti ad uno specchio, l’io e il suo doppio, la nobildonna e la popolana , il supporto strategico del lumeggiare dall’alto per esprimere al meglio emozioni e dubbi, lo specchio resta cieco e muto.
Conversione di San Paolo, la violenza rivoluzionaria della caduta ferma le zampe del cavallo su Saulo a terra, accecato da un lampo che squarcia l’atmosfera e la domina.
Sacrificio di Isacco, torna un urlo violento, è della vittima sacrificale più forte del braccio dell’angelo che immobilizza Abramo.
Ritratto di monsignor Maffeo Barberini elegante e raffinato. David e Golia, il giovane vibra da chinato il colpo mortale appoggiandosi su gambe salde e braccia energiche.
Chiamata di Levi d’Alfeo (San Matteo), 1599-1600 La chiamata di Levi: la luce penetra dalla finestra, alta, segue l’indice e raggiunge il prescelto che trasognato, aderisce, mentre la luce si effonde sul gruppo.
Il martirio di San Matteo, persecutore e perseguitato in un abbraccio-scontro violento, ruotano contrasti di luce e ombre, mentre un angelo precipita a offrirgli una palma, figure sguiate si allontanano in un vortice rotatorio.
Amore vincitore, spavaldo nudo e su falso equilibrio provoca con ironia sferzante il dominio sulle arti.
San Giovanni Battista, quasi un amorino più agile e irreverente, scugnizzo pasoliniano.
Conversione di San Paolo, altro canto drammatico nel ribaltamento da cavallo che rende cieco Saulo.
Crocifissione di San Pietro governata dall’alto verso il basso. Un vigore inaudito in un volto già trasfigurato.
Ancora San Giovanni Battista, NY e Roma. San Giovanni Battista, più David che san Giovanni, più che adulti consapevoli del proprio ruolo, giovinetti intriganti.
Incredulità di San Tommaso, un apostolo dubita…mette le mani nel costato, crede.
San Matteo e l’angelo vola vorticosamente il messaggero celeste oltre il capo dell’apostolo per guidarlo ma lui ne è impaurito, in equilibrio precario, fa precipitare il libro.
Cattura di Cristo prevale il braccio armato l’armatura d’acciaio brilla nella notte, incute tutto il timore possibile, blocca il bacio di Giuda. Il volto di Cristo rimanda al bacio di Giuda di Giotto e lo investe una passione più forte, Cristo è rassegnato, un giovane alle spalle urla…
Sepoltura di Cristo, successione piramidale tra le braccia di chi depone il Cristo e quelle alzate a proclamare lamenti tragici, silenzio.
La morte della Madonna, come una donna del popolo vegliata dolcemente dagli apostoli anziani un drappo rosso sul fondale, una diagonale di luce chi inonda qualche apostolo, Maria dormiente, fino a Maddalena: la commozione è altissima.
Ecce Homo, 1605, quanto dolore e quanto smarrimento, nel Gesù di Genova.
La Madonna del Rosario, 1605-06, un popolo di religiosi insieme a figure stravaganti , a umili popolani ai piedi di Maria che regge il bambino con tenerezza.
La Madonna dei Palafrenieri ha sviluppato diversi contrasti perché indecente agli occhi dei religiosi dell’epoca che l’avevano ordinata: una donna procace esuberante persino in posa provocante, un bimbo nudo, una vecchia in disparte, lamentosa, le tre età della vita in tre spazi e in tre periodi storici diversi … tratti di incomunicabilità con gli altri e con noi stessi.
La Madonna di Loreto o dei Pellegrini, due cenciosi sono inginocchiati ai piedi di una spontanea madre dei vicoli apparsa sulla soglia con il bimbo tra le braccia.
San Girolamo scrivente, 1606; San Girolamo in meditazione, 1606, Montserrat, Monastero di Santa Maria. San Francesco in orazione sul teschio, 1606, valorizzazione di religiosi alla ricerca della povertà e della sobrietà.
Cena in Emmaus, severa più della precedente,un Cristo dolente, in uno scorcio di osteria, sempre emozionante l’incontro tra persone semplici e il Cristo, al gruppo degli ospiti si è aggiunta una donna anziana, forse una domestica.
Le opere di misericordia, interpretazione metafisica, quasi massonico-esoterica: 7 simboli del dolore e delle opere volte ad attenuarlo, un turbinio di volti, braccia, teste, ali, mantelli in movimento.
David con la testa di Golia, il giovane ha un’energia più consapevole può mostrare orgogliosamente la testa del gigante sconfitto.
Il Martirio di Sant’Andrea, 1607 , Cleveland, Ohio, The Cleveland Museum of Art
Incoronazione di spine, contorcimento di corpi oltre che di spine.
Negazione di San Pietro, quasi una scena cinematografica dove in primo piano balza il volto bellissimo de l’accusatrice, sobilla con occhi sgranati un interlocutore in divisa lasciando spaesato Pietro al suo fianco.
Ritratto di Alof de Wignacourt, 1607-08.
Decollazione del Battista, 1608 (361×520), La Valletta, Malta una potente scena teatrale, Caravaggio sviluppa una nuova misura dello spazio: a destra il campo vuoto con le sbarre e occhi dietro una piccola grata, a sinistra l’omicidio al quale assistono due donne sconvolte, mentre gli uomini procedono all’esecuzione impartita perentoriamente.
Amore dormiente sembra il bimbo che Maddalena non ha potuto cullare 30 opere prima.
Si trova nel Caravaggio di questo periodo uno sguardo nuovo, rassegnato, intenerito e un senso del mistero che si piega a opere incompiute, incomplete o profetiche con colori più sfumati.
Seppellimento di Santa Lucia, soprattutto.
Resurrezione di Lazzaro, sembra più scivolare nella morte che risorgere tra emozione e stordimento dei presenti, il Merisi ferma l’attimo tra la vita e la morte, con un rispetto del mistero, lasciato in sospeso.
Adorazione dei pastori, fra mantelli rossi una tenerissima maternità, distesa su un fianco… le figure dei primi pastori increduli sfumano all’infinito, verso l’alto.
Annunciazione, 1609, i contrasti di colore non sono più violenti, ma sfumano da uno all’altro, dal bianco al blu notte, l’angelo è impacciato di schiena, Maria è raccolta, ha già espresso un sì silenzioso all’annunciante.
San Francesco in meditazione, un gioco di verdi cangianti una genuflessione indecisa e dubitante.
Diverse Flagellazione di Cristo alla colonna, come scene di uno stesso processo-racconto teatrale in cui si alternano violenza e perdono, ribellione e cattiveria.
Un cristo affranto, poi ribelle, oppositivo, sfinito, due braccia levate contro, o dietro, o di fianco a tormentarlo e molto buio sul fondo, gestualità fissate una volta per sempre.
Sant’Orsola confitta dal Tiranno, per nulla preoccupata della ferita, è serena mentre il feritore ha una smorfia belluina. Lei ha un pallore di chi è già oltre, circondata da uomini armati che non prevalgono. San Giovanni Battista, 1610, ragazzino mollemente disteso su un divano a fondo rosso fragilmente abbandonato su un triclinio, tutto meno che un profeta dalla fede incrollabile.
Davide con la testa di Golia, e la spada sguainata leggermente in ombra, come un terzo della sua figura in parte velata, tratteggiata con pennellature rapide, un ragazzo di borgata che ha fatto cose più grandi di lui e ne è rattristato. Alcuni critici identificano in Golia il ritratto di Caravaggio.
Narciso sorpreso a un bivio, mentre si specchia: sembra porsi il quesito per eccellenza: ”essere o non essere”.
San Girolamo vigoroso vorrebbe porre una parola “conclusiva” al percorso (La Valletta, Malta, cattedrale di San Giovanni) vorrebbe , ma non è possibile, Caravaggio ha più voci intense, profonde, significative nel tempo e sempre diverse, in evoluzione, nelle varie età. Dopo aver raccolto esperienze lombarde e culture mediterranee,le fa vibrare con la luce del genio, si pone le domande essenziali sul mistero della vita e della morte, offre qualche barlume poi ci lascia in sospeso… Oloferne, Golia, Battista, Davide e il battista giovinetto, le fasi della Passione di Cristo mite, quelle potenti di Pietro e Matteo, la nascita e la morte…l’urlo del ragazzino ferito, quello di Isacco, della Medusa hanno in comune non solo emozioni umane, ma sprazzi di divinità.
Le maternità popolane, preoccupate, orgogliose, in trono o per terra, si sono intrecciate nel percorso con altre figure femminili, suggeriscono domande pongono quesiti … Allora si fa ancora il percorso almeno due volte a rivedere le immagini per metterle in comunicazione tra loro. Mi soffermo sulle ultime, meno conosciute, sembrano suggerire che l’ artista è sulla soglia del mistero, non si sente di oltrepassarla, intravede qualche barlume che interpreta ma il pennello non procede , ci chiede di rispettare la soglia dell’indefinito. Aveva iniziato il percorso artistico ribaltando criteri, prospettive e con grandi capacità scenografiche poi ci lascia in sospeso. Reinventa ordine e prospettive, le inverte come un esperto scenografo … per portarci pastori a una sempre nuova maternità delicata e amorevole.
Si esce con ulteriore nostalgia di approfondire nelle tele originali messaggi più certi e ci si ripromette di raggiungere la Pinacoteca di Brera, le diverse sedi delle Raccolte Romane, e gli Uffizi… per vedere e rivedere ciascun’opera in silenzio, per ascoltarlo raccolti e meditare su la sua forza profetica rivolta ai misteri umani di ieri di oggi.
(Foto allestimento Pierluigi Siena per Arthemisia Group, che si ringrazia per la disponibilità)
Avere la possibilità di vedere l’opera omnia di Caravaggio con un sistema innovativo non può che sollecitare la curiosità ed indurre all’apprezzamento che certe moderne tecnologie possono rivoluzionare il mondo culturale e rendere possibile ciò che non lo era e non era neanche immaginabile che lo fosse.
Procedendo nella lettura dell’articolo mi sono resa conto che il feeling tra il pittore e il visitatore non si interrompe , anzi sollecita un approfondimento.
Sono grata per l’informazione ricevuta.
Ogni sua opera si dovrebbe vedere ed esaminare centimetro per centimetro. Solo allora si sentirebbero i sospiri del Caravaggio mentre dipingeva.