un giovane ambulante marocchino qualunque, si chiama noureddine, in un pomeriggio di febbraio vende giocattoli come al solito in una bancarella in via basile, una via di palermo. ma ecco i vigili urbani, documenti e licenza per favore. ma noureddine è un extracomunitario, e purtroppo la sua licenza non va bene: i giocattoli sono sequestrati, tutto è verbalizzato, tra poco sarà verbalizzata anche la fine della sua vita. vi prego ridatemi la merce, vi prego… come faccio a vivere? vi prego vi prego, ridatemeli, ridatemi i giocattoli per pietà, vi prego in ginocchio! ma è tutto inutile, la merce è sequestrata, prego circolare.
ora noureddine è solo, distrutto, ma ha ancora una piccola tanica di benzina… si cosparge lentamente di liquido, nessuno arriva a fermarlo, ormai si è dato fuoco.
ora noureddine è morto in un letto d’ospedale, dopo un’atroce agonia, ma le normative comunali sulla vendita abusiva sono state rispettate, e i suoi giocattoli si guardano silenziosi e inservibili, nel locale semibuio della merce che ogni giorno raccoglie la polizia.
Nourredine Adnane è morto all’Ospedale Civico di Palermo il 19 febbraio 2011.
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Toccante realta di un mondo senza anima.
Viltà di uno stato di finta legalità.
Penosa fine di un sogno irrealizzato.
Nourredine giovane marocchino: gli bastava poco per continuare, ma nemmeno quel poco riusciamo a concedere a gente come lui. Quei vigili avranno già fatto le loro tranquille vacanze con famiglia mentre le nostre leggi, da quel che sappiamo ogni giorno, continuano a essere severissime coi deboli e leggerissime coi forti.
Un pensatore che amo parlava della nostalgia del totalmente altro e un tale di nome Gesù un giorno in una parabola metteva in in luce l’indifferenza di un ricco che nemmeno si accorgeva del povero che stava alla sua porta bramando di sfamarsi di quel che cadeva dalla sua mensa. Era pieno di piaghe oltre che di fame il povero, e solo i cani si accorsero di lui andandogliele a leccare.
Nel nostro mondo dell’opulenza siamo un po’ tutti rincoglioniti e indifferenti come quel ricco della parabola, mentre masse di poveri alla nostra porta bramano di sfamarsi coi nostri sprechi e avanzi.
Quanti bambini intanto da febbraio hanno continuato a morire d’ingiustizia e di fame? Difficile tenere il conto.
Non possiamo fare molto, ma almeno rendiamoci conto di questo e proviamone un po’ vergogna.