(da Il recensore )
I racconti de Il bene sia con voi raccolti da Adelphi dopo la pubblicazione dell’imprenscindibile Vita e destino furono scritti da Vasilij Grossman dal 1955 al 1963, l’anno prima della morte, fatta eccezione per il primo, “Il vecchio maestro”, del ’43. Ivi scrive:
“Aveva insegnato per cinquant’anni in quella piccola cittadina noiosa. Da principio in una scuola professionale ebraica, poi, dopo la rivoluzione, algebra e geometria nella scuola dell’obbligo. Avrebbe dovuto vivere nella capitale, lui, pubblicare libri, scrivere sui giornali, discutere con il mondo intero”.
Intorno a lui, intorno a quest’uomo buono, “la cui vita non era stata un granché”, e nel quale forse non è arbitrario scorgere delle somiglianze con l’autore, si consuma la livida manovra delle truppe naziste che sanno come guadagnarsi la collaborazione dei deboli che gli vendono l’anima e tradiscono la propria stessa gente. Sanno come mettere gli uni contro gli altri, “risvegliano i lati oscuri, rinfocolano l’odio, creano il pregiudizio”. Il loro accerchiamento è il risultato di un’operazione matematica: dietro allo sterminio c’è un calcolo, una strategia. “L’essenziale è saper dividere i compiti…”.
Queste cose le sappiamo da una bibliografia ormai imponente, ma Grossman ce le mostra – e ancor più diffusamente fa con gli orrori staliniani nelle altre storie qui raccolte – ravvicinando la scena nelle vicende piccole e grandi di persone qualsiasi, vittime e indulgenti, o magari indifferenti, mangiate vive dal morbo dell’abulia morale.
Non ci si stupisce di nulla in un mondo ridotto a quel modo, bisogna avere occhi per vedere – ed è quello che chiediamo allo scrittore. Ma è lo scrittore qui a chiedere altro ai lettori, a noi, ai suoi personaggi, a mostrare che laddove una fessura riesce ad aprire la superficie spessa del male, gli uomini dovrebbero percorrere quel varco, per piccolo che sia. Perché la corruzione non fa che autoalimentarsi e un piccolo gesto in grado di rompere la catena di violenza, sia essa silenziosa o fragorosa, quel gesto può essere un nuovo punto d’inizio.
Il gesto di Grossman sta nel raccontarlo: sicché la natura “realistica” del racconto nasconde un sotteso piano allegorico che sta tutto nel significato che lo scrittore dà al suo lavoro: la testimonianza di una banalità del bene senza la quale la vita ai suoi occhi perderebbe senso. I nove racconti di Il bene sia con voi!, di varia forza e misura, si chiudono con le note di un viaggio in Armenia, le riflessioni muscolari scambiate con i locali sulla figura di Stalin, il ritratto di un uomo al limite, Andreas, eppure così comune, massiccio e bestiale, che odia a morte i turchi che hanno massacrato gli armeni, venera Stalin che ha sconfitto i tedeschi alleati dei turchi, e soprattutto venera la defunta moglie che pigliava a mazzate. Un re Lear delle montagne, pazzesco, che ha bisogno di uno scrittore di razza per essere raccontato, uno scrittore che come il “vecchio maestro” non ha avuto una gran fortuna e aspetta paziente che quella gente ruvida lo avvicini e lo riconosca intanto come un uomo, prima che un russo o un ebreo, o peggio ancora, uno scrittore!
Vasilij Grossman, di famiglia ebraica, visse gli anni dell’infanzia e della giovinezza nella cittadina ucraina di Berdicev, importante centro dell’ebraismo dell’est europeo. La fortuna letteraria di Vita e destino e del suo autore è stata sempre, in Italia e non solo, piuttosto circoscritta. Pubblicato da Jaca Book nel 1983, il libro ha rappresentato una sorta di oggetto di culto, poco accessibile ai grandi circuiti editoriali. In occasione del centenario della nascita, tuttavia, ha preso l’avvio una serie di iniziative che lo hanno riportato in auge, avvicinandolo al grande pubblico anche per il tramite di interventi quali quelli di Vittorio Strada e Gianni Riotta. Tra le iniziative proposte, le più significative furono senz’altro la mostra organizzata dal Centro Culturale Pier Giorgio Frassati di Torino Vita e destino. Il romanzo della libertà e la battaglia di Stalingrado, che esposta a Torino per la prima volta, ha poi raggiunto città come Milano, Genova, Mosca, Gerusalemme, Buenos Aires, e il primo convegno internazionale di studi grossmaniani, i cui atti Il romanzo della libertà. Vasilij Grossman tra i classici del XX secolo sono stati pubblicati a cura di Giovanni Maddalena e Pietro Tosco presso Rubbettino. In concomitanza con l’uscita, nel novembre 2008, della nuova traduzione italiana di Vita e destino, curata da Claudia Zonghetti per Adelphi e fondata sull’originale disponibile, il Centro Studi Vita e Destino di Torino ha organizzato per il 19-20-21 febbraio 2009 la seconda edizione del convegno internazionale di studi con il titolo Vasilij Grossman tra ideologie e domande eterne. (fonte: Wikipedia)