Una lunga estate “indiana” che sembra non far ripartire nulla… Ma Rita Chiappini, dalla sua scuola sul mare, sa come rimettere fuori le reti… per altre pesche miracolose.
19/09/2011
Si ricomincia: l’avvio è lento, insolitamente tardivo ma il clima è estivo, la spiaggia vicina alla scuola ancora in attività: i bagnini smontano le porte delle cabine, lavano gli ombrelloni, ma anziani tedeschi e famiglie venete con figli piccoli si godono i 30 gradi e gli spazi liberi.
La mia prima di cactus è diventata seconda…qualcuno si è perduto, a giugno e a settembre, gli altri mostrano sguardi più aperti, frange giganti.
I più sicuri mi lanciano sorrisi dal fondo dei corridoi: i maschi hanno accumulato centimetri rapidamente, mi sovrastano; affido loro la borsa, il proiettore, il dolceforno ( lavagna luminosa), riscopriamo i gesti consueti, torniamo a casa.
La terza è diventata quarta: capelli più lisci, più ordine ed efficienza: hanno seguito il blog, hanno letto i giornali, si viaggia con un filo di gas; la collega di Inglese apre l’anno evocando l’esame di stato e spargendo ansie premature, io riprendo il mio ruolo tra il terapeuta e il capobranco, tutto nella norma.
La fatica vera arriva con le due terze: lì si sono sparsi come foglie i miei ragazzi di seconda: arranco per ritrovarli e per tenermeli stretti mi sobbarco anche fascine di altri: giovani adulti sconosciuti pieni di mistero, a volte guastati da un biennio di demotivazione, di sciatteria, di mediocrità.
Mondi alieni provenienti da 4 seconde diverse, da altre scuole, che al più presto devono diventare gruppo, lavorare assieme, fidarsi, riconoscermi un ruolo guida, imparare a splendere.
Esco dalle ore con loro sfatta e preoccupata, il pomeriggio riesamino, penso, escogito, poi mi dico che in passato è andata bene, ce l’abbiamo fatta , ce la faremo ancora.
Due però li ho persi del tutto, trascinati dalla corrente in un’altra sezione: ci incrociamo nei corridoi, ci lanciamo occhiate di intesa, sorrisi…lei sembra abbia abbandonato gli esperimenti coi capelli, lui è cresciuto tantissimo.. si daranno manforte e se la caveranno.
28/09/2011
Prima attività di alto profilo in una terza “seminuova”: discussione su Il giovane Holden, lettura estiva per quelli che erano miei (la vecchia guardia) recuperata al volo dagli altri.
Qualcuno non ha letto, individuato subito dalla luce intermittente dietro la testa, altri osservano e vanno stanati, ma nel complesso l’attività va bene.
Una si lamenta dello stile ripetitivo, pieno di “vattelapesca” e “il vecchio” , altri le fanno notare che serve ad imitare il linguaggio giovanile; io colgo l’occasione per chiederle se può immaginare il fastidio degli adulti come me quando ogni loro intervento va spurgato dai “dai”, “comunque sia”, “praticamente”… dico che è come tirare su da uno scolapasta, fare scorrere via tutto ciò che non serve, per cercare sul fondo un concetto.
La metafora funziona, il gesto dello scolare potrebbe diventare il primo mattone del nostro lessico famigliare.
Innocue meduse giganti rotolano a riva, l’estate sembra non voler finire, ma non c’è niente da fare, è la stagione della scuola, finalmente.