Nel gruppo del dottorato sono un’aliena; a scuola, quando passo per progetti da concludere o per bieca nostalgia, sono una che si è data alla fuga, che ha mollato la nave che affonda..
All’Università sono inserita in un gruppo che riunisce un dottorato internazionale che ha sede a Bilbao ed uno italiano: i membri del dottorato internazionale sono ragazze e ragazzi sapienti, motivati, agguerriti, educati, pieni di aspettative e speranze, sicuri di riuscire, di poter fare , cambiare le cose, incidere… le ragazze sono belle, lucide, aggressive sui temi giusti: riproduzione sociale, soffitto di vetro.. . vengono da Argentina, Brasile, Colombia, Svezia, Messico.
Gli italiani mostrano i segni degli anni passati in questo paese: non si aspettano nulla , si danno un orizzonte di 2/3 anni, quanto resta loro ancora di dottorato, il futuro non si discute, non si intravvede… uno mi dice “tornerò a lavorare in un ristorante..”.
A scuola quelli di quarta si organizzano, sono propositivi e reattivi, quelli di terza passano dall’apatia alla ribellione: è l’età, è il fatto che sono in gruppi nuovi, sarebbe stato difficile in ogni caso ma così lo è di più.
Io al dottorato guardo i ragazzi con lo sguardo da prof e a scuola cerco di capire se per questi adolescenti nervosi e incerti stiamo riservando un posto anche per studiare a lungo, anche per diventare elite o se per loro questo paese davvero non ha più nulla.
Forse stare tra due mondi farebbe bene a tutti, per un un po’…
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La vecchia guardia carica il video di saluto su youtube, ( http://www.youtube.com/watch?v=WTtFOJVE5d8&feature=youtu.be ), mi arrivano dall’estero mail incredule, di complimenti e commozione… mi consolo pensando che mercoledì sera andiamo a teatro.