L’italiano dei narratori per ragazzi fra Lucignolo e Grillo Parlante
Peripezie di uno scrittore per ragazzi fra editor e lettori, letteratura e pedagogia, mercato e scuola
Ho sul banco, in preparazione, una bella e divertente “master class” (o se si preferisce il latino, letteralmente, una “lectio magistralis”): un piccolo corso di due ore, con ampio dispiego di diapositive, sulla lingua italiana nell’editoria per l’infanzia. “Vista da qui”, naturalmente, dall’esperienza di uno scrittore alle prese coi suoi amati Grandi Maestri del passato, gli editori, gli editor e gli insegnanti.
Debutto della lectio il 2 aprile 2012 nella Biblioteca di Verbania, in un corso per bibliotecari. E poi in giro per l’Italia, dove e quando me la chiederanno.
Ecco la scheda:
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MASTER CLASS IN DUE ORE PER BIBLIOTECARI, LIBRAI, INSEGNANTI,
STUDENTI E ALTRI OPERATORI DEL MONDO DEI LIBRI PER RAGAZZI
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· COME SI FORMA
Come si forma la madre lingua letteraria di uno scrittore è difficile raccontare. Ricordo antiche prove giovanili in cui scrivevo, nell’ordine, “come Vittorini”, “come Pavese”, “come Borges”, “come Celati”, e i pochi altri “da cui i’ tolsi / lo bello stilo che m’ha fatto onore”. Ma quei manoscritti sono lontani, perduti, e meglio così perché troppo lontano ci porterebbero.
· COME SI TRASFORMA
Come si trasforma, invece, la madre lingua letteraria personale per diventare un italiano “per bambini”, “per ragazzi”, “per giovani adulti”, può essere più facile e utile provare a raccontare.
· FUCINA INTERNA
Tralascerò per ora la fucina interna della lingua, per esempio la forgia interiore delle “fasce d’età”: come uno scrittore istintivamente e/o scientemente forma il suo “stilo” a seconda che si immagini di fronte un lettore di cinque, di dieci, di quindici anni.
· INFLUENZE ESTERNE
E cercherò di ragionare invece sulle influenze esterne che orientano la formazione della lingua letteraria personale. In particolare ragionerò sull’editing, quel corpo a corpo fra autore e editor che dà la forma finale alla lingua di un libro.
· L’EDITING: ELEMENTI GENERALI
Presenterò alcuni cenni generali, senza pretesa di esaustività, citando brevi pensieri di autori e studiosi, confidando dicerie e aneddoti di colleghi scrittori, e fortificando il discorso col
bell’articolo “Lettera a un editor” di Nicola Galli Laforest, apparso nella rivista Hamelin.
· L’EDITING: ESPERIENZE PERSONALI
Nella parte più cospicua della lezione, e più condita di esempi (slides), parlerò di alcune mie esperienze personali di editing. Prendendone a prestito alcuni passaggi, e forzandoli un po’ con dichiarato candore, cercherò di individuare due sistemi operativi di“linguaforming” (tecnoneologismo mio), due orientamenti di formazione editoriale della prosa per ragazzi.
· LUCIGNOLO, IL MERCATO: il ferro da stiro dell’italiano basic
Nel primo caso vedremo come gli interventi dell’editor paiano mirati a semplificare, accorciare, “stirare” i riccioli letterari della lingua. Esamineremo a fondo, con esempi chiari e divertenti, una decina di figure retoriche dai miei romanzi e la loro “stiratura” da parte dell’editing. La lingua che questo modello presuppone e progetta è un italiano liscio, basic, dove il lettore bambino o ragazzo, dato per pigro e ciuccio tout court, non abbia a inciampare, affaticarsi, e infine abbandonare la lettura. Esigenze di appeal, predittività, facilità, fungibilità e altri capisaldi del marketing hanno gran parte in questo prima modalità di “linguaforming”.
· GRILLO PARLANTE, LA SCUOLA: l’ortopedia della lingua maestrina
Nel secondo caso vedremo come l’editing tenda a improntare la lingua letteraria a un’ortografia “ortopedica”, rigorosa e a volte rigida rispetto agli attuali orientamenti della linguistica (verificati con l’expertising dell’Accademia della Crusca). La lingua letteraria è intesa, se non come mero sussidio all’insegnamento scolastico dell’italiano, come risorsa che non deve in nessun caso contraddirne le regole scolastiche, pena il disagio cognitivo del lettore.
· CONCLUSIONI
Entrambi i principi sono degni di rispetto e fondati su ottime ragioni. L’autore mostrerà i casi in cui questi principi hanno corretto con efficacia i suoi propri errori, gli sbandamenti da ambo le parti, i riccioli barocchi e gli strafalcioni. E altri esempi in cui invece ha cercato la via di Pinocchio, in fuga fra i due eterni Scilla e Cariddi di Lucignolo e Grillo Parlante.
ESIGENZE TECNICHE: un proiettore da collegare al mio Notebook,
e un microfono se le dimensioni della sala lo richiedono
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