Dopo una lieta “promenade” nei paesaggi dell’arte a Verona e/o a Vicenza, verso Monet, merita la sorprendente avventura nel mondo della scienze naturali.
L’occasione è offerta dall’inaugurazione estiva del MUSE, dove è possibile partecipare in modo attivo, attrattivo, alla ricerca di un rapporto dinamico ed equilibrato tra scienza, natura e società dalla prospettiva evoluzione, ambiente, innovazione, biodiversità, sperimentazione.
Il racconto parte dalle tracce di dinosauri alla sopravvivenza dei piccoli mammiferi, dalle origini dell’uomo e del suo interagire con l’ambiente circostante, all’evoluzione, attraversa ghiacciai Alpini, con il loro habitat estremo, fino a una serra tropicale, testimonianze delle diversità, di ecosistemi in equilibrio, di relazioni con la natura da proteggere. Si passa da un bosco interattivo fino al mondo della stampante 3D a laboratori interattivi( FabLab). Suscita la voglia di superare vecchie barriere per pensare a un futuro migliore, consapevoli dei limiti umani e naturali e dei cicli di estinzioni…
La montagna di Renzo Piano
La struttura architettonica, firmata da Renzo Piano, presenta un profilo che gioca con quello delle montagne nello sfondo. Frutto di una rilevante riqualificazione urbana di una porzione della città, di un quartiere che corrispondeva all’area industriale dismessa Michelin. Come magnete urbano per l’intera città “abbraccia” fisicamente l’intera zona.
Criteri di eco-compatibilità
Tutto l’apparato espositivo è frutto di anni di ricerche, tali da rendere disponibili strumenti multimediali, giochi scientifici interattivi. Il percorso si svolge lungo sei piani ascensionali .una sorta di metafora dell’ambiente montano, a ogni piano è data la possibilità di un’esplorazione attraverso spazi immersivi da scoprire con i sensi. Accattivanti installazioni interattive stimolano la curiosità, facilitano un ricchissimo programma di attività educative che si estendono oltre l’ambito delle discipline naturalistiche. Visitatori, cittadini e no, sono ispirati ad essere i protagonisti della protezione della natura legata a processi di sviluppo territoriale sempre più ampi, dal verde al risparmio energetico. A dimostrazione che le ristrutturazioni si possono fare molto bene! Il Muse combina caratteristiche tipiche di un museo di scienze naturali con suggerimenti provenienti dall’ambito dei Centri della Scienza, con una forte dimensione sociale: è luogo d’incontro e dialogo con i visitatori, come agorà, col compito di valorizzazione del territorio locale, dopo una dettagliata informazione sulle problematiche a rilevanza locale, per passare da queste a quelle globali. Sono stati individuati spazi idonei e Strumenti efficaci per facilitare gli interventi dei visitatori nel dibattito scientifico sui grandi temi locali e planetari.
È un centro dove l’agire vale quanto studiare
Grazie alla costante ricerca scientifico-tecnologica-multimediale, si sperimentano exhibit interattivi e installazioni multimediali che si amalgamano all’ interdisciplinarietà e alla possibilità di sperimentare ipotesi, in prima persona, all’interno di laboratori aperti. Il MUSE è un centro di ricerca internazionale in rete con Università, Centri Studi, Fondazioni, laboratori privati, aziende che sostengono la cultura della scienza e dell’innovazione. Un modello che traccia una via da seguire per la nuova economia, per il quale la qualità della vita e dell’ambiente sono obiettivi primari.. Una rappresentazione in forma di museo di un progetto di sviluppo di un territorio, portavoce dello spirito della terra trentina, Partecipa al processo di qualificazione e ripensamento complessivo del futuro del Trentino, provincia che è stata promossa dalla ricerca del sole 24ore come provincia italiana in cui si vive meglio.
L’entrata continua la metafora della montagna. La forma dell’edificio ordina e scandisce il percorso della mostra permanente: dall’alto verso il basso o viceversa. Con le scale o con gli ascensori trasparenti sono garantite ascesa e discesa, mentre si vive una grande avventura . Un percorso che, partendo dai ghiacciai perenni invita il visitatore a discutere i propri convincimenti in tema di natura, scienza e “labirinto di biodiversità alpina” e osservare quanto conti il forte contrasto tra le stagioni. Diventano così piacevoli e facili da comprendere le tappe della formazione delle Dolomiti, la nascita delle Alpi e, con le età glaciali. si procede da progressivi contesti formativi, ordinati nello spazio e nel tempo, per raggiungere le prime comunità di cacciatori-raccoglitori e immaginare la pluri-millenaria azione umana.
Io sono partita dal piano interrato, dal racconto che ci conduce alla scoperta dell’origine della vita, dalla più grande mostra di dinosauri ai mammiferi sopravissuti all’estinzione… ci saranno altre estinzioni? Le guide, bravissime ci inducono a riflettere : confermano”alcune sono in corso”.
Sono quindi passata a -1 Mostre temporanee e Serra tropicale montana. La serra tropicale montana, parte integrante del progetto museale, rappresenta una vera e propria green-house dove cresce protetta una foresta pluviale. Necessita di temperature e umidità particolari, non adatte a tutti i fisici, …. per la sopravvivenza di insetti, piante e animali. Quest’area interpreta, nel contesto globale di sostenibilità, le biodiversità planetarie. Un ambiente fragile, minacciato costantemente che diventa paradigma della necessità di pensare a metodi alternativi di sviluppo. La serra ha un punto di riferimento nell’attività di ricerca che il museo svolge da oltre 10 anni sui monti dell’Eastern Arc in Tanzania, finalizzata alla conservazione dell’ambiente naturale con la partecipazione delle comunità locali. //si è trasformato in Centro di Monitoraggio Ecologico della biodiversità sui Monti Udzungwa-Tanzania.
Ho potuto soffermarmi solo il tempo indispensabile, perché sono intollerante al caldo-umido intenso, lo segnalo per le precauzioni necessarie per bambini e adulti con problemi respiratori o cardiocircolatori. Sono rientrata all’interno degli spazi museali per percorrere i sei piani che si affacciano verticalmente attorno ad un affascinante unico grande spazio aperto “big void”, al centro dell’edificio. il “Grande vuoto”:uno spazio ampio che connette il lucernario al piano interrato, (dove si trovano i dinosauri e le impronte dell’evoluzione). di grande impatto visivo per la presenza dianimali tassidermizzati che fluttuano su pedane sospese, una spirale ascendente di esseri alati, dai rettili volanti fino agli uccelli delle alte quote. La collocazione delle diverse specie, mostrate in atteggiamenti propri della quotidianità in natura, esemplifica la loro distribuzione altitudinale sulle Alpi e termina con le specie legate all’uomo da processi di domesticazione. La scenografia offre anche una serie di schermi verticali che creano una narrazione dinamica e mutevole di storie legate alla montagna, arricchita da suggestioni sonore e da riflessioni filosofiche “il ghiacciaio è simile all’uomo, ha frammenti di eternità e fragilità.”
Sono protagonista di un viaggio sensoriale completo e vario:sento l’aria fredda, posso toccare il ghiaccio, passeggiare in un bosco, osservare uno strano insetto oppure fissare negli occhi l’uomo di Neandertal, sentire il profumo, ascoltare i rumori della montagna, guardare cosa accade dall’altra parte del mondo, capire l’effetto serra, costruire oggetti, stampare un progetto in 3D, osservare il passaggio dei raggi cosmici. E ancora, tentare di estrarre e mappare il DNA,(per quest’operazione devo ricorrere ad un ricercatore all’opera nei laboratori aperti al pubblico). In altra postazione posso trovare le risposte ad alcune domande, toccando uno schermo, (interessantissimo quello relativo all’evoluzione umana). È un lungo percorso unitario che fa apprendere le tecniche di trasformazioni del territorio nel corso dei millenni, ci porta dalla preistoria alpina ai limiti della sostenibilità planetaria, dalla crescita demografica,alla perdita di biodiversità, al cambio climatico. Ci viene confermato che il nostro futuro dipende da come sapremo interagire con la conoscenza scientifica e le tecnologie, condizioni indispensabili per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Al piano 0 , quello dell’ingresso, la Palestra della scienza( l’area hands-on) concepita per l’interazione tra visitatore e apparecchiature, così da “provare con mano” gli esperimenti scientifici: qui si trovano una serie di oggetti e macchine che riproducono realmente fenomeni fisici. Il grande globo sospeso mostra i complessi processi ambientali in modo intuitivo e accattivante. Le video proiezioni sulle dinamiche atmosferiche e oceaniche in tempo reale conducono il visitatore in un viaggio nelle scienze ambientali fino alle previsioni climatiche future. Accanto l’Area bambini Maxi-Ooh! La palestra della scienza dedicato ai bambini piccolissimi che verrà attivata in primavera 2014.
Ma al racconto, che mette in luce la dimensione naturale del territorio alpino e che si dipana dall’alto al basso ( o dal basso verso l’alto) si giustappone un percorso in orizzontale, ad ogni piano una sorta di dialogo tra mondo alpino e resto del mondo, tra sensibilità locali e impegno globale, tra conservazione della natura e scienza e tecnologia ….sono spazi “speciali” del museo: immersivi offrono una molteplicità di stimoli. Il primo di questi spazi è il grande tunnel“Esperienza glaciale”, o un passaggio attrezzato, una sorta di un sentiero di alta montagna con roccia e ghiaccio vero da toccare dal quarto piano, quindi una esperienza di volo sopra le Alpi lungo pareti estreme, o quella terribile delle valanghe o mitigata dal l’immagine successiva di una notte stellata sulle Dolomiti. Al piano terzo, nel Labirinto della biodiversità, il visitatore può percorrere dalle praterie alpine ai più bassi boschi misti, dalle vette ai fondovalle. Al primo piano La Time machine, consente l’ingresso virtuale nella (caverna preistorica) :una vera e propria grotta con scene di vita, Il baluginio del focolare riflesso sulle pareti è lo sfondo di un rito sciamanico ambientato nel sito preistorico di Riparo Dalmeri, (indagato per circa venti anni dal museo e che costituisce, con le sue pietre dipinte, il più antico e ricco “santuario” della preistoria alpina , risalente a circa tredici mila anni fa). Un Neandertal con un coltello in selce,macella la sua preda.
Il MUSE si rivolge anche ai giovani “geek”, termine che sta ad indicare gli appassionati di nuove tecnologie, i giovani alla ricerca di luoghi dove sperimentare le proprie abilitàin un laboratorio pensato tutto per loro. Scuole, famiglie, giovani e “start upper” hanno a disposizione un laboratorio di digital fabrication, un modo per completare un processo Conoscenza, consapevolezza e responsabilità. Il futuro è nelle nostre mani e sta a noi disegnarlo e progettarlo!FabLab. Toccare con mano la scienza laboratorio di digital fabrication per un museo scientifico del 21° secolo. Un luogo per incontrare il mondo. uno spazio in cui tutti possono progettare e realizzare i loro oggetti. Il FabLab(fabrication laboratory) è una piccola officina aperta al pubblico che offre strumenti per la “personal digital fabrication” quali stampanti 3D, laser cutter, plotter vinilici, una batteria di processori Arduino. E’ in rapporto diretto con alcuni FabLab operanti presso degli incubatori di impresa italiani… Accanto al FabLab è presente la “Show room sull’innovazione”. Non a caso i nuovi scenari prefigurati e i programmi di sviluppo promossi dall’Unione europea nell’ambito del programma Europa 2020 individuano nell’economia, nell’ambiente e nella società i tre assi fondamentali lungo i quali costruire l’idea del futuro del nostro continente.
Il Muse è impegnato a rispondere agli obiettivi EUROPA 2020
La Commissione europea ha lanciato la strategia Europa 2020 per uscire dalla crisi e preparare l’economia dell’UE per il prossimo decennio. Tre priorità chiave e cinque obiettivi di massima per rilanciare il sistema economico e promuovere una crescita “intelligente, sostenibile e solidale” basata su un maggiore coordinamento delle politiche nazionali ed europee.
Ecco perché il MUSE ha individuato nel rapporto dialettico- costruttivo tra sviluppo -sostenibilità ambientale- ruolo della nostra società contemporanea, il nucleo caratterizzantel’intera sua filosofia. Conoscere, ragionare, avere consapevolezza, sono atteggiamenti importanti che devono far parte del bagaglio del cittadino contemporaneo, al quale è richiesto di prendere posizione e di comportarsi con coerenza per affrontare e risolvere questi problemi sia vicini che di portata planetaria. Imparare la buona pratica della sostenibilità ambientale e sociale. Attraverso la ricerca di soluzioni innovative, sollecitate dalla tecnologia,un’armoniosa simbiosi di uomo e ambiente sono possibili. A questo punto formulo un invito a genitori, docenti, ragazzi, cominciate a programmare una visita al Muse, poi un successiva collaborazione…poi… il vostro futuro
Sono aperte le iscrizioni al corso di aggiornamento per insegnanti “Biotecnologia a colori” (vedi link sul sito MUSEhttp://www.muse.it/it/news/Archivio/Pages/biotecno2013.aspx). Nota importante: il MUSE è ente accreditato a livello nazionale dal MIUR per la formazione dei docenti
Da febbraio partono alcuni nuovi laboratori per le scuole; lasezione di didattica può mandare informazioni a riguardo.