FINO AL 6 APRILE A PALAZZO TE, MANTOVA
Inaugurata il 26 novembre alle Fruttiere di Palazzo Te – Mantova la mostra “Miró. L’impulso creativo” è stata realizzata in collaborazione con la Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca e curata da Elvira Cámara López, direttore della Fondazione. Si espande negli ampi spazi delle Fruttiere di Palazzo Te con cinquantatré capolavori del maestro : olii di sorprendente bellezza, arazzi coloratissimi , terrecotte, bronzi, disegni tra cui l’enorme Senza titolo del 1974, e l’accattivante Personaggio e uccello del 1976.
Il progetto sostenuto da 24 ORE Cultura ha trovato sensibile, al fascino del grande artista catalano, prima l’Amministrazione poi l’intera città, tanto che gli esercizi commerciali hanno fatto rete per accogliere i visitatori al meglio, grazie ad una Miró Card a misura di turista. L’esposizione si propone di fornire diverse chiavi di lettura dell’opera di Joan Miró , la sua passione, la sua forza interiore e il desiderio di continua ricerca ed elaborazione, grazie ad una iconografia essenziale, composta da temi e motivi ricorrenti e riconoscibili: la donna, gli uccelli, le costellazioni, la testa . Vengono resi in una varietà di forme sempre diverse e sempre in divenire.
Il visitatore, attraverso le cinque sezioni di cui è composta la mostra – Il gesto, La forza del nero, Il trattamento dei fondi, L’eloquenza della semplicità e La sperimentazione con i materiali – potrà percepire il fil rouge sotteso al processo creativo di Miró. La suggestione più intrigante nasce quando lo sentiamo presente, grazie ai due Atelier ricostruiti a Palazzo tè , sono angoli in cui vivi la sua presenza si materializza, come fossimo a Maiorca, nello studio Sert- salone illuminato di luce naturale in cui, circondato da cavalletti, tele di tutte le dimensioni e stadi di avanzamento del lavoro, oggetti di uso quotidiano, terrecotte, piccoli ninnoli, ritagli di giornale appesi alle pareti e dalla natura, dal quale sembra essersi assentato da poco.o si fosse appena accomiatato dallo studio Son Boter, uno spazio più spartano e raccolto. E’ questo un atelier dedicato soprattutto alla scultura e alla realizzazione delle tele di grande formato, con numerosi graffiti lasciati dall’artista sulle pareti , assemblati per diventare ulteriori “punti di partenza” per nuove creazioni.. .
Attraversiamo queste cinque sezioni- Il gesto, La forza del nero, Il trattamento dei fondi, L’eloquenza della semplicità e La sperimentazione con i materiali –
Il gesto
Opere che mettono n risalto la variegata gestualità pittorica di Miró , che progressivamente ha inserito, nelle sue opere, segni, grafismi, sgocciolamenti e versamenti di pittura. Infatti è arrivato a dipingere con le mani o ha lasciato impronte dei piedi, stendendo le opere per terra, utilizzando direttamente le dita come pennelli. si è così avvicinato sempre di più alla materia. E ‘ evidente il contatto con l’Espressionismo Astratto americano, con Pollock, influenzato dalla cultura orientale , giapponese in particolare, fatta di suggestioni espressive e di armonia, sempre originale, grazie alla grande propria spontaneità del tratto.
Come nelle opere Senza titolo realizzate dal 1967 al 72/73 dove si è cimentato, in geroglifici colorati o poche pennellate decorative su fondi scuri e altri chiarissimi.
La forza del nero
L’opera di Joan Miró è associata ai colori primari blu, rosso e giallo, poi compare improvvisamente il colore nero, fulcro di questa sezione, prende gradualmente possesso della tavolozza dell’artista, proprio grazie al citato contatto con la cultura giapponese, sollecitante una particolare percezione e valorizzazione del nero. Traccia le linee sottili e schematiche, come contorni delle forme che popolano il suo universo, poi riempie gli interstizi tra le figure stesse, poi inserisce macchie decise, quasi ingombranti. Si passa da Senza titolo Olio, acrilico e carboncino su tela, ad acrilici, a oli dove il nero domina contrastato dal bianco o articolandosi su chine scure, fino a prendere la forma di uno scarabeo ?
Il trattamento dei fondi
Joan Miró ha investito il suo processo creativo sui fondi come autentici terreni di scontro, su cui misurare la sua immaginazione: prepara le tele con prodotti tradizionali, ma anche benzina, acqua residuale dalla pulitura dei pennelli, succhi di fiori e altri liquidi. in questa sezione sono presenti opere che hanno come fondo la carta vetrata e il cartone ondulato : un perfetto campo di sperimentazione., altre sono fondali verdi acqua, o stesure di celesti delicati, poi dal blu elettrico emergono linee nere e fuscelli verdi Senza titolo 1974 logo della mostra, mentre dal fucsia sorprende un pinocchio turchino.
Joan Miró , uomo semplice, austero e metodico , sapeva apprezzare le piccole cose quotidiane, e andava alla continua ricerca dell’essenziale, giunse così. nella maturità a spogliare l’opera di tutto il superfluo.
Le opere presenti raccontano la rarefazione cromatica e formale a cui riuscì ad arrivare Miró dopo tanto lungo percorso di sperimentazione e riflessione, capace di rappresentare con una macchia, una linea o un punto un intero universo. Potere evocativo della semplicità! L’uccello prende il volo verso l’isola deserta 1966 in un cielo acquerellato, o su un terreno color cammello avanza una formichina imponente Senza titolo s.d. Olio e acrilico su tela,
La sperimentazione con i materiali
Miró giunge ad utilizzare materiali poco convenzionali spinto da violenta trasgressione plastica, dal desiderio di andare al superamento della pittura tradizionale. Sempre con il massimo rispetto per la materia, qualunque essa fosse, passa da dipinti di consistenza materica molto fine , quasi trasparente, ad altri assai pastosi, da materiali grezzi incorporati ad immaginifici arazzi , a sculture di diverso materiale, cotto, invetriato, bronzo ecc.…Personaggio e uccello 1976 Olio su carta vetrata, legno e chiodi, il suo pinguino avanza anche inchiodato, ma non può spiccare nessun volo. simbolo identitaria dell’artista o del visitatore? Donne e uccelli davanti al sole 1973 Olio su compensato, essenziale ma di una solarità sorprendente. Splendido l’arazzo: La lucertola dalle piume d’oro 1989-1991 Lana, cotone e juta, accanto ad un secondo arazzo con lo stesso titolo: disegno, colori, fili si intrecciano in una trama fantastica. Provocante e ironico nel Bronzo L’uccello si nasconde tra le dita in fiore 1969 mentre Donna è un ramoscello con le gemme in un contenitore cubista 1969. Donna davanti alla folla 1971Pastello a cera e penna a sfera su carta, è il tema del progetto in resina che diventerà una sua grande scultura, o un fotomontaggio in bianco e nero . Raccogliamo la provocazione e facciamo di nuovo il percorso ispirati dal suo appassionato amore per la vita e per l’arte.
Joan Miró , artista eclettico e estroso, è stato pittore, scultore e ceramista ha rivoluzionato l’arte del novecento con uno stile fiabesco e sognatore, apparentemente infantile, grazie all’uso di colori netti e linee decise, semplicissime, gradevolmente sapiente.
La mostra dedica ampio spazio a PERCORSI DIDATTICI PER LE SCUOLE (A CURA DI VERONA83, ASS. LABIRINTO3 E MASTeR‐ASS. PER IL PARCO). DESTINATARIO il Pubblico scolastico: alunni delle scuole di ogni ordine e grado
Naturalmente i percorsi sono differenziati in base all’età scolare degli alunni. In tutti i percorsi didattici verrà espresso, in gradatamente approfondito il processo creativo dell’artista, culminante nell’analisi degli oggetti e delle opere. I percorsi sono svolti in un connubio di arte e scienza grazie ad un approccio interdisciplinare volto a coinvolgerli e incuriosirli.