La Fondazione Gramsci Emilia-Romagna desidera ricordare Luigi Arbizzani nell’anno del centenario della sua nascita e nel ventennale della sua morte (1924 – 2004).
Partigiano, dirigente politico del Pci, studioso dell’antifascismo e della Resistenza, è stato uno dei fondatori dell’allora Istituto Gramsci nella seconda metà degli anni Sessanta, nonché primo direttore.
Le sue carte personali e la collezione libraria donate dalla famiglia, riflettono i numerosi ruoli di responsabilità ed i molteplici interessi di studio sviluppati nel corso del tempo.
Venerdì 12 aprile 2024 alle ore 21.00 presso la Sala consiliare del Comune di San Giorgio di Piano (Via Libertà, 35) si terrà una serata in ricordo di Luigi Arbizzani nell’anno del Centenario della sua nascita (1924 – 2004).
Interverranno: Alberto Preti (Professore universitario e collaboratore di Arbizzani), Luciano Sita (Presidente del Collegio dei Fondatori della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna), Olga Massari (Istituto Storico Parri – Bologna Metropolitana), Anna Cocchi (Presidente ANPI provinciale Bologna), Antonella Raspadori (Segretaria generale SPI-CGIL Bologna)
L’amministrazione comunale, il 25 aprile 2005, intitolò al sangiorgese Luigi Arbizzani la biblioteca comunale, situata nel Torresotto di piazza Indipendenza. Un modo per onorare la memoria di un concittadino che ha dedicato buona parte della sua vita alla ricerca storica e alla diffusione della conoscenza del frutto delle sue ricerche, incentrate sul periodo della Resistenza, e accompagnate anche da uno straordinario impegno politico.
Di seguito una pagina dedicata alla sua biografia, ai suoi archivi donati e conservati presso la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna e alle sue pubblicazioni, con alcune gallerie di immagini selezionate dai suoi archivi (cliccare sui pallini per muoversi tra le sezioni).
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row] Primogenito di Leone e Carolina Sgarzi. Il padre è muratore, la madre ha lavorato in gioventù come operaia ma, dopo la nascita dei sei figli, si dedica esclusivamente alla cura della casa. Partigiano, dirigente politico del Pci, ricercatore, storico, studioso dell’antifascismo, della Resistenza, del movimento operaio emiliano e della storia locale, grande conoscitore della storia del Pci. Frequenta l’Istituto tecnico industriale Aldini Valeriani di Bologna dove consegue il titolo di operaio specializzato nel 1942; lavora come disegnatore tecnico in varie officine della provincia di Bologna. Chiamato alle armi nel maggio 1943, viene destinato al 1° reggimento Genio (Compagnia meccanici elettricisti) di Torino, distaccamento di Cameri (Novara). Dopo l’8 settembre abbandona il reparto per tornare a San Giorgio di Piano. Nel febbraio 1944, dopo aver rifiutato di aderire alla Repubblica sociale italiana, viene destinato al 137° battaglione Genio Lavoratori, Fortificazioni Campali, 1ª Compagnia operante a Falconara (Ancona): diserta nel giugno 1944. Con il nome di battaglia “Oddone” partecipa alla Resistenza, prima nella formazione Sap (Squadra d’azione patriottica) di San Giorgio di Piano, poi nel battaglione Tampellini della 2ª Brigata Garibaldi “Paolo”: è stato riconosciuto partigiano dal 1° ottobre 1944 al 21 aprile 1945 con il grado di intendente di formazione, corrispondente e sottotenente. Il 22 aprile 1945, in occasione della liberazione di San Giorgio di Piano, durante un combattimento rimane ferito. Ricoverato all’ospedale di Bentivoglio e in seguito al Centro ortopedico “Putti” di Bologna, vi rimane, con vari intervalli, fino al giugno 1947. Nel periodo della convalescenza cominciò a raccogliere documenti e materiali sulle vicende in corso come contributo alla ricerca storica sulla Resistenza e sulla vita democratica nella regione. Il 4 ottobre 1947 sposa Antonietta Mazzoni, da cui avrà due figli, Katia ed Enrico. Iscritto al Partito comunista italiano già dal dicembre 1944, nel dopoguerra partecipa attivamente alla vita del partito, nella sezione di San Giorgio di Piano (dove si occupa prevalentemente di stampa e propaganda) e nella Sezione “A. Cacciari” di Gherghenzano, di cui diviene segretario. Dal 1946 al 1949 scrive notizie di cronaca politica, in qualità di corrispondente locale da San Giorgio di Piano, pubblicate su “l’Unità” e “La Lotta”; dal 1949 scrive anche per “La Voce dei Lavoratori”, “Il Lavoro”, “Il Quaderno dell’attivista”, “Emilia”, “Il Progresso d’Italia” e “Movimento operaio”. Nel 1950 inizia la sua attività di funzionario e dirigente nell’organizzazione del Partito comunista provinciale e regionale lavorando presso la Commissione stampa e propaganda della Federazione di Bologna, lavorando presso la Commissione culturale della Federazione provinciale di Bologna, con l’incarico di organizzare studi storici e curare l’edizione dei quaderni de “La Lotta”; dal 1960 entrando a far parte della Commissione d’organizzazione. È stato direttore della scuola di partito “Istituto di formazione politica A. Marabini”. A metà anni Sessanta contribuisce alla nascita dell’Istituto Gramsci sezione Emilia-Romagna (oggi Fondazione Gramsci Emilia-Romagna), di cui diviene direttore dal 1964 al 1977, poi consigliere. Partecipa alla nascita della “Biblioteca del Gramsci”, inizialmente riservata ad una stretta cerchia di studiosi poi aperta al pubblico universitario. A lui si deve la conservazione di tanta parte del patrimonio del Gramsci: libri, carte archivistiche, riviste, quotidiani, fotografie, manifesti e volantini. È stato membro del direttivo del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto (nato nel 1982) dove ha profuso il suo impegno per la realizzazione di un centro di documentazione che raccogliesse studi, documenti e testimonianze relative agli eccidi di Monte Sole e alle stragi nazifasciste; Ha contribuito alla nascita del Parco storico di Monte Sole, dove ricoprirà la carica di presidente del Comitato di consulenza storica ed è stato tra i primi sostenitori della Scuola di Pace di Monte Sole, inaugurata nel 1999 e luogo di riferimento per ricerche e attività di diffusione della cultura della pace e dei diritti umani. Oltre agli importanti e significativi ruoli e incarichi ricoperti, l’interesse principale di Arbizzani è stata la ricerca storica, condotta in particolare modo sulle vicende della lotta di liberazione, nel territorio bolognese e in quello dell’Emilia-Romagna, ricerche dedicate a luoghi e eventi della pianura bolognese, del movimento operaio e contadino, della stampa periodica durante gli anni del fascismo e della Resistenza e sfociate in numerose pubblicazioni. Sin dalla Liberazione si è occupato di ricostruire la storia della lotta di liberazione e delle lotte dei lavoratori, così come fu un attento conoscitore della storia del Pci; su questi temi ha avuto un ruolo di primo piano come studioso e divulgatore della nostra storia recente, ha raccolto e conservato migliaia di documenti e testimonianze. Ha curato inoltre numerose mostre, tra queste l’esposizione dedicata a La battaglia di Porta Lame e quella sulla Costituzione negata nelle fabbriche. Dotato di memoria non comune e di precisione nella ricostruzione degli eventi storici, è stato anche un conservatore indefesso di documenti e testimonianze: come già accennato parte del patrimonio della Biblioteca-Archivio della Fondazione Gramsci si deve al lavoro di ricerca e salvaguardia di Arbizzani. Già malato, in occasione dell’8 marzo del 2004, aveva trovato la forza per scrivere, sulle lotte delle donne emiliane nel 1944, un articolo per l’edizione bolognese de l’Unità. Non è riuscito a partecipare, come gli era stato richiesto, alle celebrazioni del 25 aprile nel 60° anniversario della Liberazione. Di seguito una galleria di immagini di Luigi Arbizzani tratte dal suo archivio. Estremi cronologici: 1931-2004 Il consistente fondo contempla i documenti di studio raccolti per le ricerche sulla Resistenza a Bologna, sulla storia del movimento operaio e socialista e del Pci in provincia di Bologna, sull’editoria locale, studi ai quali Arbizzani ha dedicato buona parte della sua vita. Sono presenti, inoltre, documenti di lavoro in qualità di direttore della scuola di partito e di funzionario del PCI di Bologna, e in quanto direttore del Consorzio di pubblica lettura. Di seguito una galleria con una selezione di documenti dal suo archivio, tra cui l’albero genealogico, una sua pagella, il riconoscimento della guerra di Liberazione, l’invito di Giuseppe Dozza a un convegno sul Pci, la mappa del suo viaggio in URSS. Sotto alla galleria invece è possibile leggere la sua Autobiografia. Nel primo decennio dopo la guerra di Liberazione, dopo il lungo periodo di clandestinità durante la dittatura, l’autobiografia rappresentava una pratica obbligatoria per potersi iscrivere al Partito e poter accedere alle scuole di partito istituite dal Pci, veicolo di alfabetizzazione e formazione politica e ideologica di massa. Nella biblioteca dello studioso la raccolta dei periodici socialisti costituisce un nucleo a sé stante e spicca per il valore documentario. È legata ad un vasto progetto di ricerca varato dalla Biblioteca Giangiacomo Feltrinelli nell’immediato dopoguerra su proposta di Gianni Bosio e Franco Della Peruta, e solo parzialmente realizzato. L’obiettivo era produrre una bibliografia della stampa periodica operaia e socialista italiana dall’Unità d’Italia al 1926, anno della promulgazione della legge fascista sulla stampa; un’opera militante che restituisse agli italiani liberati dalla dittatura fascista la ricchezza delle voci che si erano battute per la libertà di associazione e di stampa prima che la dittatura le riducesse al silenzio. Luigi Arbizzani fu incaricato di compiere il censimento nella provincia di Bologna; l’indagine si rivelò particolarmente lunga e complessa, tanto da subire nel tempo battute di arresto e continue riprese, per essere infine pubblicata postuma, curata da Maria Chiara Sbiroli, con il titolo La stampa periodica socialista e democratica nella Provincia di Bologna, 1860-1926 (Bologna, IBC, 2014). Nel portare avanti il lavoro di ricerca, Arbizzani prese a collezionare i periodici oggetto dello studio; il suo interesse travalicò i confini dell’area bolognese, per estendersi a tutto il territorio nazionale. La raccolta comprende un centinaio di testate, di cui 62 stampate in provincia di Bologna, le altre provenienti prevalentemente dall’Italia centrale: numeri unici, supplementi legati a occasioni particolari (elezioni, ricorrenze, avvenimenti di cronaca locale), singoli fascicoli di periodici o intere raccolte: un punto di osservazione privilegiato per ricostruire la genesi e il decorso del movimento socialista, sindacale, cooperativo, femminista, dei circoli e delle case del popolo, del mutualismo, nonché per indagare approfonditamente le lotte operaie e le modalità del lavoro nelle manifatture, nelle fabbriche, a domicilio, nelle campagne, e sono fonti essenziali per lo studio della storia delle idee e della politica italiana alla vigilia del periodo della lunga dittatura fascista. Qui è possibile consultare la versione digitale dei numeri unici e supplementi. Biografia di Luigi Arbizzani (S. Giorgio di Piano, 11 marzo 1924 – Bologna, 8 aprile 2004)
Archivio Luigi Arbizzani
Consistenza: 310 buste
Inventario a cura di Sara VerriniBibliografia
L. Arbizzani, Medaglie e pagine di storia sulla lotta di liberazione in Emilia-Romagna, 1990La stampa periodica socialista e democratica nella provincia di Bologna, 1860-1926
Grazie per questo ricordo del nonno! <3