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Laboratorio di analisi politica 2011: Il popolo nella democrazia
10 Febbraio 2011, 17:00 - 19:00
È tutt’altro che ovvio che cosa veramente sia quel popolo che dovrebbe avere il potere nella democrazia: se una totalità (le masse, la gente, i cittadini), una parte (una classe o un insieme di specifici gruppi sociali), o un agglomerato di singoli individui. Né se sia una presenza, un’assenza, un mito, un fantasma, o una rappresentazione. Se sia interno o esterno alle istituzioni, allo Stato e ai partiti, attivo o passivo.
Non si tratta di interrogativi solo teorici; la democrazia occidentale è oggi concretamente attraversata da linee di frattura e da contraddizioni che corrispondono appunto a queste domande; da movimenti che nascono da queste faglie. Gran parte delle questioni politiche reali, all’ordine del giorno nel dibattito politico (assenteismo elettorale, elezioni primarie, populismo, plebiscitarismo, cesarismo, crisi dei partiti, rapporti fra i cittadini e la Casta, rapporti fra poteri economici e potere politico) nascono da queste difficoltà, ed esprimono in diverse forme l’esigenza che il popolo conosca nuovi protagonismi e nuove soggettività.
Il Laboratorio di Analisi politica 2011 intende fornire occasioni di conoscenza e sollecitare riflessioni e dibattiti su alcuni di questi problemi, mettendo a confronto diversi specialismi – filosofici, politologici, storiografici, economici – e diverse sensibilità politiche e intellettuali.
PROGRAMMA
10 febbraio: Carlo Galli, Il rapporto popolo-democrazia nella Costituzione italiana AUDIO
17 febbraio: Laura Bazzicalupo, Università degli Studi di Salerno Sulla democrazia radicale AUDIO
21 febbraio: Luciano Canfora, Università degli Studi di Bari Il rapporto popolo-democrazia e il pensiero classico AUDIO
24 febbraio: Marco Tarchi, Università degli Studi di Firenze Il populismo AUDIO
3 marzo: Salvatore Natoli, Università degli Studi di Milano-Bicocca Democrazia e individuo AUDIO
10 marzo: Salvatore Biasco, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Economia e democrazia AUDIO
È tutt’altro che ovvio che cosa veramente sia quel popolo che dovrebbe avere il potere nella democrazia: se una totalità (le masse, la gente, i cittadini), una parte (una classe o un insieme di specifici gruppi sociali), o un agglomerato di singoli individui. Né se sia una presenza, un’assenza, un mito, un fantasma, o una rappresentazione. Se sia interno o esterno alle istituzioni, allo Stato e ai partiti, attivo o passivo.
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È tutt’altro che ovvio che cosa veramente sia quel popolo che dovrebbe avere il potere nella democrazia: se una totalità (le masse, la gente, i cittadini), una parte (una classe o un insieme di specifici gruppi sociali), o un agglomerato di singoli individui. Né se sia una presenza, un’assenza, un mito, un fantasma, o una rappresentazione. Se sia interno o esterno alle istituzioni, allo Stato e ai partiti, attivo o passivo.
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È tutt’altro che ovvio che cosa veramente sia quel popolo che dovrebbe avere il potere nella democrazia: se una totalità (le masse, la gente, i cittadini), una parte (una classe o un insieme di specifici gruppi sociali), o un agglomerato di singoli individui. Né se sia una presenza, un’assenza, un mito, un fantasma, o una rappresentazione. Se sia interno o esterno alle istituzioni, allo Stato e ai partiti, attivo o passivo.
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È tutt’altro che ovvio che cosa veramente sia quel popolo che dovrebbe avere il potere nella democrazia: se una totalità (le masse, la gente, i cittadini), una parte (una classe o un insieme di specifici gruppi sociali), o un agglomerato di singoli individui. Né se sia una presenza, un’assenza, un mito, un fantasma, o una rappresentazione. Se sia interno o esterno alle istituzioni, allo Stato e ai partiti, attivo o passivo.