Questo libro è una sintesi dei lavori del congresso di Woods Hole, tenutosi nel settembre del 1959, promosso dall’Accademia Nazionale delle Scienze, per rinnovare l’insegnamento scientifico nella scuola.
Il tempo é trascorso, problemi ed esigenze sono mutati, ma vale ancora la pena di leggere queste considerazioni generali sul ruolo dell’insegnante e sulla sua importanza.
J.S. Bruner, Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due culture, (1961), trad. di A. Armando, Roma, Armando Armando, 1964, pp.127 –130
Non c’è bisogno di una ricerca approfondita per capire che la capacità di rendere gli altri partecipi di una conoscenza si fonda in grandissima misura sulla propria conoscenza di ciò che si intende partecipare agli altri. […] Risulta anche con sufficiente chiarezza da recenti analisi che molti insegnanti delle scuole primarie e secondarie non sono, a giudizio di vari organismi ufficiali, preparati a sufficienza per insegnare le proprie discipline. Bisogna notare anche il fatto che, con l’attuale stato di disordine delle carriere degli insegnanti, anche docenti relativamente ben preparati non hanno sufficienti opportunità di imparare le proprie discipline in quel particolare modo che consiste appunto nell’insegnarle. Insegnare è difatti anche una via maestra per imparare.
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Bisogna prendere alcuni provvedimenti per migliorare la qualità degli insegnati; si tratta di provvedimenti che sono già stati proposti molte volte e che non hanno bisogno di essere illustrati qui. Bisogna proporsi come obiettivo un miglior reclutamento e la possibilità di una miglior selezione, un miglioramento delle istituzioni per la preparazione degli insegnanti, l’affidamento degli insegnanti più giovani alle cure dei più anziani e ad istituti di per sezionamento che svolgano la loro attività durante il periodo di servizio e nell’estate, corsi televisivi continuati ed aumento dei salari. Altrettanto importante è però la elevazione del prestigio della professione dell’insegnante; tale elevazione dipende dalla serietà con cui noi in America affronteremo la riforma dell’istruzione e dalla quantità degli sforzi che saremo capaci di fare per migliorare non solo i salari e le facilitazioni agli insegnanti, ma anche l’appoggio che si potrà loro assicurare da parte della società e delle nostre università.
Bisogna accennare ad un problema particolare concernente l’insegnante nella sua qualità di individuo investito del compito di rendere partecipi gli altri della conoscenza: mi riferisco alla preparazione ed alla qualificazione degli insegnanti della scuola elementare. Si è già più volte accennato all’iniziazione in forma pratica ed intuitiva dei bambini ai processi logici che più tardi, nella scuola post-elementare e secondaria, diverranno oggetto di un insegnamento più formale. Un tale insegnamento richiede una preparazione speciale che attualmente è molto dubbio se vi sia o meno. Molto probabilmente bisogna dedicarsi con particolare impegno a un tale lavoro di ricerca sul modo di preparare i maestri per l’insegnamento intuitivo e sul modo in cui l’insegnamento si pratica attualmente.
L’insegnante non vuole essere soltanto un trasmettitore del sapere ma anche un modello. Una persona che non trovi alcunché di bello e di positivo nella matematica non sembra possa infiammare gli altri dell’amore per la materia. Non vedo come un insegnante che non voglia o non sappia servirsi della propria intuizione possa riuscire a svegliarla e ad eccitarla nei suoi discepoli. L’insicurezza spinta fino all’incapacità di rischiare l’errore non fa dell’insegnante un modello di spirito di iniziativa. Se l’insegnante non rischia un’ipotesi coraggiosa, perché dovrebbe farlo lo studente?
Per poter comunicare le proprie conoscenze e porsi insieme come modello di competenza, l’insegnante deve essere lasciato libero di insegnare e di imparare; noi però non abbiamo riflettuto a sufficienza sui metodi idonei a procurare questa libertà, …. Giacché se l’insegnante studia ancora, anche il suo insegnamento acquista un altro valore.
L’insegnante costituisce anche un simbolo personale ed immediato del processo educativo, una figura con la quale gli studenti si identificano e si confrontano. Chi di noi non ricorda l’impressione ricevuta da alcuni insegnanti entusiasti, devoti ad una data concezione, o da alcune figure severe piene di passione per la loro disciplina, da spiriti scherzosi e seri insieme? Molte sono le immagini e tutte ci sono care. Purtroppo ci sono anche immagini negative come quelle degli insegnanti che soffocavano la confidenza, uccidevano la fantasia e così via.
Whitehead rilevava una volta che l’educazione dovrebbe significare esposizione alla grandezza. Molti di noi hanno avuto fortuna; ma no è facile rivestire la professione dell’insegnamento della grandezza e forse la via più lenta ma più appropriata è ancora quella di sottolinearne l’importanza.