Camminando sulle meduse
Siamo ruzzolati fino all’esame anche quest’anno, non si capisce come… un momento è gennaio e ti districhi dagli scrutini, sperando di innescare nuove energie, nuove motivazioni negli interlocutori che ti trovi davanti ( leggere articoli sugli young adults non aiuta affatto) e subito dopo ti trovi a tranquillizzare, smussare, sorridere davanti a pupille dilatate dalla tensione … e poi ti devi occupare di un’altra cucciolata, da tenere a pensione per almeno 15 giorni. (E’ la vita dei proff che fanno gli esami di maturità in altre scuole N.d.R)
Ti trovi anche a pensare che fra pochi anni tutto questo per te finirà, una vita intera, e non è un bel pensiero…
Camminando sulle meduse meglio pensare ai prossimi esami che farò e a quelli dei miei studenti.
La scuola è una cosa vischiosa che ti appiccica addosso e non si stacca mai, una specie di blog che ti porti appresso a natale, la domenica, al mare, nei musei, al cinema ( questo dovrebbero vederlo i ragazzi, devo ricordarmi di segnalare l’articolo, questo l’avranno capito bene?…)
I miei sono pronti, dovrebbero essere pronti, sono quasi pronti, come in quel famoso Aprile di Moretti; alcuni hanno preparato percorsi davvero originali: la bambinaia grande fotografa e le sue facce da America marginale, il cartone animato giapponese, la ferrovia della morte tra Bangkok a Rangoon, i miti nordici della caccia selvaggia, la storia del popolo Curdo e avanti su questo tenore ( non saranno troppo originali? E se i colleghi non capissero di cosa staranno parlando…).
I colleghi che arriveranno con la loro stanchezza, i loro studenti e i loro percorsi in mente riusciranno a vedere nei miei diamanti appena sgrezzati la serietà e la sincerità che vedo io?
Devo scrollarmi di dosso questo istinto protettivo, meglio le meduse.
Rita Chiappini